Il centrodestra che sogna di ricompattarsi “deve ripartire dal manifesto del ’94”. Poi opposizione a Matteo Renzi che “è un pericolo per l’economia” e No al referendum costituzionale. Stefano Parisi ha chiuso a Milano la convention che dovrebbe rilanciare Forza Italia e gli alleati tra vecchie facce e assenze pesanti. Silvio Berlusconi in regia, ma mai presente in sala, i big che litigano e tanti volti ingombranti (da Formigoni a Scajola): il cammino del manager ex candidato sindaco è molto più che in salita.
“Vogliamo costruire le fondamenta del liberalismo popolare”, ha detto nel discorso di chiusura della due giorni milanese, “è vero che quel famoso credo delle libertà del ’94 era un grande manifesto liberale in cui gli italiani hanno creduto. Quella spinta nel tempo si è un po’ persa c’è stato uno sbandamento negli ultimi anni del centrodestra. Quelle politiche vanno riprese e aggiornate”.
Parisi ha anche ribadito l’attacco a Renzi e quindi l’importanza di stare all’opposizione del governo. “Il presidente del Consiglio”, ha detto, “non è un pericolo per la democrazia ma per lo sviluppo dell’economia. Non c’è un rischio di colpo di Stato ma di morte del Paese che è molto più grave. Non si deve delegittimare l’avversario ma combattere con idee e proposte”. Ha poi ribadito il suo No al referendum costituzionale sulla legge Boschi: “Al referendum voto No. Penso che l’Italia possa fare una riforma migliore di questa perché anche lì c’è una grande presa in giro. Magari se Renzi ci dice quando si va a votare non sarebbe male, basta prendere in giro gli italiani. Non è vero che dopo ci sarà il caos, c’è sempre la nostra costituzione e poi ci sarà una forza di centrodestra che potrà sostituire Renzi al governo se siamo uniti siamo già pronti”.
Il manager ha poi parlato della sua idea di governo e ha detto di voler “cambiare il rapporto tra Stato e cittadini”: “Non si può pensare”, ha detto, “che siano solo corruttori e evasori e quindi per smontate questo si fonda un impianto normativo sul sospetto che insegue la patologia e non norma il comportamento fisiologico”. A questo proposito ha attaccato l’istituzione dell’Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone: “La nomina viene dal presidente del Consiglio quindi non so che imparzialità abbia e ogni giorno dice la sua su una nomina o una gara e anche sulla cannabis”.