Grazie a un video arrivato nelle mani del Washington Post, il mondo ha potuto sentire, direttamente dalla bocca di Donald Trump, i commenti arrapati del candidato repubblicano alla Presidenza.
Facsimile ancor più cafone del nostro Berlusconi ai tempi d’oro, Trump sciorina all’interno di un pullman, i suoi tentativi falliti di “scopare” una donna conosciuta nel 2005, anno in cui il video è girato. D’altronde, predica il Donald, “quando sei una star le donne si lasciano fare qualsiasi cosa. Puoi far loro di tutto. Prenderle per la passera. Puoi far loro di tutto”.
Indignano le parole di Trump? Ovvio. Sono altresì un tantino vomitevoli. Non è mai particolarmente piacevole associare l’immagine di un settantenne parruccone biondo, truccato più di Carlo Conti, all’atto sessuale. Produce istintivamente la smorfia di quando mangi una mela ancora acerba, qualcosa in bocca non va giù.
L’atteggiamento di Trump è lontano dall’essere sorprendente, e accomuna un bacino di uomini che dicono o hanno detto, che pensano o hanno pensato, pressappoco le stesse cose in bar, spogliatoi, cene tra amici. Anche le donne non sono propriamente delle suore nelle loro conversazioni intime. E’ goliardia, è comunanza, è appartenenza. Non c’è niente che susciti più ilarità che spararla grossa, concedersi qualche volgarità in mezzo ad amici fidati.
Quello che è inammissibile di Trump è il suo comportamento predatorio. E’ la corte del sultano circondato da buffoni e leccapiedi. Quel che ripugna non è tanto il manifesto desiderio di infilarsi tra le gambe di qualsiasi bella donna, quanto la patologica mancanza di rispetto.
Trump è privo di qualsiasi stima e considerazione, mostra una pulsione quasi senile nel manifestare una virilità ormai al tramonto. Per Trump e la sua cricca di piccoli uomini compiacenti pronti al giubilo, le donne sono oggetti da possedere, tacche da millantare al Golf Club durante un torneo o davanti a uno scotch. E’ valutarle come nudi pezzi di carne sentendosi autorizzati a chiamarle ‘Miss Piggy’, come nel caso della ex Miss Universo Alicia Machado, colpevole di essere “troppo grassa”. E’ glorificare il corpo a scapito della mente e dell’anima.
Il punto non è quanto a Trump piaccia fare sesso o se Trump sia stato o meno fedele alle sue mogli, ma la sua visione d’insieme della donna, ridotta a poco più che un paio di tette e una f**a. Che Trump sia quel che sia non è certo una novità, eppure milioni di persone hanno scelto lui e ciò che rappresenta, il suo pensiero, dunque anche il suo concetto di donna. E’ grazie ai suoi elettori che è arrivato fin qua. Segno che questo popolo di cavernicoli, polli che si credono aquile, di poco diversi da lui, condividono molto più di quello che vorremmo sperare.
Trump rappresenta la mediocrità, la piccolezza dell’uomo come essere umano. L’uomo che dagli impulsi più gretti – con cui tutti, uomini e donne, a tratti dobbiamo scendere a patti – si fa comandare.
E’ ironico come l’uccello di Trump sia fatalmente lo strumento che affosserà definitivamente le sue speranze di diventare presidente. Con quest’ultima sparata, il provolone smascherato ha imboccato il cammino della rottamazione, pronto per essere demolito per mano di una donna. Non tutte, carino, si possono conquistare.