“Non ho mai guadagnato un euro in modo illecito in vita mia, quei soldi sono frutto del mio lavoro frenetico di 10 mesi e avevo intenzione di pagare le tasse e mettermi in regola“. Fabrizio Corona ha provato a difendersi davanti al gip di Milano. Nel giorno dell’interrogatorio di garanzia, dopo l’arresto di tre giorni fa, per l’indagato arriva un altro guaio. La Procura di Milano ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo di annullare il provvedimento con cui il gip Ambrogio Moccia, alla fine di settembre, aveva evitato all’ex re dei paparazi di ritornare in cella riconoscendo la continuazione tra i reati di estorsione, tentata estorsione e bancarotta, per i quali è stato condannato in via definitiva.
L’interrogatorio: “Ho due conti in Austria, sì a rogatoria”
Durante l’interrogatorio Corona ha dato il suo assenso alla rogatoria inoltrata dai pm in Austria, dove avrebbe portato soldi in contanti. Come ha spiegato il suo legale, l’avvocato Ivano Chiesa, l’indagato ha rivelato che in Austria “ci sono due conti” dove sono depositati “circa 900 mila euro”. Gli inquirenti, infatti, nei giorni scorsi avevano avviato una rogatoria per arrivare al sequestro di quelle somme (nell’ordinanza di custodia cautelare si parla di 1-1,5 milioni di euro), che si aggiungono agli oltre 1,7 milioni di euro trovati nel controsoffitto della casa di Francesca Persi, collaboratrice di Corona. Che nel corso dell’interrogatorio avrebbe spiegato che “c’è chi nasconde i soldi in cassaforte, mentre chi non ha la cassaforte li nasconde nel controsoffitto”. La donna ha dichiarato che i soldi trovati “sono i soldi della società Atena, guadagnati in nero e bisognava solo trovare un modo per versare l’Iva e i termini per versarla erano ancora aperti”. Allo stesso modo, secondo Persi e la sua difesa, i contanti portati in Austria e versati su un conto “non sono soldi di Corona ma della società“, di cui la donna era amministratrice. Proprio oggi, ha aggiunto il difensore, si è dimessa da amministratrice della società. Secondo la difesa, inoltre, i tre milioni di euro complessivi guadagnati “dalla società Atena” per cui lavorava Corona non sono un incasso troppo alto per le serate in discoteca, “anche perché Atena si occupa di comunicazione e ha tanti clienti”. Sempre secondo il difensore, “non ci sono altri conti o altri soldi in contanti in giro”. La stessa somma portata in Austria, a detta della difesa, “può essere riportata in Italia e sottoposta a tassazione”.
I pm contro il riconoscimento della continuazione
L’istanza dei pm alla Suprema corte è stata depositata l’altro ieri. I pm dell’esecuzione Nunzia Gatto e Nicola Balice hanno ravvisato nel provvedimento del gip una “macroscopica violazione” del codice di procedura penale che “impone al giudice del rinvio l’obbligo di uniformarsi alla sentenza della Cassazione” che aveva già accolto un primo ricorso contro il riconoscimento della continuazione da parte di un altro gip nel 2014, cosa che lo aveva fatto uscire dal carcere.
Chi ha potuto incontrarlo ha trovato Corona “abbattuto e molto sofferente dal punto di vista psicologico”. Nel frattempo gli inquirenti stanno lavorando per acquisire, tramite rogatoria, la documentazione contabile del conto austriaco e sequestrare le somme. A detta di Corona e della sua difesa quei soldi ‘cash’ non sarebbero altro che i compensi in nero per le sue serate in locali notturni e discoteche, su cui, tra l’altro, l’ex agente fotografico sarebbe ancora in tempo per pagare le tasse e non rischiare l’accusa di evasione fiscale. Sono “somme riconducibili all’attività svolta da Atena Srl e, per essa, da Corona”, aveva spiegato l’avvocato Chiesa, chiarendo che essendo “maturate negli ultimi due mesi dell’anno 2015 e nel corso dell’anno 2016, è ancora possibile sottoporre le stesse a tassazione in quanto i relativi termini di versamento delle imposte sono ancora aperti”.
Per il gip, tuttavia, come si legge nell’ordinanza, “sembra incredibile che Corona abbia racimolato circa 3 milioni di euro in neanche un anno di tempo (solo dall’ottobre 2015 aveva modo di muoversi liberamente per svolgere le citate serate)”. E, dunque, le indagini dovranno proprio “verificare se quelle somme in parte derivassero da altri canali“. Tanto che gli inquirenti vogliono sentire tutti i ‘clienti’ di Corona.
Il verbale della ex collaboratrice: “Decide tutto lui”
Nel frattempo, dai verbali di un’ex collaboratrice – la stessa che ha raccontato delle “buste bianche”, dei viaggi in Austria di Persi e ha detto di temere le reazioni di Corona – spuntano altri dettagli sulla gestione degli affari dell’ex agente fotografico. “Nella pratica -aveva messo a verbale la donna – il ruolo decisionale all’interno della società è esclusivamente di Corona che decide tutto: serate, compensi, metodologia del pagamento, se e quando pagare i fornitori ed i collaboratori, quali collaboratori assumere”. L’ex fotografo dei vip rischia di dover restare a lungo in cella, perché se è vero che la sua difesa proverà a far cadere la misura cautelare per gli ultimi fatti, a novembre (udienza fissata per l’8) potrebbe arrivare la revoca dell’affidamento in prova e ciò significherebbe dover scontare il restante cumulo delle pene già definitive (5 anni e 1 mese allo stato) in carcere. Senza contare il ricorso in Cassazione presentato dalla Procura.
Giustizia & Impunità
Fabrizio Corona al gip: “Volevo pagare le tasse”. Ricorso in Cassazione della procura contro continuazione dei reati
I pm chiedono di annullare il provvedimento con cui il gip Ambrogio Moccia, alla fine di settembre, aveva evitato all'ex re dei paparazi di ritornare in cella riconoscendo la continuazione tra i reati di estorsione, tentata estorsione e bancarotta, per i quali è stato condannato in via definitiva
“Non ho mai guadagnato un euro in modo illecito in vita mia, quei soldi sono frutto del mio lavoro frenetico di 10 mesi e avevo intenzione di pagare le tasse e mettermi in regola“. Fabrizio Corona ha provato a difendersi davanti al gip di Milano. Nel giorno dell’interrogatorio di garanzia, dopo l’arresto di tre giorni fa, per l’indagato arriva un altro guaio. La Procura di Milano ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo di annullare il provvedimento con cui il gip Ambrogio Moccia, alla fine di settembre, aveva evitato all’ex re dei paparazi di ritornare in cella riconoscendo la continuazione tra i reati di estorsione, tentata estorsione e bancarotta, per i quali è stato condannato in via definitiva.
L’interrogatorio: “Ho due conti in Austria, sì a rogatoria”
Durante l’interrogatorio Corona ha dato il suo assenso alla rogatoria inoltrata dai pm in Austria, dove avrebbe portato soldi in contanti. Come ha spiegato il suo legale, l’avvocato Ivano Chiesa, l’indagato ha rivelato che in Austria “ci sono due conti” dove sono depositati “circa 900 mila euro”. Gli inquirenti, infatti, nei giorni scorsi avevano avviato una rogatoria per arrivare al sequestro di quelle somme (nell’ordinanza di custodia cautelare si parla di 1-1,5 milioni di euro), che si aggiungono agli oltre 1,7 milioni di euro trovati nel controsoffitto della casa di Francesca Persi, collaboratrice di Corona. Che nel corso dell’interrogatorio avrebbe spiegato che “c’è chi nasconde i soldi in cassaforte, mentre chi non ha la cassaforte li nasconde nel controsoffitto”. La donna ha dichiarato che i soldi trovati “sono i soldi della società Atena, guadagnati in nero e bisognava solo trovare un modo per versare l’Iva e i termini per versarla erano ancora aperti”. Allo stesso modo, secondo Persi e la sua difesa, i contanti portati in Austria e versati su un conto “non sono soldi di Corona ma della società“, di cui la donna era amministratrice. Proprio oggi, ha aggiunto il difensore, si è dimessa da amministratrice della società. Secondo la difesa, inoltre, i tre milioni di euro complessivi guadagnati “dalla società Atena” per cui lavorava Corona non sono un incasso troppo alto per le serate in discoteca, “anche perché Atena si occupa di comunicazione e ha tanti clienti”. Sempre secondo il difensore, “non ci sono altri conti o altri soldi in contanti in giro”. La stessa somma portata in Austria, a detta della difesa, “può essere riportata in Italia e sottoposta a tassazione”.
I pm contro il riconoscimento della continuazione
L’istanza dei pm alla Suprema corte è stata depositata l’altro ieri. I pm dell’esecuzione Nunzia Gatto e Nicola Balice hanno ravvisato nel provvedimento del gip una “macroscopica violazione” del codice di procedura penale che “impone al giudice del rinvio l’obbligo di uniformarsi alla sentenza della Cassazione” che aveva già accolto un primo ricorso contro il riconoscimento della continuazione da parte di un altro gip nel 2014, cosa che lo aveva fatto uscire dal carcere.
Chi ha potuto incontrarlo ha trovato Corona “abbattuto e molto sofferente dal punto di vista psicologico”. Nel frattempo gli inquirenti stanno lavorando per acquisire, tramite rogatoria, la documentazione contabile del conto austriaco e sequestrare le somme. A detta di Corona e della sua difesa quei soldi ‘cash’ non sarebbero altro che i compensi in nero per le sue serate in locali notturni e discoteche, su cui, tra l’altro, l’ex agente fotografico sarebbe ancora in tempo per pagare le tasse e non rischiare l’accusa di evasione fiscale. Sono “somme riconducibili all’attività svolta da Atena Srl e, per essa, da Corona”, aveva spiegato l’avvocato Chiesa, chiarendo che essendo “maturate negli ultimi due mesi dell’anno 2015 e nel corso dell’anno 2016, è ancora possibile sottoporre le stesse a tassazione in quanto i relativi termini di versamento delle imposte sono ancora aperti”.
Per il gip, tuttavia, come si legge nell’ordinanza, “sembra incredibile che Corona abbia racimolato circa 3 milioni di euro in neanche un anno di tempo (solo dall’ottobre 2015 aveva modo di muoversi liberamente per svolgere le citate serate)”. E, dunque, le indagini dovranno proprio “verificare se quelle somme in parte derivassero da altri canali“. Tanto che gli inquirenti vogliono sentire tutti i ‘clienti’ di Corona.
Il verbale della ex collaboratrice: “Decide tutto lui”
Nel frattempo, dai verbali di un’ex collaboratrice – la stessa che ha raccontato delle “buste bianche”, dei viaggi in Austria di Persi e ha detto di temere le reazioni di Corona – spuntano altri dettagli sulla gestione degli affari dell’ex agente fotografico. “Nella pratica -aveva messo a verbale la donna – il ruolo decisionale all’interno della società è esclusivamente di Corona che decide tutto: serate, compensi, metodologia del pagamento, se e quando pagare i fornitori ed i collaboratori, quali collaboratori assumere”. L’ex fotografo dei vip rischia di dover restare a lungo in cella, perché se è vero che la sua difesa proverà a far cadere la misura cautelare per gli ultimi fatti, a novembre (udienza fissata per l’8) potrebbe arrivare la revoca dell’affidamento in prova e ciò significherebbe dover scontare il restante cumulo delle pene già definitive (5 anni e 1 mese allo stato) in carcere. Senza contare il ricorso in Cassazione presentato dalla Procura.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.