Era già prevista la discussione, ma nelle ore in cui ci si interroga sulla storia della 31enne di Napoli morta suicida dopo che un video che la riguardava era diventato virale, il ddl sul cyberbullismo sarà esaminato dall’Aula. Un progetto di legge per combattere le violenze di gruppo di minori su minori che però nel passaggio dal Senato alla Camera è stato modificato e che rischia di diventare un nuovo bavaglio al web.

La legge, se approvata, non riguarderà i reati in danno di minorenni ma di chiunque. Basta leggere come è stato cambiato l’articolo 2: “… Per cyberbullismo si intendono, inoltre, la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione online attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali, effettuate allo scopo di offendere l’onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operati mediante mezzi informatici e la rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, ovvero di pubblicare informazioni lesive dell’onore, del decoro e della reputazione della vittima”. È sparita la frase “in danno di minore”. Qui il link dove si possono leggere i testi a confronto.

M5S: “Legge contro libero pensiero in rete”
La trasformazioni in fieri ha fatto scattare l’allarme nel M5s. “La proposta di legge al vaglio della Camera parte da un principio giusto e sacrosanto: tutelare i minori dagli episodi sempre più frequenti e gravi di bullismo e di cyberbullismo, che ne mettono in serio pericolo la loro incolumità psichica e fisica fino a portarli anche al rischio del suicidio. L’intervento – avevano affermato i deputati pentastellati in commissione Affari Sociali e Giustizia – però deve essere principalmente rivolto ad azioni educative e formative lasciando, come estrema ratio, le sanzioni più gravi. Dopo il via libera all’unanimità dato al provvedimento dal Senato però, il testo uscito dalle commissioni alla Camera è stato trasformato, come spesso succede, in tutt’altro: ora sono infatti previste disposizioni contro il libero pensiero in rete – che vanno oltre le tutele già previste dalle leggi civili e penali – e tutele attivabili non solo dai minori, ma da tutti i soggetti. In questo modo, tra l’altro, il provvedimento diventa insostenibile anche dal punto di vista delle risorse, considerate le migliaia di richieste di oscuramento che perverranno al Garante per la privacy… Se il testo, ora politicamente e tecnicamente inaccettabile, non vedrà l’approvazione di questi miglioramenti e il ritorno alla ratio originaria della pdl, voteremo negativamente”.

Sul blog di Beppe Grillo era apparso anche un post dell’avvocato Fulvio Sarzana, “una vera e propria norma ammazza-web che riguarda anche e soprattutto ogni maggiorenne che si affaccia alla rete internet”.  La legge prevede quindi tutti potranno rivolgere istanza al gestore del sito Internet e al Garante della privacy, per ottenere l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei dati personali. “Da Facebook a Whatsapp ai blog tutto viene inserito – sostiene Sarzana – nella furia iconoclasta del legislatore pronto a punire le attività peccaminose dei maggiorenni sul web. Con buona pace del cyberbullismo sui minori che è divenuto un elemento del tutto residuale della norma. Un bavaglio in piena regola”.

Carcere fino a 6 anni e confisca telefonino
Ma cosa prevede il testo? Fino a 6 anni di carcere è quanto rischia chi invia e divulga testi, immagini o informazioni private, carpiti attraverso artifici, raggiri o minacce. Bullismo e cyberlullismo vengono definiti giuridicamente come violenze fisiche e psicologiche, minacce e furti, offese relative alla razza, alla religione, all’orientamento sessuale, all’aspetto fisico anche attraverso il telefono, Internet, i social network. Rientrano anche la realizzazione e la diffusione online di immagini, registrazioni con lo scopo di offendere. Ma appunto che non riguardano i minori ma tutti. Attualmente, lo stalking commesso per via informatica o telematica è sanzionato con un aumento di pena fino a un terzo (la pena base è la reclusione da 6 mesi a 5 anni) e la novità della proposta di legge dunque risiede nel prevedere una pena determinata e nell’ampliamento delle condotte che vengono punite. Con la modifica approvata in commissione si prevede la reclusione da 1 a 6 anni. Prevista anche la confisca obbligatoria del telefonini e del Pc. Entro due mesi dall’approvazione del ddl è prevista, a Palazzo Chigi, la messa a punto di un piano ad hoc. Prevista anche formazione del personale scolastico e misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti, spunta anche l’ammonimento del questore per gli atti che non costituiscano reati procedibili d’ufficio.

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