Un libro inusuale e bello, dal tratto caratteristico e venato da un forte e riuscito simbolismo, inaugura la nuova collana di Miraggi Edizioni, Tamizdat (termine con cui nell’Europa del Blocco Sovietico venivano etichettate le pubblicazioni clandestine che sfidavano la censura), collana partorita e curata da Francesco Forlani e Alessandro De Vito.
Il libro in questione è Una storia tedesca, dell’americano a Parigi Roger Salloch (traduzione a cura di Laura Berna). Il plot ruota attorno alle falsità megalomane del nuovo corso della Germania nazista, e per far girare questo complesso ingranaggio narrativo Salloch affida a personaggi tratteggiati in modo secco e visceralmente crudi le redini del romanzo.
Dal nulla di stupidità endemica nello sguardo del delegato nazista in visita alla Stadt Galerie, agli squadroni delle SS che calpestano le strade di Berlino con i loro stivali luccicanti; dal maestro d’arte Reinhardt Korber, sommo interprete del bianco, alle allieve Lotte e Rebecca, amiche del cuore, in attesa di un poco lucente futuro; dallo sgretolato quotidiano collettivo di una nazione vittima della propria arroganza, alla onnipresente bluvestita Frau Ely, insegnante di Storia della Germania per pecorelle smarrite che sbeffeggiano, o forse ignorano, il potere dei libri.
Il testo dello scrittore, sceneggiatore, commediografo e fotografo statunitense è altamente evocativo e colpisce nella sua capacità di scuotere il lettore, di provare a suggerire un dibattito sulla letteratura di cui avremmo bisogno per sopravvivere alla futile evasione mainstream. Una storia tedesca è una storia coraggiosa, scritta con maestria, dove la forza del “tra le righe” è capacità di aprire scenari multipli di avvincente, riuscita carica simbiotica.
Un po’ Le città invisibili di Italo Calvino, e Le paysan de Paris di Louis Aragon con un pizzico di Jeorge Luis Borges, del Bestiario di Julio Cortázar, di Franz Kafka, di Alfred Kubin e di Gustav Meyrink il romanzo dello scrittore ceco Michal Ajvaz, L’altra Praga (traduzione di Raffaella Belletti, Atmosphere Libri).
La storia ha inizio in una libreria antiquaria di via Karlova, una strada che oggi non esiste più, e prosegue con un volume capace di aprire, per chi lo legge, altri mondi. E così ci si troverà in una caleidoscopica città diversa, parallela, metafisica, con feste di pesci nelle piazze, statue che accolgono alci, assurdi tram che traghettano in altre dimensioni, ragazze misteriose e coraggiose. L’altra Praga è un libro originale ed emozionante che mostra una città che molti conoscono vista sotto l’effetto di un acido lisergico letterario, dove fantasie oscure, spettrali e simboliche si fanno espressione di un cambiamento topografico spesso deleterio per chi ama e vive i luoghi.
I dodici cerchi, di Jurij Andruchovyc (traduzione di Lorenzo Pompeo, Del Vecchio Editore), racconta il viaggio del fotografo austriaco, di origine galiziane, Karl-Joseph attraverso l’Ucraina appena nata degli anni Novanta.
Esaltato dal mix di brutale post-socialismo reale, tradizione kitch e infatuazione popolare di tutto ciò che viene dall’ovest, il fotografo, innamorato della sua interprete, decide di accompagnarla sui Carpazi fino a una stramba osteria, ex centro dello spionaggio sovietico trasformata in un albergo popolato da ladri, guardie del corpo, spogliarelliste, naufraghi di qualsiasi sogno sociale, intellettuali, registi. I dodici cerchi è un romanzo sul labile concetto di frontiera, un romanzo metaforico e iperrealista allo stesso tempo, capace di stuzzicare il dubbio se fosse meglio il prima o l’adesso, e di farci domande sulla nostra comune identità europea.
Lorenzo Mazzoni
Scrittore e insegnante
Cultura - 4 Ottobre 2016
Libri, viaggio nella cultura mitteleuropea nei romanzi di Roger Salloch e Jurij Andruchovyc
Un libro inusuale e bello, dal tratto caratteristico e venato da un forte e riuscito simbolismo, inaugura la nuova collana di Miraggi Edizioni, Tamizdat (termine con cui nell’Europa del Blocco Sovietico venivano etichettate le pubblicazioni clandestine che sfidavano la censura), collana partorita e curata da Francesco Forlani e Alessandro De Vito.
Il libro in questione è Una storia tedesca, dell’americano a Parigi Roger Salloch (traduzione a cura di Laura Berna). Il plot ruota attorno alle falsità megalomane del nuovo corso della Germania nazista, e per far girare questo complesso ingranaggio narrativo Salloch affida a personaggi tratteggiati in modo secco e visceralmente crudi le redini del romanzo.
Una storia tedesca
Prezzo: 15.17€
Acquista su AmazonDal nulla di stupidità endemica nello sguardo del delegato nazista in visita alla Stadt Galerie, agli squadroni delle SS che calpestano le strade di Berlino con i loro stivali luccicanti; dal maestro d’arte Reinhardt Korber, sommo interprete del bianco, alle allieve Lotte e Rebecca, amiche del cuore, in attesa di un poco lucente futuro; dallo sgretolato quotidiano collettivo di una nazione vittima della propria arroganza, alla onnipresente bluvestita Frau Ely, insegnante di Storia della Germania per pecorelle smarrite che sbeffeggiano, o forse ignorano, il potere dei libri.
Il testo dello scrittore, sceneggiatore, commediografo e fotografo statunitense è altamente evocativo e colpisce nella sua capacità di scuotere il lettore, di provare a suggerire un dibattito sulla letteratura di cui avremmo bisogno per sopravvivere alla futile evasione mainstream. Una storia tedesca è una storia coraggiosa, scritta con maestria, dove la forza del “tra le righe” è capacità di aprire scenari multipli di avvincente, riuscita carica simbiotica.
Un po’ Le città invisibili di Italo Calvino, e Le paysan de Paris di Louis Aragon con un pizzico di Jeorge Luis Borges, del Bestiario di Julio Cortázar, di Franz Kafka, di Alfred Kubin e di Gustav Meyrink il romanzo dello scrittore ceco Michal Ajvaz, L’altra Praga (traduzione di Raffaella Belletti, Atmosphere Libri).
La storia ha inizio in una libreria antiquaria di via Karlova, una strada che oggi non esiste più, e prosegue con un volume capace di aprire, per chi lo legge, altri mondi. E così ci si troverà in una caleidoscopica città diversa, parallela, metafisica, con feste di pesci nelle piazze, statue che accolgono alci, assurdi tram che traghettano in altre dimensioni, ragazze misteriose e coraggiose. L’altra Praga è un libro originale ed emozionante che mostra una città che molti conoscono vista sotto l’effetto di un acido lisergico letterario, dove fantasie oscure, spettrali e simboliche si fanno espressione di un cambiamento topografico spesso deleterio per chi ama e vive i luoghi.
I dodici cerchi, di Jurij Andruchovyc (traduzione di Lorenzo Pompeo, Del Vecchio Editore), racconta il viaggio del fotografo austriaco, di origine galiziane, Karl-Joseph attraverso l’Ucraina appena nata degli anni Novanta.
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Acquista su AmazonEsaltato dal mix di brutale post-socialismo reale, tradizione kitch e infatuazione popolare di tutto ciò che viene dall’ovest, il fotografo, innamorato della sua interprete, decide di accompagnarla sui Carpazi fino a una stramba osteria, ex centro dello spionaggio sovietico trasformata in un albergo popolato da ladri, guardie del corpo, spogliarelliste, naufraghi di qualsiasi sogno sociale, intellettuali, registi. I dodici cerchi è un romanzo sul labile concetto di frontiera, un romanzo metaforico e iperrealista allo stesso tempo, capace di stuzzicare il dubbio se fosse meglio il prima o l’adesso, e di farci domande sulla nostra comune identità europea.
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Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.