“La vera storia del Movimento 5 stelle come nessuno fino ad oggi l’ha mai raccontata. Dallo scontro tra Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio ai malumori sullo statuto tra il leader e il figlio del cofondatore”. Dopo un countdown di una settimana, gli ex M5s Marco Canestrari e Nicola Biondo hanno lanciato il progetto “Supernova, come è stato ucciso il M5s” e una raccolta fondi in rete per poter scrivere un libro con “documenti esclusivi, retroscena inediti e un resoconto dettagliato”. I vertici del Movimento da quanto si apprende non replicheranno. Per i grillini si apre una delle settimane più delicate che culminerà con il raduno di Italia 5 stelle a Palermo e mentre tutti gli occhi sono puntati sulla crisi della giunta di Roma, l’obiettivo è non prestare il fianco ad ulteriori polemiche.
Gli autori sono due ex dello staff di Casaleggio e del Movimento: Biondo oltre ad essere stato perito giudiziario ausiliario e aver collaborato con varie testate giornalistiche, per un anno e mezzo ha diretto l’ufficio comunicazione M5s alla Camera e se n’è andato dopo un duro scontro all’interno del gruppo nel post Europee; Canestrari è uno sviluppatore informatico, nel periodo 2007-2010 ha lavorato per la Casaleggio associati e ad aprile 2016 ha creato un sito che monitora le spese dei parlamentari 5 stelle.
Il primo capitolo dato in esclusiva ai giornalisti e a chi ha deciso di fare una donazione di almeno 5 euro si intitola “l’ultima telefonata”. Parte dal presunto scontro che ci sarebbe stato tra Grillo e Casaleggio pochi giorni prima della morte di quest’ultimo. “E’ uno dei passaggi più rilevanti e drammatici della storia del Movimento: testimonia quello che il Movimento già non è più”, scrivono. Il motivo della lite sarebbe derivato, si legge, dal fatto che Casaleggio negli ultimi tempi aveva informato meno il comico delle evoluzioni della struttura generale: dalla nascita del Blog delle Stelle al portale Rousseau. Canestrari e Biondo scrivono anche che Grillo, quando dal palco di Imola annunciò che avrebbe tolto il suo nome dal simbolo, non era convinto: “Non credo sia questo che la nostra gente vuole”, avrebbe detto dietro le quinte.
La rottura tra i due cofondatori, sempre secondo gli autori, è la stessa che oggi c’è tra Grillo e Davide Casaleggio. Ora al centro della discussione c’è il “non statuto” che regola il funzionamento del Movimento. A fine luglio scorso il direttorio ha incontrato Grillo, il nipote Enrico e il commercialista per parlare dei cambiamenti da apportare al documento. In quel momento si ipotizza addirittura di cedere la proprietà del simbolo ai cinque parlamentari e nei giorni successivi il blog annuncia che ci sarà un voto in rete per arrivare con un testo condiviso per fine settembre. Questo non è mai successo e sul ritardo nessuno si è mai espresso. Secondo Canestrari e Biondo la causa è uno scontro che vede contrapposti Grillo e Davide Casaleggio e in mezzo il direttorio. Sullo sfondo anche la guerra di potere tra i parlamentari scelti per rappresentare il gruppo: gli ortodossi Carla Ruocco e Roberto Fico sono descritti come i più fedeli al comico e in opposizione ai sempre più indipendenti Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. “Ecco perché quella di Palermo potrebbe essere davvero l’ultima festa di Beppe Grillo da leader del Movimento”, concludono i due autori le prime sei pagine del libro.