Gli Stati indebitati devono fare una seria spending review invece che chiedere sempre più flessibilità, perché non è detto che la spesa pubblica abbia un effetto espansivo sull’economia. L’ammonimento arriva da Mario Draghi mentre i Paesi membri dell’Eurozona lavorano alla preparazione delle leggi di Bilancio e la Penisola si prepara a chiedere meno flessibilità rispetto alle indiscrezioni delle scorse settimane ma solo perché intende tener fuori dai vincoli del patto di stabilità spese per 7-8 miliardi di euro giustificandole con l’emergenza migranti e la ricostruzione post terremoto.
Il presidente della Bce, parlando in audizione davanti alla commissione Affari economici del Parlamento Ue, ha detto che i Paesi che “non hanno spazio di manovra” per effettuare investimenti “dovrebbero guardare alla composizione delle loro spese piuttosto che alla dimensione del bilancio”. E ha aggiunto: “Se guardiamo, molti di questi Paesi negli ultimi 10-15 anni prima della crisi hanno aumentato la spesa ma la crescita è rimasta stagnante o molto molto piccola. Non è assumendo gente perché non faccia nulla che si aumenta la crescita in un Paese”.
Draghi stava rispondendo all’eurodeputato M5S Marco Valli, che gli aveva chiesto come, nel quadro delle regole del patto di stabilità, i governi possano finanziare investimenti per promuovere la crescita economica. Il numero uno dell’Eurotower due settimane fa aveva sollecitato la Germania (che gli spazi di manovra li ha) a fare una manovra espansiva, che avrebbe ricadute positive anche sul resto dell’area euro. Oggi Draghi si è invece concentrato sui Paesi che non possono investire perché hanno già un debito oltre i limiti. E ha spiegato che nelle regole europee sui bilanci c’è effettivamente una “asimmetria” tra le due situazioni: chi non ha margine non è autorizzato a fare nuova spesa, mentre “chi ce l’ha non è obbligato a usarlo se non vuole”. I primi possono, come sta facendo l’Italia, chiedere flessibilità, ma per Draghi dovrebbero appunto “pensare di più alla composizione del bilancio piuttosto che alla sua dimensione”.