Il suo nome era finito nel registro degli indagati, nel più totale riserbo, dopo le dichiarazioni di Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative rosse arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. Ma la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione della posizione del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Nei confronti del governatore i pm di piazzale Clodio contestavano i reati di concorso in corruzione e tentata turbativa d’asta per fatti relativi all’acquisto del nuovo palazzo della Provincia di Roma e la gara Cup della Regione Lazio.

Il primo reato riguardava due episodi, uno avvenuto prima del 2011 e l’altro nel 2013. La turbata libertà degli incanti si riferiva a un episodio del 2014. Alla luce delle parole di Buzzi, gli inquirenti hanno effettuato verifiche che hanno evidenziato la “natura de relato di parte delle dichiarazioni, l’assenza di riscontri – è detto nella richiesta di archiviazione – la genericità di altra parte delle sue affermazioni che non possono configurare ipotesi di reato“.

Gli episodi di corruzione, su cui i magistrati non hanno trovato alcun riscontro, riguardano, presunte versamento di denaro, destinate a uno stretto collaboratore di Zingaretti, destinato a finanziare la campagna elettorale e denaro versato per l’ operazione legata all’acquisto della sede della Provincia di Roma, oggetto di una gara di appalto ad hoc. Per quanto riguarda la turbativa d’asta è relativa alla gara per il servizio Cup (centro unico prenotazioni sanitarie) istituita nel 2014 dalla Regione Lazio. Per questa vicenda lo scorso luglio è stato assolto dalle accuse l’ex capo di gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venafro.

Il 19 ottobre Zingaretti dovrà comparire come testimone, citato proprio dalla difesa di Salvatore Buzzi, nel processo a Mafia Capitale, e in quella sede il presidente della Regione potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere perché indagato nella stessa maxi-inchiesta. Anche se la decisione del gip dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. “Ho appreso dalle agenzie di stampa – si legge in una nota diffusa in serata dal governatore – che la Procura di Roma ha svolto delle indagini a seguito delle accuse che mi vennero rivolte da Salvatore Buzzi, che io querelai. Ora, dopo le doverose indagini compiute, la Procura ha chiesto l’archiviazione in attesa del pronunciamento del Gip. Continuo sereno la mia attività – conclude Zingaretti – e ringrazio la Procura per la serietà con cui ha svolto i dovuti accertamenti”.

Polemico il commento di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma per cui la Procura ha chiesto l’archiviazione pochi giorni fa, “è meraviglioso constatare che per il governatore del Lazio Nicola Zingaretti l’avviso di garanzia per reati connessi a Mafia Capitale si viene a sapere soltanto nel momento in cui è richiesto il proscioglimento. E l’interessato pensa tra l’altro di avvalersi di questo avviso di garanzia per non testimoniare al processo di Mafia Capitale. A Zingaretti sono stati risparmiati 2 anni di gogna mediatica -prosegue- nonostante non sia un privato cittadino, a differenza del sottoscritto, ma il responsabile apicale di una istituzione. Spero almeno che Zingaretti si assuma la responsabilità di rendere testimonianza al processo Mafia Capitale, dopo essersi evitato tutto il peso dei 2 anni di esposizione giornalistica che io ho dovuto subire”.

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