Chiamano le mazzette ‘piccoli caffè‘ e tutto funzionerebbe peggio che in Italia. L’inchiesta del Telegraph rischia di diventare il più grande scandalo nella storia del calcio inglese. E vede coinvolto anche un agente italiano, già noto alle cronache giudiziario-sportive. Perché le tangenti per il trasferimento dei giocatori non riguardano solo il ct della Nazionale Sam Allardyce, già costretto alle dimissioni, ma a quanto pare anche (almeno) otto allenatori di Premier League e due di Championship, la Serie B d’Oltremanica. Il lavoro del team investigativo del giornale britannico potrebbe quindi falciare altri tecnici di primo piano, non solo inglesi secondo quanto trapela. I reporter, fingendosi rappresentanti di una società asiatica che voleva aggirare le regole della Federazione sul trasferimento dei giocatori, oltre alla disponibilità di Allardyce a intascare 400mila sterline per aiutarli nel loro intento, sono riusciti a farsi spiegare da tre agenti come funziona il calciomercato dei club di Premier.
A fornire un quadro esaustivo è soprattutto un italiano, Pino Pagliara. Ignaro d’essere ripreso, l’agente sportivo racconta i retroscena di numerosi trasferimenti in maniera inequivocabile: “C’è sempre una cosa su cui posso fare affidamento: è l’avidità degli allenatori. Qui in Inghilterra è peggio che in Italia, dove già pensavo che fossero corrotti”, dice il 61enne seduto a un tavolo dell’hotel San Carlo di Manchester ai finti rappresentanti arabi. Un racconto dettagliato, quello di Pagliara, che ora nega tutto. “Ha accettato soldi per comprare giocatori?”, chiede il giornalista riferendosi a un allenatore di Premier, a quanto pare molto famoso. “Sì, giocatori di cui io ho gestito il trasferimento. Per esempio, tempo fa abbiamo concluso un trasferimento e l’allenatore mi ha chiesto se ci fosse un ‘piccolo caffè’ per lui”, spiega Pagliara.
Ma chi è Pino Pagliara? Un volto non nuovo per chi segue le vicende calcistiche italiane. Attivo nel mondo del pallone dagli anni Novanta, ha curato i trasferimenti di Fabrizio Ravanelli al Middlesbrough e Gianfranco Zola al Chelsea. È stato l’uomo di fiducia di Luciano Moggi in Inghilterra per la gestione delle operazioni tra la Juventus e le squadre britanniche. E soprattutto era incappato in una storiaccia di match combinati nel 2005, quand’era dirigente del Venezia. Dopo l’ultima partita del campionato di Serie B 2004/05 tra i lagunari e il Genoa di Enrico Preziosi, Pagliara venne ‘pizzicato’ dai carabinieri mentre a bordo della sua auto trasportava una valigetta contenente 250mila euro in contanti. Secondo l’allora dirigente si trattava solo dell’anticipo per il trasferimento di un giocatore, mentre secondo il pubblico ministero di Genova, che già indagava sulla partita, i soldi erano stati usati per truccare il match. La combine è costata a Pagliara la sospensione da ogni attività sportiva per cinque anni.
A causa della vicenda, Pagliara è tuttora senza licenza ma esercita ancora come consulente. E ai giornalisti sotto copertura ha spiegato anche come le mazzette arrivino poi ai tecnici: “Ho aperto tanti di quei conti bancari in Svizzera per allenatori che non hai neanche idea – spiega in un altro passaggio della conversazione – Non facciamo nessun pagamento diretto: ci sarà un contratto di consulenza con qualcuno di cui ci si fida abbastanza, che poi dovrà girare a sua volta la somma. È così che funziona. Nel calcio viene fatto tutto sotto il tavolo, credimi”.
L’italiano e altri due agenti filmati dal Telegraph hanno fatto i nomi di otto allenatori di Premier League, alcuni molto noti, e di due tecnici di Championship. Cinque di questi avrebbero ricevuto mazzette direttamente da loro e, sempre secondo il racconto dei tre, gli allenatori di Championship sarebbero più propensi alla corruzione perché i loro contratti sono meno ricchi. In attesa che il giornale inglese pubblichi i nomi dei manager coinvolti, la Federcalcio inglese ha ottenuto le registrazioni complete, incluse proprio le generalità degli allenatori che sono coperte da omissis negli articoli e nei video pubblicati dal quotidiano. Verrà quindi avviata un’indagine e se la ricostruzione degli agenti dovesse essere confermata, tutte le persone implicate rischiano lunghe e pesanti sanzioni.