Nell’aprile 2014 la sua nomina fece scalpore tra le alte sfere della magistratura. Renzi la volle a tutti i costi come responsabile del dipartimento affari giuridici della presidenza del Consiglio: un segnale di rottura col passato. E così Antonella Manzione, sorella minore del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, da comandante dei Vigili urbani si ritrovò catapultata in quella “stanza dei bottoni” dove vengono scritte le leggi: una delle più importanti dell’apparato statale. E adesso sembra che la sua carriera stia per compiere un altro balzo in avanti. Come svela Sergio Rizzo sulle pagine Corriere della Sera, infatti, il premier l’ha proposta come consigliere di Stato. Questa volta però non si tratterebbe di una “promozione”, dicono alcune fonti. Ma di una mossa di Palazzo Chigi per un ricambio al vertice del dipartimento affari giuridici dopo appena un anno e mezzo. Fatto sta che il nome della Manzione è stato incluso tra i sette consiglieri indicati direttamente dal governo, nonostante che il limite minimo per accedere al Consiglio senza concorso sia fissato in 55 anni. E lei ne ha solo 53.
Come ricorda il quotidiano di via Solferino, “il Consiglio di Stato è una magistratura particolare, perché giudica gli atti del governo ma al tempo stesso lo affianca nelle decisioni, e ha due componenti: quella del giudici entrati per concorso e quella dei nominati dall’esecutivo”. Tra questi ci sono “alti burocrati parlamentari a fine carriera, maxifunzionari con qualche credito (o risarcimento) da riscuotere e anche ex politici”. Tra i nomi avanzati dal governo, tra gli altri, quello del segretario generale di Palazzo Chigi Paolo Aquilanti e del comandante della Finanza Saverio Capolupo. Oltre, ovviamente, a quello della Manzione. La sua nomina alla fine è passata con nove voti contro sei. Ma non è la prima volta che la responsabile del dipartimento affari giuridici viene proposta per un posto in Consiglio di Stato. Già a febbraio 2015, infatti, la funzionaria era a un passo dall’entrare a Palazzo Spada.
La sua è una carriera brillante che l’ha portata a ricoprire incarichi di primo piano in vari comandi di Vigili urbani, prima di entrare nelle grazie del futuro premier. Nel 2010, quando Renzi è ancora sindaco, le viene affidato il comando della polizia municipale di Firenze. Dal 2013 al 2014 diventa invece dirigente del Comune. Poi il grande salto a Palazzo Chigi.
L’unica nota stonata di una carriera ricca di successi professionali è il duro scontro avuto con il sindaco di Pietrasanta, Massimo Mallegni. Nel 2002 Antonella Manzione è il comandante dei vigili nella cittadina versiliese. Denuncia di aver subito pressioni da parte del primo cittadino per cancellare una multa fatta da un vigile a un’auto del Comune. E’ la prima scintilla. Poi nel 2006 si apre una vicenda giudiziaria complessa. Le indagini sono nelle mani del pm Domenico Manzione, all’epoca sostituto Procuratore a Lucca e fratello del comandante dei Vigili.
Il magistrato ipotizza che il “massiccio intervento del sindaco sulla organizzazione della polizia municipale del Comune” è stato fatto per “favorire gli interessi economici della propria famiglia o di imprenditori comunque a lui legati”. In sostanza secondo l’accusa il sindaco avrebbe azzerato i vertici della polizia municipale per avere meno controlli nel campo dell’edilizia. E in questo contesto il pm inserisce anche “la rimozione della dottoressa Antonella Manzione”, sua sorella.
Il sostituto procuratore Manzione ordina anche l’arresto del sindaco che in primo grado viene condannato per abuso d’ufficio, corruzione impropria e violenza privata. Lo scorso aprile, la corte d’Appello di Firenze ha scritto nelle motivazioni della sentenza che la condanna inflitta dal giudice di primo grado è giusta, ma nel frattempo è arrivata la prescrizione: i reati contestati sono “sussistenti, ancorché ad oggi estinti per intervenuta prescrizione”. Viene invece bocciata in pieno la tesi del pm Manzione. I giudici dicono che il suo “impianto accusatorio non trova conferma”. La difesa parla di “sentenza d’appello al limite della fantascienza”.