Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che aveva detto che l’Inter non avrebbe mai perso contro la Juve.
1. E infatti non ha perso. A dire il vero avevo previsto un pareggio e 26 punti juventini nelle prime dieci giornate: 8 vittorie e 2 pareggi, compreso quello di ieri. Invece ha perso. Quindi, stante le 8 vittorie sicure e lo scudetto a fine anno, farà 25 o 27 punti. Cambia poco e chi parla di Juve ridimensionata è pazzo. Alludo anche al pareggio col Siviglia: ragazzi, il calcio non finisce a Pinerolo. Esistono anche le rivali straniere e il Siviglia ha vinto le ultime 178 Europa League di fila. Il pareggio ci sta: era il Siviglia, non il Ciggiano.
2. Juve ridimensionata no, ma presuntuosa sì. Anzitutto Allegri, che sbaglia formazione, piazza Pjanic regista (odia quel ruolo) in un match complesso e tiene troppo in panchina Higuain. Okay, Gonzalo Ciambello sembra ancora Jimmy Cinquepance, ma dopo un minuto ha sfiorato il gol di testa: uno così, in panchina, mai. O comunque pochissimo, soprattutto se l’alternativa è questo Mandzukic. La sconfitta avrà comunque effetti assai benefici, come accadde dopo la sconfitta col Sassuolo nel 2015. La Juve alzerà il livello, diventerà ancor più efferata e infierirà con inaudito sadismo sulle avversarie. Sangue ovunque, un martirio a cielo aperto. Juve campione del mondo. Agile, in scioltezza.
3. Prima che Lerner faccia i trenini con Vecchioni cantando “Frankie Special One”, ricordo sommessamente che: 1) Anche Stramaccioni spezzò le reni ai bianconeri, per giunta allo Juventus Stadium; 2) Anche Mancini, l’uomo che sussurrava all’anticalcio, diede 3-0 ad Allegri (in Coppa Italia, lo so). Accadrà ancora, ma come continuità la Juve non ha rivali in Italia.
4. Sull’Inter scherzo spesso, e chi non lo capisce è un Giarrusso, ma la sua vittoria non mi stupisce. E’ nel Dna nerazzurro alternare figure imbarazzanti (Hapoel Beer Sheva) a imprese vere. Ieri ha meritato la vittoria: Icardi mostruoso. Lo ripeto: Inter da Champions League. Le uniche più forti sono Juve, che pure ha battuto, e Napoli (con cui se la gioca). Non è inferiore (anzi) alla Roma ed è sicuramente superiore a Milan, Fiorentina, Lazio, Sassuolo (lodi eterne) e tutte le altre. Ha speso tanto, ha molti campioni e deve arrivare terza. Il quarto posto sarebbe deludente, il quinto una gogna indicibile.
5. E anche per quest’anno la Roma non vincerà una mazza. Bah.
6. Sconcerto a Firenze: hanno vinto una partita rubacchiando. Non gli capita spesso. Il motivo è semplice: Nardella aveva promesso all’arbitro che, in caso di vittoria viola, si sarebbe dimesso per arruolarsi nella Legione Fave Lesse, il corpo di battaglia a cui più tiene il Ministro Pinotti nella complessa operazione Ippocrate in Siria: ora puoi partire, Nardy. Ciao.
7. C’è gente a Guantanamo molto meno colpevole degli strateghi che hanno partorito le maglie dell’Inter giovedì e della Roma ieri.
8. Napoli oltremodo sontuoso, Milik soverchia e il Commodoro Marxista continua ad avere sempre l’espressione di chi trova sgradevolissimi i chewing-gum al gusto bile che non smette mai di masticare. Se vince lo scudetto, presento il Festival di Sanremo con Conti. Oltretutto Carlo è d’accordo. Vallette Rondolino in mutande e la Meli in ciabatte. Daje.
9. Quello di Memushaj contro la Lazio non era un rigore, ma l’imitazione di Costacurta nella finale della Coppa Intercontinentale del 2003. Imitazione riuscitissima, peraltro.
10. Inspiegabile vittoria del Milan a Marassi, dopo un secondo tempo pieno di pali, nefandezze arbitrali da ambo le parti e parate rare. Tre punti pesanti per Montella, atteso però dallo straziante trittico Lazio/Fiorentina/Sassuolo: se fa quattro punti è grasso che cola. A Genova ancora decisivo Bacca, che non ha mezze misure: o gioca da campione, o imita Nicoletta Braschi ne La tigre e la neve. A lunedì, anzi a giovedì perché domani già si ricomincia.