“Dinto ‘o scuro addo’ llate si perdono, lla sicur’ me puo’ truva’.” Con Francesco Di Bella non si sbaglia mai, lo si trova sempre dove gli altri si perdono, ovvero dinto ‘o scuro. A distanza di vent’anni dal suo esordio con i 24 Grana, l’ex leader della band napoletana, ritorna da solista con un album di inediti, Nuova Gianturco (La canzonetta, 2016), con la produzione artistica di Daniele Sinigallia. Dieci tracce tra cui la cover di Brigante se more, capolavoro dei Musica Nova, che porta la firma di Eugenio Bennato e il compianto Carlo D’Angiò, qui rivisitata insieme a Dario Sansone dei Foja e Gnut. “Oltre all’omaggio a due grandi autori volevo sancire, nel disco, questo bel rapporto che si è creato sul palco con Dario e Gnut, basato sulla passione per il folk e il folk rock e questo pezzo mi sembrava adatto, un territorio comune”.
Anticipato dal singolo, Tre nummarielle, il disco mette al centro la periferia “Ca te spezz ‘o core, chin ‘e malincunia dove l’amore non basta”. “La periferia per me – continua Di Bella – è un non luogo dove tutto manca e a disposizione si ha solo immaginazione e forza di volontà e proprio per questo tutto ciò che avviene di bello è ancora più bello”.
Un album intimo e delicato, che racconta i sogni, le delusioni e le speranze di chi vive ai margini dell’impero. Un disco di presenze e di fantasmi, che dall’oscurità escono per raccontare la propria storia. E Di Bella non fa altro che prestare la propria voce a queste ombre diventando ora Aziz, per cantare il dramma degli immigrati insieme ai 99 Posse, ora Gina per raccontare la storia di una donna in fuga dal male dell’anima. E ancora la mancanza di lavoro, il sogno di ‘Na bella vita e la speranza di un Progetto insieme a Neffa, tra i brani più belli del disco e infine a chiudere la dolcissima Guardate fore. Di Bella si riconferma uno dei più originali cantautori italiani, sempre vero, mai banale perché sa che “le cose false non servono.”
A vent’anni dall’esordio con i 24 Grana, Nuova Gianturco è il primo disco di inediti da solista. Quanto ti manca il creare insieme alla band e cosa invece ti piace del lavorare da solo?
Creare è sempre bello, soprattutto avere la possibilità negli anni di migliorare le proprie tecniche compositive. Mi sento fortunato a fare dischi da vent’anni perché ho imparato tanto. Comporre con la band può costituire un limite ma anche un modo per superare i propri limiti, sono entrambe esperienze molto importanti.
Ancora una volta parli dell’emarginazione e cioè di chi vive nell’oscurità materiale, mentale e spesso mediatica. Perché ti affascina questo mondo?
Non saprei, credo che sia un modo per rendermi utile, per mettere la mia passione a disposizione anche di qualcun altro. Il mio obiettivo è sempre stato quello di descrivere le cose più nell’ombra, personaggi, sentimenti, situazioni e di andare contro l’ipocrita innocenza di tanta musica italiana.
Hai impiegato tantissimo per scrivere questo album, com’è nato?
È nato dall’idea che le periferie possono rinascere grazie agli artisti che ne raccontano la vitalità, l’umanità e la voglia di riscatto. Raccontare in positivo un luogo serve a restituire fiducia alla gente che vi abita. Volevo sottolineare l’importanza delle associazioni che operano dal basso e che cercano di ricucire un tessuto sociale lacerato criminalità, indigenza e conflitti interrazziali. Volevo raccontare col sorriso di quanto può essere bella e difficile la vita dove l’amore non basta.
Il disco inevitabilmente riflette i cambiamenti che ci sono stati nella tua vita tra cui due figli. Quanto hanno cambiato la tua vita e di conseguenza influenzato la tua creatività?
I figli cambiano tutto e ti fanno capire tante cose, non c’è da fare altro che assecondare questi cambiamenti e cercare di goderseli. A contatto con il loro mondo la creatività riceve sicuramente un’influenza positiva, bisogna incanalarla nei binari giusti.
Uno dei brani più belli del disco è Progetto dove come ospite compare Neffa, un artista non vicino al tuo mood. Com’è nata questa collaborazione?
Scrivendo il pezzo, sull’isola di Cefalonia ho pensato a lui e alla sua voce distaccata e nostalgica, mi sembrava perfetto. Amo molte sue canzoni, mi è sempre piaciuto e ho sempre apprezzato il suo stile, anche lui viene dai centri sociali e le situazioni di movimento e questa cosa, secondo me, nella sua voce ancora traspare. Inoltre credo che sia un bravissimo autore e produttore e lavorare insieme mi è piaciuto tanto.
Le periferie sono spesso, anche mentali, vere e proprie gabbie in cui si è relegati. Come ci si libera?
Credo che cercare di attivare e dare fiducia ad associazioni e reti di associazioni “dal basso” sia l’unico modo per uscire dall’oscurità. Come è successo a Gianturco con Officina oppure Scampia col Gridas e il Mammuth. Io auspico il sorgere di una nuova periferia più consapevole e indipendente.
In Blues napoletano canti: “Ossaje me piace assaje l’addore ‘e ‘sta città”. Napoli ancora ti ispira, anche se ormai vivi a Salerno con la tua famiglia. Oggi che rapporto hai con Napoli?
In realtà non mi sento emigrato, perché abito a pochi km e ci passo ogni settimana. Mi sento napoletano al cento per cento, coinvolto nel girone infernale della città, per questo ho scritto blues napoletano. L’unica cosa che non posso più fare è scegliere l’amministrazione (mi dice sorridendo).
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A67
Crossover-Rock Band
Musica - 16 Ottobre 2016
Francesco Di Bella, in ‘Nuova Gianturco’ tutte le periferie di Napoli
“Dinto ‘o scuro addo’ llate si perdono, lla sicur’ me puo’ truva’.” Con Francesco Di Bella non si sbaglia mai, lo si trova sempre dove gli altri si perdono, ovvero dinto ‘o scuro. A distanza di vent’anni dal suo esordio con i 24 Grana, l’ex leader della band napoletana, ritorna da solista con un album di inediti, Nuova Gianturco (La canzonetta, 2016), con la produzione artistica di Daniele Sinigallia. Dieci tracce tra cui la cover di Brigante se more, capolavoro dei Musica Nova, che porta la firma di Eugenio Bennato e il compianto Carlo D’Angiò, qui rivisitata insieme a Dario Sansone dei Foja e Gnut. “Oltre all’omaggio a due grandi autori volevo sancire, nel disco, questo bel rapporto che si è creato sul palco con Dario e Gnut, basato sulla passione per il folk e il folk rock e questo pezzo mi sembrava adatto, un territorio comune”.
Anticipato dal singolo, Tre nummarielle, il disco mette al centro la periferia “Ca te spezz ‘o core, chin ‘e malincunia dove l’amore non basta”. “La periferia per me – continua Di Bella – è un non luogo dove tutto manca e a disposizione si ha solo immaginazione e forza di volontà e proprio per questo tutto ciò che avviene di bello è ancora più bello”.
Un album intimo e delicato, che racconta i sogni, le delusioni e le speranze di chi vive ai margini dell’impero. Un disco di presenze e di fantasmi, che dall’oscurità escono per raccontare la propria storia. E Di Bella non fa altro che prestare la propria voce a queste ombre diventando ora Aziz, per cantare il dramma degli immigrati insieme ai 99 Posse, ora Gina per raccontare la storia di una donna in fuga dal male dell’anima. E ancora la mancanza di lavoro, il sogno di ‘Na bella vita e la speranza di un Progetto insieme a Neffa, tra i brani più belli del disco e infine a chiudere la dolcissima Guardate fore. Di Bella si riconferma uno dei più originali cantautori italiani, sempre vero, mai banale perché sa che “le cose false non servono.”
A vent’anni dall’esordio con i 24 Grana, Nuova Gianturco è il primo disco di inediti da solista. Quanto ti manca il creare insieme alla band e cosa invece ti piace del lavorare da solo?
Creare è sempre bello, soprattutto avere la possibilità negli anni di migliorare le proprie tecniche compositive. Mi sento fortunato a fare dischi da vent’anni perché ho imparato tanto. Comporre con la band può costituire un limite ma anche un modo per superare i propri limiti, sono entrambe esperienze molto importanti.
Ancora una volta parli dell’emarginazione e cioè di chi vive nell’oscurità materiale, mentale e spesso mediatica. Perché ti affascina questo mondo?
Non saprei, credo che sia un modo per rendermi utile, per mettere la mia passione a disposizione anche di qualcun altro. Il mio obiettivo è sempre stato quello di descrivere le cose più nell’ombra, personaggi, sentimenti, situazioni e di andare contro l’ipocrita innocenza di tanta musica italiana.
Hai impiegato tantissimo per scrivere questo album, com’è nato?
È nato dall’idea che le periferie possono rinascere grazie agli artisti che ne raccontano la vitalità, l’umanità e la voglia di riscatto. Raccontare in positivo un luogo serve a restituire fiducia alla gente che vi abita. Volevo sottolineare l’importanza delle associazioni che operano dal basso e che cercano di ricucire un tessuto sociale lacerato criminalità, indigenza e conflitti interrazziali. Volevo raccontare col sorriso di quanto può essere bella e difficile la vita dove l’amore non basta.
Il disco inevitabilmente riflette i cambiamenti che ci sono stati nella tua vita tra cui due figli. Quanto hanno cambiato la tua vita e di conseguenza influenzato la tua creatività?
I figli cambiano tutto e ti fanno capire tante cose, non c’è da fare altro che assecondare questi cambiamenti e cercare di goderseli. A contatto con il loro mondo la creatività riceve sicuramente un’influenza positiva, bisogna incanalarla nei binari giusti.
Uno dei brani più belli del disco è Progetto dove come ospite compare Neffa, un artista non vicino al tuo mood. Com’è nata questa collaborazione?
Scrivendo il pezzo, sull’isola di Cefalonia ho pensato a lui e alla sua voce distaccata e nostalgica, mi sembrava perfetto. Amo molte sue canzoni, mi è sempre piaciuto e ho sempre apprezzato il suo stile, anche lui viene dai centri sociali e le situazioni di movimento e questa cosa, secondo me, nella sua voce ancora traspare. Inoltre credo che sia un bravissimo autore e produttore e lavorare insieme mi è piaciuto tanto.
Le periferie sono spesso, anche mentali, vere e proprie gabbie in cui si è relegati. Come ci si libera?
Credo che cercare di attivare e dare fiducia ad associazioni e reti di associazioni “dal basso” sia l’unico modo per uscire dall’oscurità. Come è successo a Gianturco con Officina oppure Scampia col Gridas e il Mammuth. Io auspico il sorgere di una nuova periferia più consapevole e indipendente.
In Blues napoletano canti: “Ossaje me piace assaje l’addore ‘e ‘sta città”. Napoli ancora ti ispira, anche se ormai vivi a Salerno con la tua famiglia. Oggi che rapporto hai con Napoli?
In realtà non mi sento emigrato, perché abito a pochi km e ci passo ogni settimana. Mi sento napoletano al cento per cento, coinvolto nel girone infernale della città, per questo ho scritto blues napoletano. L’unica cosa che non posso più fare è scegliere l’amministrazione (mi dice sorridendo).
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Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il partito di Giorgia Meloni é nei guai fino al collo e la maggioranza spaccata platealmente come dimostra la dissociazione di Forza Italia dalla conferenza stampa dei suoi alleati. Dagli assetti europei alla guerra in Ucraina allo spionaggio con Paragon, dalle parti di Fratelli d’Italia non sanno dove girarsi e allora attaccano l’ex presidente Conte. Era evidente fin dall’inizio l’intento da parte della destra di usare a fini politici la commissione parlamentare sul Covid, ora il re è nudo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Stamane alcuni ragazzi sulle scale di Montecitorio hanno gettato dei sacchetti con del cibo che la Gdo cestina ogni giorno per richiamare la nostra attenzione sul Giusto Prezzo e sul fatto che il cibo di qualità sia un privilegio per pochi, al contrario di quello che il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida sostiene". Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera
"Mentre solo pochi giorni fa dichiaravano sullo spreco alimentare e sull’importanza di evitarlo, oggi che fanno i Presidenti di Camera e Senato? Fontana li accusa di atti vandalici e La Russa lo ha definito un atto vile. Ma ci rendiamo conto? Questi sarebbero atti vili e vandalici? E cosa facciamo noi per alleviare le sofferenze di quei produttori che nonostante l’inflazione e il caro prezzi non ricevono soldi in più? Cosa facciamo per quei consumatori costretti a rinunciare a proteine e carboidrati, al cibo sano e sostenibile perché troppo costoso? E soprattutto cosa diciamo a dei ragazzi che ci richiamano con parole pulite e striscioni corretti a dare delle risposte concrete senza offendere nessuno?".
"La maggioranza e il governo, il ministro Lollobrigida che oggi attendiamo in Aula dovrebbero rispondere su questo non offendere dei giovani innocenti che si preoccupano giustamente del nostro e loro futuro!”.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Picierno è una signora che ogni mattina si sveglia pensando a una sciocchezza da dire sul Movimento 5 Stelle. Picierno è un'infiltrata dei fascisti nella sinistra. Chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti: non ha nulla a che vedere con la sinistra. E' un'infiltrata dei fascisti. Cosa ha in comune con la sinistra chi chiede più armi e più povertà? Picierno lo chiede in ogni situazione". Lo ha detto l'eurodeputato M5S, Gaetano Pedullà, a L'Aria che Tira su La7.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - E' stato solo momentaneo lo stop della colata lavica di ieri pomeriggio sull'Etna. Come conferma all'Adnkronos Giuseppe Salerno, dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "la colata lavica è attiva" e prosegue, "e attualmente c'è una eruzione in corso". La colata lavica continua così ad avanzare lentamente lungo il fianco occidentale dell'Etna in direzione Sud-Ovest, attestandosi intorno a 1.800 metri di quota.
Intanto, sui paesini intorno al vulcano continua a 'piovere' cenere lavica. È l'effetto dell'eruzione sommitale in corso sul vulcano attivo più alto d'Europa con una bocca effusiva che si è aperta, l'8 febbraio scorso, a quota 3.050 metri, alla base del cratere Bocca Nuova.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Non so se è chiara la gravità di quello che sta accadendo, ma temo proprio di no. Provo a mettere brevemente in fila i fatti per spiegarlo". Lo scrive Matteo Orfini del Pd sui social.
"Come noto, un software spia (Graphite, prodotto dalla azienda Paragon) è stato utilizzato per spiare attivisti politici e giornalisti come il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Quando è emersa la notizia il governo ha negato ogni responsabilità. Ul Guardian ha scritto che a causa dell'uso improprio l'azienda Paragon aveva sospeso il contratto col nostro paese. Il ministro Ciriani ha detto in parlamento che non era vero, e che il software era ancora pienamente operativo. Due giorni dopo le dichiarazioni di Ciriani una nota del governo comunicava la sospensione dell'uso del software stabilita d'intesa con la società che lo produce per consentire approfondimenti sulle violazioni. In realtà a quanto pare la sospensione è stata voluta dalla società produttrice a fronte di un uso improprio del software (quindi Ciriani aveva mentito al Parlamento)".
"Ma chi è in possesso del software? I servizi segreti e le varie polizie giudiziarie che operano per conto delle procure. I servizi hanno smentito risolutamente di aver utilizzato illegalmente il software per spiare giornalisti. Le procure possono utilizzarlo solo per reati gravissimi e onestamente pare assai poco realistico che il direttore di Fanpage sia sotto indagine per terrorismo internazionale. Resta dunque una sola ipotesi, ovvero che sia stato utilizzato illegalmente e autonomamente da un corpo di polizia giudiziaria. Ma quale? Praticamente tutti i corpi di polizia hanno smentito di aver utilizzato lo spyware per intercettare giornalisti e attivisti. A parte uno: la polizia penitenziaria".
"Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti al governo che non ha risposto. Oggi alla Camera era previsto il question time, ovvero la sessione in cui i gruppi parlamentari interrogano il governo e i ministri hanno l'obbligo di rispondere. Pd e Iv avevano previsto di chiedere se la polizia penitenziaria avesse accesso o meno allo spyware in questione. Il quesito era stato ritenuto ammissibile dalla presidenza della Camera. Ieri il governo ha fatto sapere che non intende rispondere perché le informazioni sono "classificate", ovvero non divulgabili".
"E' falso -prosegue Orfini-, perché non c'è nulla di classificato nel rispondere si o no a una domanda semplice e trasparente come quella che abbiamo fatto. Sapere se la penitenziaria ha in dotazione il software è una domanda lecita a cui basta rispondere si o no. La polizia penitenziaria dipende dal ministero di giustizia di Nordio. E la delega specifica la ha Delmastro. Voi capite che visti i precedenti dei due la vicenda diventa ancora più inquietante. Un software in dotazione al governo è stato utilizzato illegalmente per spiare giornalisti e attivisti".
"Il governo invece di fare chiarezza e difendere chi è stato spiato illegalmente, sta utilizzando tutti gli strumenti possibili per insabbiare questa vicenda gravissima. E per evitare di rispondere. Il che, in tutta onestà, non fa che aumentare i dubbi e i sospetti. Ah, ovviamente la Meloni è sparita anche in questo caso".
Seul, 19 feb. (Adnkronos/Dpa/Europa Press) - Le autorità di Seul si sono dette disponibili ad accogliere i soldati nordcoreani che sono stati catturati sul territorio ucraino mentre combattevano assieme alle truppe russe e che intendono disertare. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri della Corea del Sud in un comunicato in cui precisa che "i soldati nordcoreani sono cittadini sudcoreani secondo la Costituzione. Rispettare la volontà di questi individui è conforme al diritto internazionale".
Secondo le ultime informazioni, numerosi soldati nordcoreani sono rimasti feriti durante il conflitto, dopo essere stati schierati a sostegno della Russia nel quadro dell’accordo di difesa strategica raggiunto l’anno scorso tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un. Le autorità ucraine hanno annunciato la cattura di due soldati nordcoreani che combattevano a fianco delle truppe russe nella provincia russa di Kursk, dove Kiev ha lanciato un'operazione militare l'estate scorsa. Il governo di Kiev ha proposto di restituirli alla Corea del Nord nel caso Pyongyang fosse disposta a facilitare uno scambio con i soldati ucraini attualmente detenuti in Russia.
Da parte sua, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha stimato che circa 4.000 soldati nordcoreani siano stati uccisi o feriti a Kursk, anche se il numero non è stato verificato. L'annuncio del governo sudcoreano arriva dopo che un soldato ha dichiarato in un'intervista al quotidiano 'Chosun Ilbo' l'intenzione di chiedere asilo alla Corea del Sud. Il ministero sostiene adesso che "non dovrebbero essere rimandati in un luogo dove potrebbero essere perseguitati".