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Ucciso un altro Ibis eremita da un bracconiere. Gli esperti: “Atto criminale. E’ un esemplare raro”

Tara è stato eliminato vicino Thiene (Vicenza) ad una settimana dal ritrovamento del corpo senza vita di Kato, giovane volatile della stessa specie ucciso il primo giorno della stagione venatoria. "Urliamo l'appello affinchè non si spari più contro questi animali" sottolinea Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo
Ucciso un altro Ibis eremita da un bracconiere. Gli esperti: “Atto criminale. E’ un esemplare raro”
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Prima hanno ucciso Kato, poi è stato eliminato Tara, entrambi rarissimi esemplari di Ibis eremita. “Urliamo l’appello affinché non si spari agli Ibis eremita! Si tratta di una specie estinta in Europa da 400 anni, che il progetto europeo Reason for hope sta tentando di riportare nei nostri cieli”,  sottolinea Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo, unico partner italiano del progetto di reintroduzione. “Un atto crudele e criminale, compiuto nei confronti di un animale così particolare che nessuno avrebbe potuto confondere con altre specie – dice Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali Selvatici – per questo ci aspettiamo una dura presa di posizione delle associazioni venatorie che dimostrino, con i fatti, la loro condanna del bracconaggio aiutando gli inquirenti ad individuare il responsabile dell’uccisione!”. L’esemplare rarissimo, di nome Tara, è stato impallinato nei pressi di Thiene, Vicenza, l’8 settembre, ad una settimana dal ritrovamento del corpo senza vita di Kato, giovane volatile della stessa specie ucciso il primo giorno della stagione venatoria a Punta Ala, in provincia di Grosseto.

“Chiamateci allo 045.7170113 se avvistate Ibis eremita in difficoltà!” spiega il direttore scientifico del Parco Natura Viva nel Veronese, vicino al Lago di Garda. Tara, uccello di cinque anni, che aveva imparato la rotta di svernamento grazie ad una passata migrazione guidata dall’uomo e ora stava accompagnando il giovane Enno da Salisburgo verso Orbetello, nel pieno della migrazione autunnale. La sua radiografia post mortem ha evidenziato numerosi pallini in tutto il corpo e anche un proiettile nell’area dorsale, forse causato da un’arma ad aria compressa, partito da una distanza molto ravvicinata. “In questo momento stanno volando nei cieli italiani altri 17 Ibis che compiono il viaggio migratorio in direzione di Orbetello, mentre 20 sono già arrivati a destinazione e se gli esemplari adulti, che hanno già imparato la rotta di svernamento dall’Austria alla Toscana, continueranno ad essere abbattuti, non ci sarà nessuna speranza nemmeno per i più piccoli”.

“L’uccisione per mano dei bracconieri di due esemplari nel giro di otto giorni e a stagione venatoria appena iniziata – spiega Johannes Fritz, capo-progetto del Waldrappteam – compromette seriamente tutto il lavoro che abbiamo svolto negli anni per riportare l’Ibis eremita a vivere in Europa. Chiediamo alle associazioni venatorie nostre partner di agire in maniera decisa per contrastare la piaga della caccia illegale, che danneggia la reputazione internazionale dell’Italia e della sua comunità venatoria”. Prima di Kato e Tara infatti, c’è stata l’uccisione di Goja e Jedi, per i quali il cacciatore è stato condannato meno di un mese fa alla sospensione della licenza di caccia e ad una sanzione pecuniaria.

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