Le inchieste sulla corruzione spesso scattano così, come 20 anni fa con Mario Chiesa e Mani Pulite a Milano, come oggi nella provincia di Caserta attraversata da uno scientifico sistema di tangenti e assunzioni clientelari sugli appalti dei rifiuti orchestrato dall’impresa Termotetti. Iniziano denunciando una persona ufficialmente povera o piena di debiti che però fa la bella vita e sfoggia auto di lusso. Come nel caso del presidente della Provincia di Caserta, l’azzurro Angelo Di Costanzo.
Quando il tenore di vita è sospetto, qualcosa non quadra. Lo immagina bene un imprenditore dell’igiene urbana, Rino Offredi. Il 22 luglio 2015 Offredi viene sentito dalla Guardia di Finanza come testimone per approfondire un esposto. E dice in sintesi: “Ho perso in circostanze sospette la gara del comune di Alvignano, l’ha vinta la Termotetti, tutti conoscono i rapporti del sindaco Di Costanzo (poi presidente della Provincia di Caserta, ndr) con il titolare del gruppo, Luigi Imperadore, e dopo l’aggiudicazione della gara il sindaco ha cominciato a girare con una Porsche. Come fa a permettersela, se è notorio che versa in difficoltà economiche e ha chiesto prestiti in giro a persone del paese”? E stiamo parlando di un macchinone, una Porsche Macan da 78.800 euro. Di Costanzo firma il contratto di locazione finanziaria dell’autovettura poche settimane prima dell’aggiudicazione della gara. Ne prende possesso il giorno prima: acconto di 16.000 euro e rate di locazione da 835 euro al mese per quattro anni, salvo poi decidere se riscattarla o meno.
Racconti a margine del ‘sistema Raucci’ descritto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere guidata da Maria Antonietta Troncone. Il sistema che prende il nome di Francesco Raucci, l’uomo che tesseva i contatti tra Imperadore e le amministrazioni comunali e scriveva i bandi di gara su misura della Termotetti. Un sistema che ha consentito al gruppo di Imperadore di raccogliere appalti milionari a pioggia sul territorio dell’Alto Casertano.
Per il Gip di Santa Maria Capua Vetere Ivana Salvatore il capitolo sulle auto di lusso e la bella vita di Di Costanzo e di altri politici locali non indica con chiarezza la commissione di reati, in attesa degli approfondimenti investigativi disposti dai pm Giorgia De Ponte e Alessandro Di Vico. Ma ostentare Porsche mentre si chiedono prestiti “tratteggia un’opacità nello stile di vita di Di Costanzo” che lo renderebbe permeabile alle avance di persone senza scrupoli, e potrebbe spiegare che dietro gli appalti oggetto della corruzione non ci siano state soltanto alcune assunzioni di parenti e amici.
Di Costanzo era un forte giocatore d’azzardo, ricaricava dai 100 ai 200 euro alla volta sul suo conto Eurobet e almeno dal 2002 si recava periodicamente al Casinò di Venezia in compagnia di persone fidate, assessori e dirigenti comunali, dove ha movimentato assegni per 307.000 euro. Le sue difficoltà economiche dipendevano anche di debiti di gioco. Gli investigatori della Finanza ipotizzano che la candidatura a presidente della Provincia sia in qualche modo collegata ai debiti da saldare. Secondo la richiesta di custodia cautelare firmata dalla Procura, che cita “fonti confidenziali”, l’investitura di Di Costanzo “sarebbe stata caldeggiata dalla senatrice Maria Rosaria Rossi, (a lungo plenipotenziaria delle casse del partito di Berlusconi e già commissario azzurro a Caserta, ndr) sorella di Vittorio, al fine di ottenere la rinuncia da parte di Di Costanzo ad un ingente credito di gioco vantato nei confronti del fratello”.
La bella vita del sindaco-presidente della Provincia emerge dai alcuni verbali di persone molto bene informate del suo vizio del gioco. Dichiarazioni di Mario Bartolomeo, che in passato lo ha accompagnato a Venezia: “Di Costanzo si affidava a un procacciatore di clienti del Casinò, tale Roberto, per poter accedere a dei benefici. L’importo minimo da versare era di 15.000 euro: talvolta versava assegni, talvolta contanti. Come si può immaginare, cambiava contanti per riciclare denaro sporco”.
L’inchiesta vuole anche appurare come abbia fatto uno degli arrestati, il presidente del Pd di Caserta Vincenzo Cappello, sindaco di Piedimonte Matese, a permettersi le spese del college dei figli a Ginevra e i successivi studi bocconiani a Milano. Sono stati tracciati bonifici di Cappello in Svizzera per cifre esorbitanti. Anche in questo caso il Gip sottolinea che non c’è gravità indiziaria, Cappello viene arrestato per altre ragioni e altre circostanze. Non ci sono nemmeno i riscontri della casa a Capri che Imperadore avrebbe comprato a Cappello come segno di riconoscenza per un appalto. Lo afferma un teste, forse è vero, forse sono solo chiacchiere. La bella vita, a prescindere da come la ottieni, le genera in automatico.
Giustizia & Impunità
Caserta, la Porsche il Casinò e anche debiti. La “bella vita” del presidente della Provincia arrestato per appalti truccati
Racconti a margine del ‘sistema Raucci’ descritto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il sistema che prende il nome di Francesco Raucci, l’uomo che tesseva i contatti tra Imperadore e le amministrazioni comunali e scriveva i bandi di gara su misura della Termotetti. Un sistema che ha consentito al gruppo di Imperadore di raccogliere appalti milionari a pioggia sul territorio dell’Alto Casertano
Le inchieste sulla corruzione spesso scattano così, come 20 anni fa con Mario Chiesa e Mani Pulite a Milano, come oggi nella provincia di Caserta attraversata da uno scientifico sistema di tangenti e assunzioni clientelari sugli appalti dei rifiuti orchestrato dall’impresa Termotetti. Iniziano denunciando una persona ufficialmente povera o piena di debiti che però fa la bella vita e sfoggia auto di lusso. Come nel caso del presidente della Provincia di Caserta, l’azzurro Angelo Di Costanzo.
Quando il tenore di vita è sospetto, qualcosa non quadra. Lo immagina bene un imprenditore dell’igiene urbana, Rino Offredi. Il 22 luglio 2015 Offredi viene sentito dalla Guardia di Finanza come testimone per approfondire un esposto. E dice in sintesi: “Ho perso in circostanze sospette la gara del comune di Alvignano, l’ha vinta la Termotetti, tutti conoscono i rapporti del sindaco Di Costanzo (poi presidente della Provincia di Caserta, ndr) con il titolare del gruppo, Luigi Imperadore, e dopo l’aggiudicazione della gara il sindaco ha cominciato a girare con una Porsche. Come fa a permettersela, se è notorio che versa in difficoltà economiche e ha chiesto prestiti in giro a persone del paese”? E stiamo parlando di un macchinone, una Porsche Macan da 78.800 euro. Di Costanzo firma il contratto di locazione finanziaria dell’autovettura poche settimane prima dell’aggiudicazione della gara. Ne prende possesso il giorno prima: acconto di 16.000 euro e rate di locazione da 835 euro al mese per quattro anni, salvo poi decidere se riscattarla o meno.
Racconti a margine del ‘sistema Raucci’ descritto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere guidata da Maria Antonietta Troncone. Il sistema che prende il nome di Francesco Raucci, l’uomo che tesseva i contatti tra Imperadore e le amministrazioni comunali e scriveva i bandi di gara su misura della Termotetti. Un sistema che ha consentito al gruppo di Imperadore di raccogliere appalti milionari a pioggia sul territorio dell’Alto Casertano.
Per il Gip di Santa Maria Capua Vetere Ivana Salvatore il capitolo sulle auto di lusso e la bella vita di Di Costanzo e di altri politici locali non indica con chiarezza la commissione di reati, in attesa degli approfondimenti investigativi disposti dai pm Giorgia De Ponte e Alessandro Di Vico. Ma ostentare Porsche mentre si chiedono prestiti “tratteggia un’opacità nello stile di vita di Di Costanzo” che lo renderebbe permeabile alle avance di persone senza scrupoli, e potrebbe spiegare che dietro gli appalti oggetto della corruzione non ci siano state soltanto alcune assunzioni di parenti e amici.
Di Costanzo era un forte giocatore d’azzardo, ricaricava dai 100 ai 200 euro alla volta sul suo conto Eurobet e almeno dal 2002 si recava periodicamente al Casinò di Venezia in compagnia di persone fidate, assessori e dirigenti comunali, dove ha movimentato assegni per 307.000 euro. Le sue difficoltà economiche dipendevano anche di debiti di gioco. Gli investigatori della Finanza ipotizzano che la candidatura a presidente della Provincia sia in qualche modo collegata ai debiti da saldare. Secondo la richiesta di custodia cautelare firmata dalla Procura, che cita “fonti confidenziali”, l’investitura di Di Costanzo “sarebbe stata caldeggiata dalla senatrice Maria Rosaria Rossi, (a lungo plenipotenziaria delle casse del partito di Berlusconi e già commissario azzurro a Caserta, ndr) sorella di Vittorio, al fine di ottenere la rinuncia da parte di Di Costanzo ad un ingente credito di gioco vantato nei confronti del fratello”.
La bella vita del sindaco-presidente della Provincia emerge dai alcuni verbali di persone molto bene informate del suo vizio del gioco. Dichiarazioni di Mario Bartolomeo, che in passato lo ha accompagnato a Venezia: “Di Costanzo si affidava a un procacciatore di clienti del Casinò, tale Roberto, per poter accedere a dei benefici. L’importo minimo da versare era di 15.000 euro: talvolta versava assegni, talvolta contanti. Come si può immaginare, cambiava contanti per riciclare denaro sporco”.
L’inchiesta vuole anche appurare come abbia fatto uno degli arrestati, il presidente del Pd di Caserta Vincenzo Cappello, sindaco di Piedimonte Matese, a permettersi le spese del college dei figli a Ginevra e i successivi studi bocconiani a Milano. Sono stati tracciati bonifici di Cappello in Svizzera per cifre esorbitanti. Anche in questo caso il Gip sottolinea che non c’è gravità indiziaria, Cappello viene arrestato per altre ragioni e altre circostanze. Non ci sono nemmeno i riscontri della casa a Capri che Imperadore avrebbe comprato a Cappello come segno di riconoscenza per un appalto. Lo afferma un teste, forse è vero, forse sono solo chiacchiere. La bella vita, a prescindere da come la ottieni, le genera in automatico.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.