Giacomo Campo, un operaio di 25 anni della Steel Service, una ditta d’appalto, è morto stamattina intorno alle 6.45 in un incidente sul lavoro nel reparto Afo4 dell’Ilva di Taranto. L’uomo doveva effettuare la pulizia del nastro assieme ad altri colleghi. Le operazioni per la manutenzione al sistema di depolverazione Stock house dell’Afo4 erano iniziate alle cinque di questa mattina, riferisce la Fiom Cgil. Secondo le prime ricostruzioni l’operaio sarebbe stato schiacciato da un rullo di un nastro trasportatore. Sono ancora in corso gli accertamenti per approfondire la dinamica dell’incidente. I colleghi hanno lanciato subito l’allarme. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e gli ispettori del lavoro.

L’Ilva ha diramato un comunicato stampa: “Il nastro, risultato danneggiato a seguito di un taglio longitudinale, era stato fermato nella notte per consentire l’intervento di riparazione. Come da procedura aziendale, il nastro è stato preventivamente messo in sicurezza ed è stato privato di alimentazione elettrica. Nonostante l’applicazione di tutte le misure di sicurezza, durante le attività di rimozione del materiale ferroso che si era depositato sul rullo di invio, effettuate dall’operatore con un tubo aspirante, il nastro si è attivato e lo ha trascinato. Attualmente sono incorso accertamenti per approfondire le cause dell’incidente. L’azienda esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Giacomo Campo e a tutti i suoi cari”.

Per il coordinatore provinciale dell’Usb (Unione sindacale di base), Francesco Rizzo si è trattato invece di “una mancanza di rispetto e delle regole di sicurezza”. “Tutto era fermo e spento ma si è deciso di iniziare con mezz’ora di anticipo. Questo per sottolineare ancora una volta come nell’Ilva di Taranto manchino ormai regole e rispetto sulla sicurezza. Si tratta di un ‘omicidio”. “È arrivato il momento di ribellarsi -prosegue Rizzo- a questa situazione che è ormai indecente. Non bastano più le parole è necessario che la legge faccia il suo corso e punisca tutti i responsabili di questi omicidi”.
L’Unione sindacale di base ha poi pubblicato un comunicato stampa ribadendo la propria presenza oggi a Piacenza per Abdesselem El Danaf, l’operaio travolto e ucciso da un tir durante un picchetto.

Sulla vicenda poi sono arrivate anche le parole del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto: “Indipendentemente dalle dinamiche che dovrebbero essere accertate dalle autorità competenti resta il fatto che un ragazzo è morto schiacciato e le operazioni per il recupero del corpo sono tutt’ora in corso. L’indignazione non basta più, le lacrime per piangere i morti che quella fabbrica fa dentro e fuori sono terminate. Oggi chiediamo solo silenzio”. Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto intanto hanno proclamato uno sciopero dei lavoratori dell’Ilva a partire dalle 12 di oggi (per il secondo e terzo turno di otto ore) fino alle 7 di domani.

La Fiom Cgil ha poi comunicato: “Ancora una volta ci troviamo di fronte a un drammatico evento derivante dall’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione, di salute e sicurezza più volte denunciata dai responsabili per la sicurezza e dai delegati della Fiom”. Sull’episodio poi sono arrivate anche le parole di Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici: “Pretendiamo che sia fatta al più presto chiarezza sull’accaduto, l’applicazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e le ispezioni devono essere stringenti in tutto l’indotto, sia a livello generale che per quanto riguarda i piani specifici approvati a livello aziendale per il polo di Taranto”. “Siamo addolorati ma soprattutto arrabbiati – prosegue il sindacalista-  per l’ennesima morte sul lavoro di un giovane operaio, che avviene in un polo industriale, quello dell’Ilva, per il quale da tempo il sindacato lotta per rafforzare la sicurezza sul lavoro e ambientale”.

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