Il ministero dell’Interno non ha mai smentito la presenza di Angelino Alfano all’inaugurazione del ristorante Pitti a Catania. O almeno non l’ha fatto ufficialmente, pur avendone l’occasione, e nonostante il responsabile del Viminale abbia più volte sottolineato il contrario, annunciando di essere pronto a querelare sia Il Fatto Quotidiano che Mario Michele Giarrusso, il senatore del Movimento 5 Stelle autore di un attacco all’indirizzo dello stesso Alfano durante la festa nazionale dei pentastellati in corso a Palermo.
Ma andiamo con ordine. La vicenda del ristorante Pitti di Catania esplode due giorni fa, quanto la procura antimafia della città etnea ordina il sequestro preventivo del locale. Il motivo? Secondo gli inquirenti la società che lo gestisce è riconducibile a Salvatore Caruso, coinvolto in un’operazione antimafia del gennaio scorso contro la cosca Santapaola – Ercolano. Il ristorante aveva già conquistato le pagine di cronaca il 29 settembre del 2015, quando un articolo pubblicato dal blog “Il Post Viola” – e ripreso da diverse testate locali – segnalava la presenza dello stesso Alfano all’inaugurazione del locale, proprio mentre era in corso a Catania la festa della polizia. Una presenza, quella del ministro dell’Interno in città, che non era certo passata inosservata, dato che per l’occasione l’intera zona di piazza Manganelli – a ridosso della quale si trova il ristorante – era stata blindata e sgomberata dalle automobili per lasciare spazio a un codazzo di auto blu. “È inaccettabile la chiusura di un intero quartiere e preavviso ai residenti solo la mattina, al fine di consentire la partecipazione di un Ministro all’inaugurazione di un ristorante”, commentava infatti Adele Palazzo, segretaria del Pd Centro Storico di Catania, in un comunicato stampa datato 1 ottobre 2015. “Ho scritto quel comunicato dopo aver saputo dai residenti della presenza di Alfano in piazza Manganelli compresa la visita al ristorante, che aveva provocato disagi all’intera zona, e nessuno – compreso il Ministro – ha mai smentito il contenuto della mia nota stampa”, dice l’esponente dem.
Eppure oggi Alfano smentisce quella circostanza, almeno mediaticamente. Ma così non ha fatto il suo viceministro Filippo Bubbico, rispondendo ad un’interrogazione a risposta scritta presentata dal deputato (ex M5s, ora Fratelli D’Italia) Walter Rizzetto. Il parlamentare chiedeva conto del denaro speso per consentire la partecipazione di Alfano alla festa della polizia. “Si è appreso che il 29 settembre il Ministro interrogato e il capo della polizia Alessandro Pansa hanno partecipato alla festa organizzata a Catania in occasione della ricorrenza di San Michele Arcangelo, finanziata con denaro pubblico; tali festeggiamenti non si limitavano esclusivamente alla funzione religiosa: sono proseguiti con banchetti ed eventi musicali in cui erano coinvolti oltre 90 musicisti che compongono la banda della polizia di Stato, suscitando l’indignazione degli agenti di polizia”, scriveva Rizzetto nella sua interrogazione depositata il 6 ottobre 2015. Poi il deputato citava l’episodio della visita al ristorante del leader Ncd super scortato. “Si apprende – proseguiva sempre il parlamentare – che circa 48 vetture in coda durante la parata abbiano, avuto funzione di scorta al Ministro interrogato, al capo della polizia Alessandro Pansa, al sindaco Enzo Bianco e alle altre personalità politiche presenti alla manifestazione, per raggiungere a fini privati il ristorante Pitti sito a ridosso di Piazza Manganelli resa parcheggio riservato alle vetture in questione, dopo aver rimosso e multato le vetture dei residenti di zona che, a quanto è dato sapere, non erano stati avvisati per tempo del divieto di sosta straordinario indetto il 29 settembre 2015”.
Per rispondere a Rizzetto, il Viminale impiega quattro mesi. Poi, il 4 febbraio 2016 ecco che arriva la risposta di Bubbico. Cosa scrive il viceministro dell’Interno nel suo atto parlamentare? Di tutto e di più. Comincia ricordando che “la Polizia di Stato ha due momenti solenni di celebrazione: la ricorrenza dell’anniversario di fondazione e quella dedicata al Santo Patrono che, nel caso specifico, ricorre il 29 settembre, giorno in cui si festeggia San Michele Arcangelo”. Prosegue spiegando che quest’anno “la banda musicale della Polizia di Stato ha tenuto un concerto presso il teatro Massimo Bellini, concesso a titolo gratuito, offrendo alla cittadinanza un momento di condivisione e vicinanza con l’istituzione”. Precisa addirittura “che l’orchestra, al pari delle formazioni musicali delle altre Forze di polizia e Forze armate, ha tra i compiti istituzionali quello di esibirsi su tutto il territorio nazionale”. Parole utilizzate per spiegare o smentire la visita scortata di Alfano al ristorante Pitti? Zero. Bubbico semplicemente non ne parla: risponde punto su punto all’interrogazione di Rizzetto ma sceglie di glissare sulla presenza di Alfano al ristorante poi sequestrato per mafia. E pazienza se adesso dal Viminale annunciano querele sottolineando che “la dichiarazione di Giarrusso è ancora più grave perché giunge dopo la reiterazione odierna di una smentita che già il ministro Alfano aveva fatto il 3 ottobre del 2015″. Una rettifica che evidentemente deve essere sfuggita anche a Bubbico. Che, infatti, quattro mesi dopo aveva la possibilità di rendere ufficiale quella smentita verbale di Alfano, mettendola nero su bianco nella risposta all’interrogazione di Rizzetto. Dove però della presenza del ministro all’inaugurazione del ristorante sequestrato per mafia semplicemente non si parla. Come dire: verba volant, scripta manent.
Twitter: @pipitone87
Politica
Alfano inaugurò ristorante di Catania poi sequestrato per mafia? Lui nega: “Querelo”. Ma in Parlamento non smentì
A fine settembre 2015 il capo del Viminale era nel capoluogo per la festa della Polizia. Pochi giorni dopo il Pd locale denunciava: "È inaccettabile la chiusura di un intero quartiere al fine di consentire la partecipazione di un Ministro all’inaugurazione di un ristorante". La segretaria del circolo dem: "Mai smentiti". Alfano ha detto a giornali e agenzie di non aver partecipato a quell'evento, ma a un'interrogazione a risposta scritta presentata alla Camera da Walter Rizzetto, il vice di Alfano Filippo Bubbico evitava di evadere la richiesta di chiarimento su quella serata
Il ministero dell’Interno non ha mai smentito la presenza di Angelino Alfano all’inaugurazione del ristorante Pitti a Catania. O almeno non l’ha fatto ufficialmente, pur avendone l’occasione, e nonostante il responsabile del Viminale abbia più volte sottolineato il contrario, annunciando di essere pronto a querelare sia Il Fatto Quotidiano che Mario Michele Giarrusso, il senatore del Movimento 5 Stelle autore di un attacco all’indirizzo dello stesso Alfano durante la festa nazionale dei pentastellati in corso a Palermo.
Ma andiamo con ordine. La vicenda del ristorante Pitti di Catania esplode due giorni fa, quanto la procura antimafia della città etnea ordina il sequestro preventivo del locale. Il motivo? Secondo gli inquirenti la società che lo gestisce è riconducibile a Salvatore Caruso, coinvolto in un’operazione antimafia del gennaio scorso contro la cosca Santapaola – Ercolano. Il ristorante aveva già conquistato le pagine di cronaca il 29 settembre del 2015, quando un articolo pubblicato dal blog “Il Post Viola” – e ripreso da diverse testate locali – segnalava la presenza dello stesso Alfano all’inaugurazione del locale, proprio mentre era in corso a Catania la festa della polizia. Una presenza, quella del ministro dell’Interno in città, che non era certo passata inosservata, dato che per l’occasione l’intera zona di piazza Manganelli – a ridosso della quale si trova il ristorante – era stata blindata e sgomberata dalle automobili per lasciare spazio a un codazzo di auto blu. “È inaccettabile la chiusura di un intero quartiere e preavviso ai residenti solo la mattina, al fine di consentire la partecipazione di un Ministro all’inaugurazione di un ristorante”, commentava infatti Adele Palazzo, segretaria del Pd Centro Storico di Catania, in un comunicato stampa datato 1 ottobre 2015. “Ho scritto quel comunicato dopo aver saputo dai residenti della presenza di Alfano in piazza Manganelli compresa la visita al ristorante, che aveva provocato disagi all’intera zona, e nessuno – compreso il Ministro – ha mai smentito il contenuto della mia nota stampa”, dice l’esponente dem.
Eppure oggi Alfano smentisce quella circostanza, almeno mediaticamente. Ma così non ha fatto il suo viceministro Filippo Bubbico, rispondendo ad un’interrogazione a risposta scritta presentata dal deputato (ex M5s, ora Fratelli D’Italia) Walter Rizzetto. Il parlamentare chiedeva conto del denaro speso per consentire la partecipazione di Alfano alla festa della polizia. “Si è appreso che il 29 settembre il Ministro interrogato e il capo della polizia Alessandro Pansa hanno partecipato alla festa organizzata a Catania in occasione della ricorrenza di San Michele Arcangelo, finanziata con denaro pubblico; tali festeggiamenti non si limitavano esclusivamente alla funzione religiosa: sono proseguiti con banchetti ed eventi musicali in cui erano coinvolti oltre 90 musicisti che compongono la banda della polizia di Stato, suscitando l’indignazione degli agenti di polizia”, scriveva Rizzetto nella sua interrogazione depositata il 6 ottobre 2015. Poi il deputato citava l’episodio della visita al ristorante del leader Ncd super scortato. “Si apprende – proseguiva sempre il parlamentare – che circa 48 vetture in coda durante la parata abbiano, avuto funzione di scorta al Ministro interrogato, al capo della polizia Alessandro Pansa, al sindaco Enzo Bianco e alle altre personalità politiche presenti alla manifestazione, per raggiungere a fini privati il ristorante Pitti sito a ridosso di Piazza Manganelli resa parcheggio riservato alle vetture in questione, dopo aver rimosso e multato le vetture dei residenti di zona che, a quanto è dato sapere, non erano stati avvisati per tempo del divieto di sosta straordinario indetto il 29 settembre 2015”.
Per rispondere a Rizzetto, il Viminale impiega quattro mesi. Poi, il 4 febbraio 2016 ecco che arriva la risposta di Bubbico. Cosa scrive il viceministro dell’Interno nel suo atto parlamentare? Di tutto e di più. Comincia ricordando che “la Polizia di Stato ha due momenti solenni di celebrazione: la ricorrenza dell’anniversario di fondazione e quella dedicata al Santo Patrono che, nel caso specifico, ricorre il 29 settembre, giorno in cui si festeggia San Michele Arcangelo”. Prosegue spiegando che quest’anno “la banda musicale della Polizia di Stato ha tenuto un concerto presso il teatro Massimo Bellini, concesso a titolo gratuito, offrendo alla cittadinanza un momento di condivisione e vicinanza con l’istituzione”. Precisa addirittura “che l’orchestra, al pari delle formazioni musicali delle altre Forze di polizia e Forze armate, ha tra i compiti istituzionali quello di esibirsi su tutto il territorio nazionale”. Parole utilizzate per spiegare o smentire la visita scortata di Alfano al ristorante Pitti? Zero. Bubbico semplicemente non ne parla: risponde punto su punto all’interrogazione di Rizzetto ma sceglie di glissare sulla presenza di Alfano al ristorante poi sequestrato per mafia. E pazienza se adesso dal Viminale annunciano querele sottolineando che “la dichiarazione di Giarrusso è ancora più grave perché giunge dopo la reiterazione odierna di una smentita che già il ministro Alfano aveva fatto il 3 ottobre del 2015″. Una rettifica che evidentemente deve essere sfuggita anche a Bubbico. Che, infatti, quattro mesi dopo aveva la possibilità di rendere ufficiale quella smentita verbale di Alfano, mettendola nero su bianco nella risposta all’interrogazione di Rizzetto. Dove però della presenza del ministro all’inaugurazione del ristorante sequestrato per mafia semplicemente non si parla. Come dire: verba volant, scripta manent.
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".