Dopo pochi giorni dall’apertura dell’inchiesta nei suoi confronti, si è dimesso il sindaco di Nicotera, Franco Pagano. Le sue dimissioni erano state chieste da più parti, soprattutto dopo le sue dichiarazioni rilasciate al Tgr Calabria in merito alle polemiche sorte dopo l’atterraggio, senza alcuna autorizzazione, di un elicottero nel luogo in cui si era appena celebrato il matrimonio di Antonio Gallone, imparentato con soggetti ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta.
Matrimonio al quale lo stesso sindaco, accompagnato dal suo vice, ha partecipato sostenendo sempre di non sapere nulla dell’elicottero in quanto si è recato direttamente al ristorante e non in chiesa. Rispondendo alle domande del Tgr, Pagano aveva affermato che “la cosca Mancuso ha altro da fare anziché occuparsi di un elicottero”.
Storia per la quale il sindaco Pagano e Antonio Gallone sono indagati assieme ad altre 5 persone per abuso di ufficio. Tra loro anche Enrico Abagnale, l’elicotterista al quale gli sposi si sono rivolti per fare un giro sopra le isole Eolie dopo la cerimonia. Si tratta dello stesso Abagnale coinvolto nella vicenda del funerale del boss Vittorio Casamonica celebrato a Roma nel 2015 quando dall’elicottero della Rototech Srl venivano lanciati petali di rosa lungo il tragitto della carrozza funebre.
Nei giorni scorsi, oltre all’avviso di garanzia, il procuratore di Vibo Michele Sirgiovanni ha notificato una serie di perquisizioni eseguite dai carabinieri anche nell’ufficio del sindaco Franco Pagano. Le dimissioni del primo cittadino, eletto nel 2012 con una lista civica, arrivano inoltre dopo la notizia che il prefetto di Vibo Valentia Carmelo Casabona ha inviato al ministro dell’Interno Angelino Alfano una richiesta di scioglimento del Comune di Nicotera per infiltrazioni mafiose.
Richiesta questa che non riguarda direttamente l’episodio dell’elicottero poiché avanzata già ad inizio agosto, un mese e mezzo prima del matrimonio di Antonio Gallone, figlio di Pino ritenuto dagli investigatori vicinissimo al boss Pantaleone Mancuso. Lo stesso Antonio Gallone, nel 2011, era stato sorpreso dai carabinieri mentre curava una vasta piantagione di cannabis. Se il Comune di Nicotera dovesse essere sciolto per mafia sarebbe la terza volte in meno di 15 anni.