“Servono altri dieci anni di investimenti per rendere le nostre scuole davvero dei luoghi sicuri”. A lanciare la “sfida” allo Stato è Cittadinanzattiva che stamattina nella sala Igea dell’Istituto dell’enciclopedia italiana a Roma, alla presenza del ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia, ha presentato il XIV rapporto sulla sicurezza, la qualità e l’accessibilità a scuola puntando la lente d’ingrandimento sulla trasparenza e sul rischio sismico delle nostre aule.
“Purtroppo – ha detto Adriana Bizzarri, responsabile scuola dell’associazione – non siamo ancora fuori dal tunnel dell’emergenza”. Al di là delle parole sono i dati a rendere l’idea della situazione: negli ultimi tre anni scolastici si sono registrati 112 crolli con 18 feriti. Le regioni più coinvolte sono la Lombardia (16 incidenti), il Veneto (12), la Sicilia (11) e la Toscana (10). Solo nello scorso anno si contano 31 crolli di solai, tetti, controsoffitti, distacchi di intonaco, caduta di cancelli e ventilatori: episodi accaduti in modo differenziato al Nord, al Centro e al Sud, nei piccoli paesi così come nelle città.
Cittadinanzattiva non punta il dito contro il governo Renzi, al quale riconosce di aver finalmente considerato l’edilizia scolastica come un’emergenza e una priorità sulla quale investire ma non basta: “Il tema del controllo degli appalti, del coinvolgimento degli utenti, della possibilità di avere facile accesso alle informazioni e ai dati che riguardano ciascuna scuola resta un traguardo lontano”.
Sotto accusa finisce l’anagrafe dell’edilizia scolastica: “Mancano ancora l’8% dei dati e quelli delle certificazioni non sono ancora stati resi noti”. Il dossier, che presenta i dati raccolti in 150 scuole di dieci regioni diverse, ci racconta di un’Italia impreparata al terremoto dove una scuola su tre si trova in zona sismica ma solo l’8% di circa 25.532 edifici (più della metà del patrimonio nazionale) è stata progettata secondo la normativa antisismica; un Paese dove gli impianti elettrici conformi alle regole sono solo in un’aula su quattro e dove mancano ancora carta igienica e sapone nei bagni.
Rischio sismico
A livello nazionale il 54% delle scuole si trova in zona sismica e quasi il 30% degli istituti è nella fascia uno e due, le più pericolose. Eppure il certificato di vulnerabilità sismica è registrato, secondo i dati riportati dalla fonte ministeriale, solo nel 9% degli edifici. Nonostante ciò una scuola su sei presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato e una scuola su quattro ha chiesto interventi di tipo strutturale che quasi in un caso su tre non sono mai stati effettuati.
Le denunce dei responsabili del servizio di protezione e prevenzione o dei dirigenti sembrano cadere nel vuoto visto che l’81% di loro ha chiesto all’ente proprietario della scuola un intervento ma in un caso su quattro non è stato fatto. Nemmeno sul piano della prevenzione sembra funzionare tutto alla perfezione: il piano di emergenza, utile alla gestione dell’emergenza, in Abruzzo è stato fatto solo nel 27,18% delle scuole e in Calabria l’informazione risulta persino assente.
Formazione del personale
Di fronte a questo quadro dovremmo almeno avere docenti e collaboratori scolastici preparati ma non è così. Cittadinanzattiva mette il dito nella piaga: i corsi sulla sicurezza vengono fatti solo nel 64% dei casi così come quelli per la prevenzione incendi. Migliora il dato per quanto riguarda quelli sulle prove di evacuazione arrivando al 79% ma “queste attività – spiega il rapporto – vengono seguite sempre più di malavoglia da parte dei destinatari a causa di una proposta estremamente generica e tagliata sui luoghi di lavoro in generale e meno sulla scuola”.
Sicurezza interna
La situazione non va meglio all’interno degli edifici. Nel 28% delle scuole a più piani, non sono presenti le scale di sicurezza. Mancano le porte anti panico nell’82% dei bagni, nell’80% delle aule e delle biblioteche, nel 37% delle mense e nel 33% delle palestre. Unica nota positiva la presenza in tutte le scuole degli estintori.
Le barriere restano
E’ una battaglia impossibile da vincere. Per i ragazzi disabili la scuola resta inaccessibile. Solo il 23% degli edifici su più piani dispone di un ascensore e quando è presente in una scuola su quattro non è funzionante. Ci sono barriere architettoniche nel 35% delle biblioteche, nel 28% dei bagni, nel 14% delle mense e nel 78% delle aule non c’è spazio sufficiente per consentire il movimento di una carrozzina.
I problemi di sempre
Restano infine le questioni gravi e irrisolte tanto da sembrare “normali”. La prima: il problema delle certificazioni posto all’attenzione della Madia visto che il loro rilascio e l’accessibilità a questi dati riguarda l’intera pubblica amministrazione. Solo il 32% (il 3% in meno del 2015 e del 2014) delle scuole del campione monitorato ha il certificato igienico sanitario mentre quello di agibilità lo possiede il 35% degli istituti. In alcune regioni il dato richiesto non viene fornito oppure dichiarano di non avere la certificazione: è il caso della Calabria dove unendo le due voci si arriva al 94,14%.