“Il numero chiuso chiude gli ospedali”. E ancora: “Volevo fare il medico ma ho trovato chiuso”. Sono alcuni striscioni di protesta apparsi stamattina all’Università Sapienza di Roma, dove gli studenti dovranno svolgere i test per l’ingresso alle Facoltà di Medicina. Ed è proprio il numero chiuso che spaventa maggiormente i candidati. “Il numero chiuso è sbagliato – racconta una studente poco prima di entrare in aula – chi avrebbe capacità rischia di rimanere fuori. Ma è anche vero che le università non hanno le strutture per accogliere tutti. Questa è la prima volta che provo e il mio sogno è fare il neurochirurgo”.
Secondo i dati gli studenti iscritti alle prove di accesso a Medicina e chirurgia e a Odontoiatria e protesi dentaria alla Sapienza sono 5.457 per 864 posti disponibili. Le modalità del test sono note: i candidati avranno a disposizione 100 minuti per risolvere 60 quesiti. “Il numero chiuso è ingiusto e lede i diritti degli studenti. E’ un terno al lotto inefficiente e dannoso per il Ssn” dichiara Andrea Torti, coordinatore di Link Coordinamento universitario. Eugenio Gaudio, rettore dell’Università Sapienza di Roma spiega invece l’importanza del numero chiuso: “Con un numero di iscritti 10 volte superiore a quello attuale sarebbe impossibile formare i ragazzi”. “Faremmo un danno ai pazienti del futuro senza il numero programmato, che ricordo è uno strumento frutto di una sintesi” ha poi concluso.
“Medicina ha visto un taglio da 9513 a 9224 posti e architettura da 7800 a 6991” ha poi precisato ancora Torti. “Da anni chiediamo un ripensamento delle modalità di accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, che si stanno rilevando non solo inefficaci, ma anche dannose. Anche l’Ordine dei Medici comincia a mettere in discussione questa programmazione” questo il pensiero di Martina Carpani, Coordinatrice della Rete della Conoscenza .
Nella notte intanto gli studenti dell’Udu (unione degli universitari) e della Rete degli studenti medi hanno fatto un blitz davanti alla sede del Miur in viale Trastevere a Roma. Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu spiega: “Con il blitz davanti al Ministero dell’Istruzione abbiamo voluto ribadire la nostra contrarietà a qualsiasi forma di numero chiuso, ma abbiamo denunciato che quella che avviene con il test è una selezione all’ingresso che di fatto si basa su elementi aleatori, e su cui incidono fortemente una serie di fattori che nulla hanno a che vedere con la capacità e la volontà del candidato di affrontare un determinato corso di studi. Davanti ad una drammatica riduzione degli studenti che si iscrivono all’università, il Ministero risponde nel peggiore dei modi. I bandi contengono elementi peggiorativi rispetto al passato, come la diminuzione sostanziale dei posti disponibili (se ne perdono più di 1000, di cui 300 a medicina) e la chiusura anticipata delle graduatorie al termine del primo semestre, lasciando immaginare che questo comporterà un’ulteriore riduzione dei posti. In questo modo moltissimi potenziali studenti sono buttati fuori dalle università, e si vedono negata la possibilità di scegliere il proprio futuro”.
Le associazioni hanno lanciato anche l’hashtag #nonumerochiuso e #liberoaccesso. Organizzato anche un flash mob alla Sapienza. Due ragazzi vestiti da bodyguard impedivano il passaggio ai candidati che non rispondevano a domande assurde. “Un episodio per ridicolizzare lo strumento dei quiz” precisa l’Udu.