Mezzo milione di sconto su un attico comprato da Sergio Scarpellini, l’immobiliarista romano considerato dal Movimento 5 Stelle come uno dei nemici della Capitale. Ad usufruirne Raffaele Marra, l’ex vice capo di gabinetto di Virginia Raggi, che dopo le tensioni della scorsa settimana sarebbe pronto per essere trasferito ad altro incarico dirigenziale. Si tratta dello stesso dirigente che il direttorio del M5s, e lo stesso Beppe Grillo in persona, hanno chiesto più volte di allontanare. Come racconta l’Espresso, infatti, nel 2010 Marra ha comprato un attico da una società dell’immobiliarista romano per 728mila euro all’interno di un residence dell’Eur all’Acqua Acetosa.
Un appartamento che è gemello per valore catastale e grandezza ad un altro attico, acquistato nello stesso periodo da un imprenditore che però lo ha pagato un milione e 204mila euro. “Adesso i prezzi li abbiamo abbassati, qualche tempo fa stavamo a 10mila euro al metro quadro. Oggi stanno a nove”, dice un componente dell’ufficio acquisti del residence al settimanale: Marra dunque ha comprato il suo attico pagandolo 4.500 euro a metro quadro. Meno della metà dei prezzi attuali. In quel periodo il sindaco di Roma era Gianni Alemanno, mentre Marra era direttore dell’Ufficio delle Politiche abitative del comune e capo del dipartimento del Patrimonio e della Casa.
Con il comune capitolino, ovviamente, Scarpellini è in affari. Il giornale diretto da Tommaso Cerno ricorda per esempio la storia del palazzo a Largo della Loria, di proprietà dell’Inpgi, l’ente di previdenza dei giornalisti, affittato per 2 milioni e 100mila euro all’anno alla Milano 90 di Scarpellini che l’ha subaffittato al comune di Roma per 9,5 milioni nel 2008.
Ma non solo. Sempre l’Espresso, infatti, racconta che dopo aver versato la caparra, Marra gira alla Progetto 90 di Scarpellini un assegno da 400 mila euro, a cui aggiunge quello ottenuto attraverso un mutuo da 250mila euro. Lo stesso giorno, però, sempre Scarpellini compra la vecchia casa di Marra per 400 mila euro. Il funzionario del comune l’aveva acquistata nel 2003 per 140 mila euro, sette anni dopo la vende per il triplo del valore, mentre nel 2011 l’immobiliarista romano la venderà per 380 mila euro, perdendoci dunque 20mila euro.