Un altro ufficiale in carcere per l’inchiesta sugli appalti della Marina militare a Taranto, che nei giorni scorsi ha portato all’arresto del capitano di vascello Giovanni Di Guardo, direttore di Maricommi, e dell’imprenditore Vincenzo Pastore. La Guardia di finanza ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Valeria Ingenito su richiesta del pm Maurizio Carbone, nei confronti del tenente di vascello Francesca Mola, 31 anni, collaboratrice di Di Guardo, accusata dei reati di concorso in corruzione aggravata e di turbata libertà degli incanti. La donna – a quanto si apprende – è stata rintracciata dai finanzieri nella propria abitazione di Crispiano e condotta nella casa circondariale di Taranto.
Lo stesso gip ha convalidato oggi l’arresto, eseguito dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto, nei confronti di Di Guardo, 56 anni, e Pastore, 69enne sindaco di Roccaforzata, e ha disposto nei loro confronti la custodia cautelare richiesta dal pm Carbone. Di Guardo era stato arrestato in flagranza di reato dopo aver ricevuto dall’imprenditore una tangente di 2500 euro quale acconto per l’aggiudicazione di un appalto – non ancora assegnato – di 11 milioni e 400mila euro per il servizio di pulizie. L’accusa è di corruzione nell’ambito di una inchiesta relativa a un appalto della forza armata.
In una nota, la Marina Militare “continua ad auspicare che si faccia chiarezza al più presto su tutta la faccenda, che si possano rapidamente chiudere le indagini e definire la posizione di chi è coinvolto. Nel frattempo la fiducia nel lavoro della magistratura è totale”. Nel merito della vicenda, continua la nota, “dagli approfondimenti interni condotti risulta che nessun atto amministrativo di impegno da parte della Marina Militare è stato assunto in quanto la gara in questione non si è svolta e l’appalto non è stato aggiudicato”. L’inchiesta “ha quindi scongiurato il compimento di ulteriori reati che avrebbero portato a maggior nocumento per la pubblica amministrazione”.