“Non esiste un dio della guerra, quello che vuole la guerra è il diavolo che vuole uccidere tutti”. Papa Francesco è arrivato ad Assisi per la Giornata di Preghiera per la pace che chiude l’evento interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane.
Al centro delle parole del pontefice quello che sta avvenendo in Siria, dove l’Onu ha annunciato di voler sospendere gli aiuti umanitari dopo che un convoglio è stato bombardato. La guerra, la disumanità di una bomba che esplode facendo morti e feriti, tagliando la strada “all’aiuto umanitario” che non può arrivare a bambini, anziani, malati, è solo opera del “maligno” che “vuole uccidere tutti“. Per questo, è necessario pregare, anche piangere per la pace, tutte le fedi unite nella convinzione che “Dio è Dio di pace”.
Il grande giorno di Assisi, 30 anni dopo Giovanni Paolo II, è partito dalla cappella di Casa Santa Marta. “Oggi, uomini e donne di tutte le religioni, ci recheremo ad Assisi. Non per fare uno spettacolo: semplicemente per pregare e pregare per la pace”, sono state le prime parole del Papa all’omelia.
E ovunque, ha ricordato Francesco – come da lui chiesto in una lettera “a tutti i vescovi del mondo – oggi sono organizzati raduni di preghiera” che invitano “i cattolici, i cristiani, i credenti e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, di qualsiasi religione, a pregare per la pace”, giacché – ha esclamato nuovamente – “il mondo è in guerra! Il mondo soffre”.
“Oggi la Prima Lettura finisce così: ‘Chi chiude l’orecchio al grido del povero, invocherà a sua volta e non otterrà risposta’. Se noi oggi chiudiamo l’orecchio al grido di questa gente che soffre sotto le bombe, che soffre lo sfruttamento dei trafficanti di armi, può darsi che quando toccherà a noi non otterremo risposte. Non possiamo chiudere l’orecchio al grido di dolore di questi fratelli e sorelle nostri che soffrono per la guerra”, ha sottolineato Francesco.
Noi la guerra “non la vediamo”, ha continuato il Papa. “Ci spaventiamo” per “qualche atto di terrorismo” ma “questo non ha niente a che fare con quello che succede in quei Paesi, in quelle terre dove giorno e notte le bombe cadono e cadono” e “uccidono bambini, anziani, uomini, donne…”. “La guerra è lontana?”, si è chiesto il Papa. “No. E’ vicinissima”, perché “la guerra tocca tutti“, “la guerra incomincia nel cuore”.
“Che il Signore ci dia pace nel cuore, ci tolga ogni voglia di avidità, di cupidigia, di lotta. No. Pace, pace. Che il nostro cuore sia un cuore di uomo o di donna di pace. E oltre le divisioni delle religioni: tutti, tutti, tutti! Perché tutti siamo figli di Dio. E Dio è Dio di pace. Non esiste un dio di guerra: quello che fa la guerra è il maligno, è il diavolo, che vuole uccidere tutti”, ha aggiunto.
Di fronte a questo non possono esserci divisioni di fede, ha ribadito Francesco. Non basta ringraziare Dio perché magari la guerra “non ci tocca”. “Sì, ringraziamo per questo – ha detto – ma pensiamo anche agli altri”. “Pensiamo oggi non solo alle bombe, ai morti, ai feriti; ma anche alla gente – bambini e anziani – alla quale non può arrivare l’aiuto umanitario per mangiare. Non possono arrivare le medicine. Sono affamati, ammalati! Perché le bombe impediscono questo. E, mentre noi oggi preghiamo, sarebbe bello che ognuno di noi senta vergogna – ha concluso – Vergogna di questo: che gli umani, i nostri fratelli, siano capaci di fare questo. Oggi giornata di preghiera, di penitenza, di pianto per la pace; giornata per sentire il grido del povero. Questo grido che ci apre il cuore alla misericordia, all’amore e ci salva dall’egoismo”.
Al suo arrivo ad Assisi, Papa Francesco è stato accolto da mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo di Assisi, Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, Raffaele Cannizzaro, prefetto di Perugia e Stefania Proietti, sindaco di Assisi. Il Papa è accompagnato da mons. Angelo Becciu, Sostituto dalla Segreteria di Stato e da mons. George Gaenswein, prefetto della Casa pontificia. Dal campo sportivo di Santa Maria degli Angeli ora Bergoglio si è recato al Sacro Convento nella Basilica di San Francesco di Assisi.
Qui è stato accolto dal Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti. Il Papa ha salutato e abbracciato Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli; Ignatius Aphrem II, patriarca siro-ortodosso di Antiochia; Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa di Inghilterra; Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma; Abbas Shuman, vice presidente dell’Università Al-Azhar; il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi.