Sviavano pazienti in dialisi dalle strutture pubbliche a quelle private. È l’accusa contestata a cinque persone, tra imprenditori e dirigenti medici, per cui il gip di Catania ha disposto gli arresti domiciliari. Tra loro, secondo gli inquirenti, anche un imprenditore legato da vincoli di parentela con il boss latitante Matteo Messina Denaro. L’operazione Bloody money della Guardia di finanza è scattata questa mattina. Francesco Messina Denaro, 55 anni, conosciuto come Gianfranco Messina, è procuratore speciale per la Sicilia della Diaverum Italia Srl, società, con sede ad Assago (Milano), che gestisce centri di dialisi in tutta Europa. Nato a Castelvetrano (Trapani). Suo nonno Francesco e il nonno del boss Salvatore, secondo la Procura di Catania, erano fratelli. Agli indagati è contestata l’associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati di corruzione e abuso d’ufficio.
Il procuratore di Catania: “Individuati 40 casi, ma sistema era più vasto”
“Il danno che si fa all’immagine e all’efficienza della sanità pubblica è enorme. Il danno che si fa alla libera concorrenza dei privati è altrettanto grave – dice procuratore di Catania Carmelo Zuccaro in conferenza stampa -. Ciò che noi stigmatizziamo maggiormente è il fatto che dei funzionari di strutture pubbliche non abbiano alcun interesse alla funzionalità dei loro centri ma cerchino addirittura di ridurre l’afflusso dell’utenza per sviarla verso imprese private alla cui gestione erano interessati direttamente o indirettamente e l’assoluta spregiudicatezza, per cui il paziente veniva considerato un cliente, un soggetto sulla cui salute lucrare. Probabilmente avremo anche avuto una riduzione dei costi che l’assessorato regionale alla Sanità avrà assegnato a queste strutture pubbliche in ragione del calo dei pazienti che ricevevano assistenza i queste strutture. Noi riteniamo – continua – che vi sia il coinvolgimento di altri. Abbiamo percepito la consistenza del fenomeno attraverso un anno di indagini e questo ci dà contezza del fatto che certamente il sistema era molto più vasto. Ma su questo quando avremo i risultati ne daremo contezza”. A un cronista che gli ha chiesto quale fosse il volume d’affari del sistema il procuratore ha risposto: “Non è facilmente quantificabile”. “Sappiamo che un paziente dializzato costa circa 40 mila euro l’anno. Sono 40 i pazienti per i quali abbiamo avuto la certezza che fossero stati sviati. Abbiamo soltanto la prova di una porzione del fenomeno complessivo, ma è molto più ampio”.
I dializziati venivano considerati “regali”
Dall’inchiesta emerge anche un trattamento meramente commerciale ai dializzati, che in alcune conversazioni registrate venivano considerati ‘regali’ o ‘numeri da portare’ ed un progressivo e sensibile aumento dei flussi di spesa pubblica erogati per il rimborso delle prestazioni effettuate dai centri privati. Tra gli indagati, riporta l’Ansa, anche Gianpaolo Barone Lumaga, amministratore delegato della Diaverum Italia Srl fino al febbraio scorso.
La società è inserita in un gruppo internazionale di assoluto rilievo operativo in 20 nazioni, 9.000 dipendenti, 29.000 pazienti in cura e con un volume d’affari oltre 580 milioni di euro. L’azione commerciale di Lumaga e di Messina Denaro sarebbe stata apertamente mirata all’espansione dell’azienda nel settore dialitico privato attraverso l’assegnazione di pazienti da strutture pubbliche ma anche mediante la progressiva acquisizione di centri privati operanti in Sicilia, la cui attività era scemata nel tempo in ragione dell’ascesa della Diaverum S.r.l. e de Le Ciminiere, che sarebbero riuscite ad accaparrarsi un numero elevato di pazienti. I manager della Diaverum avrebbero mantenuto costanti contatti con gli interlocutori pubblici e privati in modo da ‘preservare’ il numero degli assistiti e possibilmente farlo incrementare.
Cronaca
Catania, dirottavano pazienti in dialisi verso strutture private: 5 ai domiciliari
Agli indagati, imprenditori e dirigenti medici, è contestata l’associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati di corruzione e abuso d’ufficio. Tra lorosecondo gli inquirenti, anche un imprenditore legato da vincoli di parentela con il boss latitante Matteo Messina Denaro
Sviavano pazienti in dialisi dalle strutture pubbliche a quelle private. È l’accusa contestata a cinque persone, tra imprenditori e dirigenti medici, per cui il gip di Catania ha disposto gli arresti domiciliari. Tra loro, secondo gli inquirenti, anche un imprenditore legato da vincoli di parentela con il boss latitante Matteo Messina Denaro. L’operazione Bloody money della Guardia di finanza è scattata questa mattina. Francesco Messina Denaro, 55 anni, conosciuto come Gianfranco Messina, è procuratore speciale per la Sicilia della Diaverum Italia Srl, società, con sede ad Assago (Milano), che gestisce centri di dialisi in tutta Europa. Nato a Castelvetrano (Trapani). Suo nonno Francesco e il nonno del boss Salvatore, secondo la Procura di Catania, erano fratelli. Agli indagati è contestata l’associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati di corruzione e abuso d’ufficio.
Il procuratore di Catania: “Individuati 40 casi, ma sistema era più vasto”
“Il danno che si fa all’immagine e all’efficienza della sanità pubblica è enorme. Il danno che si fa alla libera concorrenza dei privati è altrettanto grave – dice procuratore di Catania Carmelo Zuccaro in conferenza stampa -. Ciò che noi stigmatizziamo maggiormente è il fatto che dei funzionari di strutture pubbliche non abbiano alcun interesse alla funzionalità dei loro centri ma cerchino addirittura di ridurre l’afflusso dell’utenza per sviarla verso imprese private alla cui gestione erano interessati direttamente o indirettamente e l’assoluta spregiudicatezza, per cui il paziente veniva considerato un cliente, un soggetto sulla cui salute lucrare. Probabilmente avremo anche avuto una riduzione dei costi che l’assessorato regionale alla Sanità avrà assegnato a queste strutture pubbliche in ragione del calo dei pazienti che ricevevano assistenza i queste strutture. Noi riteniamo – continua – che vi sia il coinvolgimento di altri. Abbiamo percepito la consistenza del fenomeno attraverso un anno di indagini e questo ci dà contezza del fatto che certamente il sistema era molto più vasto. Ma su questo quando avremo i risultati ne daremo contezza”. A un cronista che gli ha chiesto quale fosse il volume d’affari del sistema il procuratore ha risposto: “Non è facilmente quantificabile”. “Sappiamo che un paziente dializzato costa circa 40 mila euro l’anno. Sono 40 i pazienti per i quali abbiamo avuto la certezza che fossero stati sviati. Abbiamo soltanto la prova di una porzione del fenomeno complessivo, ma è molto più ampio”.
I dializziati venivano considerati “regali”
Dall’inchiesta emerge anche un trattamento meramente commerciale ai dializzati, che in alcune conversazioni registrate venivano considerati ‘regali’ o ‘numeri da portare’ ed un progressivo e sensibile aumento dei flussi di spesa pubblica erogati per il rimborso delle prestazioni effettuate dai centri privati. Tra gli indagati, riporta l’Ansa, anche Gianpaolo Barone Lumaga, amministratore delegato della Diaverum Italia Srl fino al febbraio scorso.
La società è inserita in un gruppo internazionale di assoluto rilievo operativo in 20 nazioni, 9.000 dipendenti, 29.000 pazienti in cura e con un volume d’affari oltre 580 milioni di euro. L’azione commerciale di Lumaga e di Messina Denaro sarebbe stata apertamente mirata all’espansione dell’azienda nel settore dialitico privato attraverso l’assegnazione di pazienti da strutture pubbliche ma anche mediante la progressiva acquisizione di centri privati operanti in Sicilia, la cui attività era scemata nel tempo in ragione dell’ascesa della Diaverum S.r.l. e de Le Ciminiere, che sarebbero riuscite ad accaparrarsi un numero elevato di pazienti. I manager della Diaverum avrebbero mantenuto costanti contatti con gli interlocutori pubblici e privati in modo da ‘preservare’ il numero degli assistiti e possibilmente farlo incrementare.
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Vertice Ue, veto di Orban su sostegno a Kiev. Zelensky: martedì summit tra i “volenterosi”. Meloni: “Riarmo? Termine non chiaro. No all’uso dei fondi di coesione”
Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.