Lo hanno preso poche ore dopo avere diffuso il suo identikit. È stato arrestato dopo una sparatoria a Linden, nel New Jersey, Ahamad Khan Rahami, sospettato per le bombe di New York e per l’esplosione avvenuta sabato mattina a Seaside Park. Rahami, 28 anni, afghano naturalizzato americano, è di Elizabeth, in New Jersey. Secondo quanto riportato dal Washington Post la famiglia Rahami vive e lavora nell’edificio, dove l’Fbi aveva ordinato un raid nelle prime ore della mattina del 19 settembre. A tradire l’uomo sono state le impronte digitali ritrovate su uno degli ordigni.
Poi, dopo la diffusione dell’identikit, alle forze dell’ordine è arrivata una segnalazione che localizzava la sua automobile a circa 20 chilometri da New York. Ed è proprio mentre gli agenti si avvicinavano al veicolo che Rahami ha aperto il fuoco, scatenando una sparatoria: due poliziotti sono rimasti feriti, mentre il sospetto è stato colpito alla spalla destra, ma è stato medicato, ed appare cosciente, mentre in barella viene caricato su un’ambulanza, nelle immagini diffuse dalle televisioni statunitensi. Ora gli inquirenti stanno cercando di determinare se Rahami sia stato influenzato da gruppi militanti internazionali o del suo Paese di origine. “Non ci sconfiggeranno mai, come americani noi non ci arrenderemo mai alla paura. Questo è l’ ingrediente principale nella lotta ai terroristi: noi continueremo a guidare la coalizione nella lotta all’Isis”, ha commentato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Arriva dunque la svolta nelle indagini per gli attentati negli Stati Uniti a poche ore del ritrovamento di cinque bombe vicino ai binari della stazione Elisabeth in New Jersey. Sono cinque, invece, persone fermate nel corso delle indagini sull’ordigno esploso sabato 17 settembre nel quartiere Chelsea, nel cuore di New York . Poche ore dopo ritrovati altri tre congegni collegati tra loro con dei fili di tipo “pipe-bomb” (tubo bomba): erano piazzati lungo il tragitto della gara podistica di beneficenza di sabato a Seaside Park, ma solo uno è esploso. La bomba che è esplosa non ha provocato vittime perché l’inizio della gara – poi annullata – era stato ritardato.
La tensione negli Stati Uniti resta comunque alta, dato che ancora nessuno ha rivendicato ufficialmente l’azione. Funzionari di polizia citati dai media hanno fatto sapere che il timore è che ci sia una cellula terroristica attiva composta da molteplici attori e l’ipotesi avanzata è che gli eventi delle ultime ore siano collegati tra loro. Il New York Times ha rivelato che il congegno esploso a Manhattan era pieno “di schegge e frammenti metallici” ed era concepito per fare il massimo danno.
La città è blindata da ore e sono state messe in campo imponenti misure di sicurezza. In mattinata si è aperto l summit sui rifugiati voluto nell’ambito della 71esima Assemblea generale dell’Onu e si attende l’arrivo dei leader mondiali. “Vedrete una presenza massiccia del Nypd questa settimana, la più grande che mai”, ha dichiarato il sindaco Bill de Blasio. Il dipartimento della Sicurezza interna Usa, invece, sottolinea che tra la bomba di New York e gli esplosivi trovati in New Jersey “c’è un collegamento“. E non è un caso, infatti, che Rahami è sospettato di entrambi gli attentati.
WANTED: Ahmad Khan Rahami, 28, in connection to the Chelsea explosion. Call #800577TIPS with any information. pic.twitter.com/rBDQGfXwbh
— NYPD NEWS (@NYPDnews) 19 settembre 2016
Zaino con cinque ordigni in New Jersey – L’allarme per i nuovi ordigni era scattato intorno alle 21 (3 ora italiana) di domenica 18 settembre quando due uomini hanno trovato uno zaino sospetto dentro un secchio della spazzatura vicino ai binari del treno da cui fuoriuscivano tubi e fili elettrici. Gli artificieri sono arrivati poco dopo e una delle bombe è esplosa mentre un robot di una squadra di artificieri dell’Fbi cercava di disinnescarla. Secondo fonti investigative citate da Nbc, si tratta di un congegno molto simile all’ordigno esploso a Seaside park, in New Jersey, domenica mattina. Interrotto il traffico ferroviario.
Fermate 5 persone per la bomba nel quartiere Chelsea – Cinque persone sono state fermate nelle scorse ore per l’attacco nel quartiere Chelsea: i sospetti sono sotto interrogatorio e nessuno finora è stato incriminato. Fonti investigative hanno fatto sapere che i sospetti nascondevano delle armi nel suv su cui viaggiavano e sono residenti a Elisabeth. I fermi sono stati effettuati dall’Fbi a un posto di blocco nei pressi del ponte di Verrazano che unisce Brooklyn a Staten Island. Si tratta di una delle arterie che portano verso il principale scalo aereo di New York, il Jfk, e non è chiaro se la vettura si dirigesse proprio verso l’aeroporto oppure in direzione contraria.
Report: One of the suspects arrested en route from New Jersey to JFK airport pic.twitter.com/5kDOUxDITj
— TheLastRefuge (@TheLastRefuge2) September 19, 2016
Bombe con schegge e frammenti per fare il massimo danno possibile – Mentre continuano le indagini e ancora si aspetta una rivendicazione ufficiale dell’attacco, il New York Times ha rivelato che la bomba esplosa a Chelsea è stata realizzata con una pentola a pressione, così come il secondo ordigno rinvenuto pochi isolati dopo. Le due bombe erano piene di schegge e frammenti metallici e concepite per fare il massimo danno in termini di caos e di vittime. L’esplosivo utilizzato sarebbe la tannerite (una potente miscela di nitrato e perclorato d’ammonio) e come detonatori sono stati usati vecchi telefonini cellulari a conchiglia e fili elettrici di alcune luci di Natale. La composizione dell’ordigno ricorda quella delle bombe utilizzate per la strage alla maratona di Boston.
BREAKING PHOTO! Here is the second device found by a NYSP Sgt. At 27 street and 7 Ave. investigation is ongoing pic.twitter.com/x7o9Rr30I3
— New York City Alerts (@NYCityAlerts) September 18, 2016
Tre persone sospette in video – Dai video in possesso della polizia emergono tre persone sospette nelle indagini sull’esplosione a New York, secondo Nbc, che cita fonti vicino all’inchiesta. In un filmato si vede un uomo che lascia cadere qualcosa dentro o vicino un cassonetto dei rifiuti sulla 23esima strada, dove è esploso l’ordigno sabato notte. In un altro video riguardante la 27/ma strada, dove è stata rinvenuta la pentola a pressione ‘bomba’, si vedono un uomo che lascia dietro di sé una valigia o una valigetta prima che altre due persone compaiano, estraggano l’ordigno e si allontanino solo con la valigia. Secondo il New York Post una telefonata anonima aveva annunciato alla polizia altre deflagrazioni dopo quella del 17 settembre. “Sto guardando l’esplosione in fondo all’isolato. Ce ne saranno altre”, aveva detto l’anonimo interlocutore che ha telefonato alla polizia qualche ora dopo l’attacco.
Nessuna rivendicazione. Cuomo: “Atto di terrorismo” – Le indagini delle forze dell’ordine stanno cercando di stabilire le connessioni tra gli eventi delle ultime ore. Per il momento non c’è stata nessuna rivendicazione ufficiale. A fianco di una delle bombe di New York è stato ritrovato un foglietto con un messaggio indecifrabile. Gli inquirenti che stanno indagando sugli ordigni di New York e New Jersey stanno riscontrato “delle similarità tra le bombe, non sono identiche ma vi sono similarità nel modo in cui sono state assemblate”, ha detto il governatore di New York, Andrew Cuomo, intervistato dalla Cnn. Cuomo ha poi anche affermato che, stando a quanto raccolto dagli inquirenti che stanno interrogando i sospetti fermati, “gli indizi possono suggerire che vi sia una pista internazionale“. “Già ieri ho detto che chiaramente si tratta di un atto di terrorismo – ha concluso – la domanda è se abbia collegamenti internazionali, e credo che la risposta a questo potrebbe arrivare già oggi”.
Scintille Trump – Clinton – I due attentati hanno riacceso la polemica a distanza tra i due candidati alla successione di Obama. Gli attacchi di sabato mostrano che le fallimentari politiche di Obama e Hillary Clinton non ci terranno al sicuro! Io renderò l’America nuovamente sicura”, è il commento scritto su Twitter dal candidato dei Repubblicani alla Casa Bianca Donald Trump. “Dobbiamo essere vigili ma non spaventati. Scegliamo la determinazione, non la paura”, ha invece detto la sfidante democratica Hillary Clinton, che poi ha replicato a Trump: “Io sono l’unica candidata in questa corsa che ha preso parte a decisioni difficili per eliminare terroristi dal campo di battaglia”.