La riforma della macchina amministrativa del Comune di Roma è quasi pronta. Una vera e propria “rivoluzione” per la sindaca Virginia Raggi, un meccanismo “più complicato, che genererà solo confusione” secondo i sindacati. La Giunta si prepara ad approvare la nuova macrostruttura degli uffici del Campidoglio, che riallineerà i dipartimenti ai nuovi assessorati. Ma soprattutto entro il 31 ottobre dovranno essere riassegnati gli incarichi dirigenziali (oltre che pubblicato il bando per le posizioni organizzative) che vanno in scadenza. E il governo capitolino ha intenzione di farlo con un nuovo sistema meritocratico per “interpelli”: ogni dirigente si candiderà alla posizione che desidera occupare e sarà scelto sulla base del miglior curriculum. Anche se alla fine a decidere potrebbe essere ancora la politica. E il responsabile del personale, che è quel Raffaele Marra la cui presenza nell’amministrazione ha già provocato più di un malumore all’interno del Movimento 5 stelle.
VIA IL DIPARTIMENTO PER LE PERIFERIE, NASCE QUELLO ALLO SPORT – Il disegno della nuova macrostruttura – l’assetto organizzativo degli uffici capitolini – era uno dei primi provvedimenti attesi del governo. Per la sua elaborazione ci è voluto un po’ più del previsto, rallentata dalle note difficoltà dell’ultimo mese. La novità principale è la soppressione del Dipartimento per le Periferie, creato da Walter Veltroni per dedicare più attenzione alle zone meno centrali della Capitale, le cui competenze verranno riassegnate al Dipartimento Urbanistica, potenziato anche con le deleghe per la Città storica. In parallelo saranno istituite due nuove strutture importanti: il Dipartimento allo Sport e alle politiche giovanili, che nasce pur in assenza di un assessorato vero e proprio (la delega è del vicesindaco Frongia), anche in risposta alle accuse di trascurare lo sport dopo il no alle Olimpiadi; e quello al Turismo e lavoro. Per tutti bisognerà trovare chi li dirigerà. Ed è qui che si gioca la vera partita.
LA “RIVOLUZIONE” DEGLI INTERPELLI – Dei 196 dirigenti che presiedono gli uffici del Campidoglio, molti verranno spostati: è il cosiddetto “spoil system”, la nuova amministrazione cambia i vertici di alcuni uffici dopo il suo insediamento. In più, entro il 31 ottobre bisogna completare la rotazione prevista dal Piano Anticorruzione, secondo cui nessun dirigente può restare al proprio posto per più di tre anni consecutivi. Le due operazioni a questo punto si faranno insieme e muoveranno decine di poltrone che contano in Campidoglio: ad esempio il Capo della polizia locale, la Ragioneria, il potentissimo Dipartimento del Commercio (lo stesso che decide sui permessi degli ambulanti, su cui sono già in corso manovre), la Sovrintendenza ai Beni culturali. E il Movimento 5 stelle promette di assegnarle in modo “rivoluzionario”: “Ci apprestiamo a fare quello che nessuno ha mai fatto prima, con un riordino che valorizzerà merito e trasparenza”, ha spiegato Virginia Raggi.
Le nomine non avverranno più in maniera eterodiretta, ma ogni dirigente potrà “applicare” per le posizioni libere (ciascuno al massimo per una posizione), inviando curriculum e lettera motivazionale. E alla fine di questa fase di “candidature” verrà individuato il profilo migliore per ogni incarico. Un primo interpello, di natura “esplorativa”, è già stato fatto per il posto di capo dei vigili, per cui sono arrivate una decina di domande e che verrà preso a modello per le prossime gare. “Per la prima volta il merito prevarrà sulle vecchie logiche spartitorie”, afferma la sindaca. Anche se il nuovo meccanismo è ancora da perfezionare e secondo i sindacati presenta più di un’incognita.
“ALLA FINE SCEGLIE LA POLITICA” – La Fp Cgil di Roma Capitale mette in dubbio che il sistema possa funzionare e soprattutto cambiare realmente le cose: “Vengano pure gli interpelli, ma bisogna trovare un equilibrio fra volontarietà e fabbisogno. Se nessuno si candida per una posizione importante, cosa succede?”, chiede il responsabile Marco D’Emilia. “E poi c’è il Piano Anticorruzione che ha delle priorità ben precise. C’è il rischio di fare solo confusione”. In effetti lo stesso staff comunale che sta curando il procedimento ha ammesso che ci sono dei dettagli da limare, in particolare nella definizione dei posti liberi e nel sincronismo con la rotazione obbligatoria dell’Anticorruzione.
Alcune posizioni particolarmente delicate (come il vicecapo di gabinetto o la ragioneria generale) le nomine continueranno ad essere di natura fiduciaria, ma l’intenzione è quella di cambiare metodo. I sindacati, però, chiedono trasparenza: “Non basta parlare di meritocrazia. Servono criteri oggettivi, altrimenti le nomine resteranno discrezionali”. Al termine delle candidatura, la scelta sarà di competenza del capo del Personale, incarico attualmente ricoperto proprio da Raffaele Marra, molto vicino alla sindaca Raggi, già vicecapo di gabinetto e motivo di forti tensioni all’interno del M5s. “Senza norme chiare continuerà a decidere lui e la politica”, attacca la Cgil. Così fosse, le polemiche sarebbero assicurate.