Le proteste dei funzionari Ue, sfociate in una petizione su Change.org che ha raccolto quasi 139mila firme, hanno ottenuto i primi risultati. L’ex presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, nominato a luglio presidente non esecutivo e advisor della filiale europea di Goldman Sachs, dovrà passare per le forche caudine di uno speciale “comitato etico” incaricato di verificare che il suo contratto con la banca d’affari non comporti un conflitto di interessi e che sia compatibile con il codice di condotta per gli ex presidenti. Il segretario generale dell’esecutivo Ue ha già scritto al politico portoghese, che ha guidato la Commissione per dieci anni, una lettera chiedendogli copia del documento. Non solo: Barroso, che continua a percepire da Bruxelles una somma mensile pari al 60% di quello che è stato il suo stipendio tra il 2004 e il 2014, sarà trattato come qualsiasi altro lobbista: per essere ricevuto alla Commissione dovrà iscriversi al registro della trasparenza istituito lo scorso anno.
Il suo successore Jean-Claude Juncker ha incaricato il segretario generale della Commissione, Alexander Italianer, di scrivere a Barroso chiedendogli “chiarimenti sulle sue nuove responsabilità e le condizioni del suo contratto” con Goldman Sachs, “sulle quali”, aggiunge, “cercherò il parere del comitato etico ad hoc”. Lo scrive lo stesso Juncker in una lettera alla mediatrice europea (il difensore civico dei cittadini dell’Unione) Emily O’Reilly, in cui tra l’altro assicura che in futuro l’ex numero uno non sarà ricevuto alla Commissione Ue come ex presidente ma come rappresentante di un gruppo di interesse, una lobby, e di conseguenza “sarà sottoposto alle stesse regole di tutti i rappresentanti di gruppi di interesse”. La decisione non ha precedenti nella storia della Commissione Ue. Juncker sottolinea inoltre che “c’è un chiaro dovere, stabilito dall’articolo 245 del Trattato sul funzionamento dell’Ue, di rispettare un comportamento integro e discreto, dopo la fine dell’incarico” nell’accettare nuove assegnazioni o benefici. Barroso sarà sottoposto ad un’indagine etica per verificare se rispetta quel requisito.
Juncker ricorda poi che di norma il comitato etico ad hoc viene consultato sulle attività notificate da ex commissari nei 18 mesi successivi al loro mandato. La nomina di Barroso in Goldman Sachs è avvenuta invece 20 mesi dopo il termine del suo mandato. O’Reilly ha comunque chiesto al comitato etico di esprimere un’opinione “il prima possibile” alla luce della “grande preoccupazione pubblica” per la questione. A sollevarla è stato il sindacato dei dipendenti delle istituzioni europee, Union for Unity (U4U), che a luglio ha chiesto ai commissari “una dichiarazione forte e decisioni appropriate”. Poi un gruppo di funzionari ha lanciato su Change.org una petizione aperta a tutti i cittadini europei per chiedere “forti misure esemplari contro Barroso il cui comportamento disonora l’Unione europea” perché Goldman è “una delle banche più implicate nella crisi dei subprime che ha causato la crisi finanziaria del 2007-2008 e nella crisi del debito greco“.
Goldman Sachs commenta con una nota in cui sostiene di aver “rispettato tutte le leggi applicabili e i più elevati standard etici” nella nomina dell’ex presidente della Commissione.