Dopo il taglio degli sgravi, sul mercato del lavoro si fa sentire appieno l’effetto del Jobs Act: meno assunzioni e più licenziamenti. L’effetto principale della riforma del lavoro voluta da Matteo Renzi è tutto nei dati forniti nell’Osservatorio sul precariato dell’Inps relativo ai primi otto mesi dell’anno. E che dimostrano come, una volta eliminato di fatto l’articolo 18 e finiti gli incentivi per la creazione di nuovi posti di lavoro, il trend è tutto tranne che positivo: -8,5% di assunzioni e +31% di licenziamenti rispetto ai primi otto mesi del 2015. Arrivano al 28% in più, inoltre, i licenziamenti disciplinari, quelli che il Jobs Act ha reso a tutti gli effetti più facili da portare a termine per le aziende. Nel dettaglio, poi anche altri indicatori testimoniano come gli effetti positivi del provvedimento firmato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti siano ormai un lontano ricordo. Nel frattempo, dopo aver speso oltre 14 miliardi per gli sgravi, il governo ha preso atto del flop: nella prossima legge di Bilancio non saranno rinnovati, se non per i giovani che vengono assunti dopo uno stage o tirocinio. Infine il capitolo voucher, nuova frontiera del precariato: nel periodo gennaio-agosto 2016 ne sono stati venduti 96,6 milioni con un incremento, rispetto ai primi otto mesi del 2015, del 35,9%.
E’ boom di licenziamenti: +31% in tutto, +28% quelli disciplinari – Nei primi otto mesi del 2016 i licenziamenti sui contratti a tempo indeterminato passano da 290.556 a 304.437 (+31%), ma aumentano soprattutto i licenziamenti cosiddetti “disciplinari”, ovvero quelli per giusta causa e giustificato motivo. Nel periodo in esame sono passati dai 36.048 dello stesso periodo del 2015 a 46.255 (+28%). Per coloro che sono stati assunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs act a partire dal marzo 2015, sono cambiate le sanzioni in caso di licenziamento ingiusto, con la sostanziale cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che ha eliminati la reintegra automatica nel posto di lavoro.
Giù le assunzioni: – 351mila rispetto al 2015 – Flessione netta per quanto riguarda le assunzioni: meno 351mila rispetto allo stesso periodo del 2015. Si tratta di quelle riferite ai soli datori di lavoro privati: nel periodo gennaio-agosto 2016 sono state 3,78 milioni, con una riduzione dell’8,5% rispetto a gennaio-agosto dell’anno scorso. Nel novero complessivo sono comprese anche le assunzioni stagionali (447mila). Il rallentamento ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato: -395mila, pari a -32,9% rispetto ai primi otto mesi del 2015. Il calo, spiega l’Inps, va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui le assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni. Stesso identico discorso per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-35,4%). Se il trend è direttamente calcolato sulla presenza o meno di aiuti governativi, quindi, il futuro non promette nulla di buono: per l’anno 2017, infatti, l’esecutivo ha deciso di azzerare gli incentivi invece di abbassarli al 20% come prevedeva il piano iniziale.
Contratto a tempo indeterminato: meglio del 2015 e del 2014 – Tornando ai dati, invece, per i contratti a tempo determinato nei primi 8 mesi del 2016 si registrano 2.385.000 assunzioni, in aumento sia sul 2015 (+2,5%), sia sul 2014 (+5,5%). Su anche i contratti in apprendistato: +18,0%. I contratti stagionali invece registrano una riduzione del 7,4%. In relazione all’analogo periodo del 2015, le cessazioni nel complesso, comprensive anche dei rapporti di lavoro stagionale, risultano diminuite del 7,3%. La riduzione è più consistente per i contratti a tempo indeterminato (-8,3%) che per quelli a tempo determinato (-5,2%). Nei primo 8 mesi del 2016 le assunzioni con esonero contributivo biennale sono state pari a 247mila, le trasformazioni di rapporti a termine che beneficiano del medesimo incentivo ammontano a 84mila, per un totale di 330mila rapporti di lavoro agevolati. Nel 2016, i rapporti di lavoro agevolati rappresentano il 32,8% del totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato. Nel 2015, l’incidenza delle assunzioni e trasformazioni agevolate (con abbattimento totale dei contributi a carico del datore di lavoro per un triennio), sul totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato, era stata pari al 60,8%.
Nei primi 8 mesi del 2016, inoltre, nel settore privato si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +703mila, inferiore a quello del corrispondente periodo del 2015 (+813mila) e superiore a quello registrato nei primi otto mesi del 2014 (+540mila). Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. La differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi ad agosto 2016 risulta positiva e pari a +514.000, compresi i rapporti stagionali. Il risultato positivo è imputabile al trend di crescita registrato dai contratti a tempo indeterminato, il cui saldo annualizzato ad agosto 2016 è pari a +518.000. Nello stesso arco di tempo preso in esame, poi, sono stati stipulati 330.262 contratti a tempo indeterminato con gli sgravi. Si tratta del 32,8% dei contratti rispetto al totale delle assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato. Ad agosto i rapporti stabili instaurati con l’incentivo sono stati 24.692, in calo rispetto ai 45.624 di luglio. Nel complesso negli otto mesi considerati 246.532 sono assunzioni a tempo indeterminato mentre 83.730 sono trasformazioni di contratti a termine. I contratti stipulati con lo sgravio contributivo rappresentano l’8,2% del totale dei rapporti di lavoro instaurati.
Lavoro & Precari
Lavoro, Inps: “31% di licenziati in più nei primi otto mesi del 2016. E -351mila assunzioni rispetto al 2015”
Finiti gli effetti degli sgravi contributivi: a ribadirlo sono i dati dell'Osservatorio sul precariato relativi ai primi otto mesi del 2016. Il rallentamento ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato: -395.000, pari a -32,9%. Per quanto riguarda i tempi determinati, invece, si registrano 2.385.000 assunzioni, in aumento sia sul 2015 (+2,5%), sia sul 2014 (+5,5%). Su del 28% i licenziamenti disciplinari
Dopo il taglio degli sgravi, sul mercato del lavoro si fa sentire appieno l’effetto del Jobs Act: meno assunzioni e più licenziamenti. L’effetto principale della riforma del lavoro voluta da Matteo Renzi è tutto nei dati forniti nell’Osservatorio sul precariato dell’Inps relativo ai primi otto mesi dell’anno. E che dimostrano come, una volta eliminato di fatto l’articolo 18 e finiti gli incentivi per la creazione di nuovi posti di lavoro, il trend è tutto tranne che positivo: -8,5% di assunzioni e +31% di licenziamenti rispetto ai primi otto mesi del 2015. Arrivano al 28% in più, inoltre, i licenziamenti disciplinari, quelli che il Jobs Act ha reso a tutti gli effetti più facili da portare a termine per le aziende. Nel dettaglio, poi anche altri indicatori testimoniano come gli effetti positivi del provvedimento firmato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti siano ormai un lontano ricordo. Nel frattempo, dopo aver speso oltre 14 miliardi per gli sgravi, il governo ha preso atto del flop: nella prossima legge di Bilancio non saranno rinnovati, se non per i giovani che vengono assunti dopo uno stage o tirocinio. Infine il capitolo voucher, nuova frontiera del precariato: nel periodo gennaio-agosto 2016 ne sono stati venduti 96,6 milioni con un incremento, rispetto ai primi otto mesi del 2015, del 35,9%.
E’ boom di licenziamenti: +31% in tutto, +28% quelli disciplinari – Nei primi otto mesi del 2016 i licenziamenti sui contratti a tempo indeterminato passano da 290.556 a 304.437 (+31%), ma aumentano soprattutto i licenziamenti cosiddetti “disciplinari”, ovvero quelli per giusta causa e giustificato motivo. Nel periodo in esame sono passati dai 36.048 dello stesso periodo del 2015 a 46.255 (+28%). Per coloro che sono stati assunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs act a partire dal marzo 2015, sono cambiate le sanzioni in caso di licenziamento ingiusto, con la sostanziale cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che ha eliminati la reintegra automatica nel posto di lavoro.
Giù le assunzioni: – 351mila rispetto al 2015 – Flessione netta per quanto riguarda le assunzioni: meno 351mila rispetto allo stesso periodo del 2015. Si tratta di quelle riferite ai soli datori di lavoro privati: nel periodo gennaio-agosto 2016 sono state 3,78 milioni, con una riduzione dell’8,5% rispetto a gennaio-agosto dell’anno scorso. Nel novero complessivo sono comprese anche le assunzioni stagionali (447mila). Il rallentamento ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato: -395mila, pari a -32,9% rispetto ai primi otto mesi del 2015. Il calo, spiega l’Inps, va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui le assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni. Stesso identico discorso per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-35,4%). Se il trend è direttamente calcolato sulla presenza o meno di aiuti governativi, quindi, il futuro non promette nulla di buono: per l’anno 2017, infatti, l’esecutivo ha deciso di azzerare gli incentivi invece di abbassarli al 20% come prevedeva il piano iniziale.
Contratto a tempo indeterminato: meglio del 2015 e del 2014 – Tornando ai dati, invece, per i contratti a tempo determinato nei primi 8 mesi del 2016 si registrano 2.385.000 assunzioni, in aumento sia sul 2015 (+2,5%), sia sul 2014 (+5,5%). Su anche i contratti in apprendistato: +18,0%. I contratti stagionali invece registrano una riduzione del 7,4%. In relazione all’analogo periodo del 2015, le cessazioni nel complesso, comprensive anche dei rapporti di lavoro stagionale, risultano diminuite del 7,3%. La riduzione è più consistente per i contratti a tempo indeterminato (-8,3%) che per quelli a tempo determinato (-5,2%). Nei primo 8 mesi del 2016 le assunzioni con esonero contributivo biennale sono state pari a 247mila, le trasformazioni di rapporti a termine che beneficiano del medesimo incentivo ammontano a 84mila, per un totale di 330mila rapporti di lavoro agevolati. Nel 2016, i rapporti di lavoro agevolati rappresentano il 32,8% del totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato. Nel 2015, l’incidenza delle assunzioni e trasformazioni agevolate (con abbattimento totale dei contributi a carico del datore di lavoro per un triennio), sul totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato, era stata pari al 60,8%.
Nei primi 8 mesi del 2016, inoltre, nel settore privato si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +703mila, inferiore a quello del corrispondente periodo del 2015 (+813mila) e superiore a quello registrato nei primi otto mesi del 2014 (+540mila). Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. La differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi ad agosto 2016 risulta positiva e pari a +514.000, compresi i rapporti stagionali. Il risultato positivo è imputabile al trend di crescita registrato dai contratti a tempo indeterminato, il cui saldo annualizzato ad agosto 2016 è pari a +518.000. Nello stesso arco di tempo preso in esame, poi, sono stati stipulati 330.262 contratti a tempo indeterminato con gli sgravi. Si tratta del 32,8% dei contratti rispetto al totale delle assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato. Ad agosto i rapporti stabili instaurati con l’incentivo sono stati 24.692, in calo rispetto ai 45.624 di luglio. Nel complesso negli otto mesi considerati 246.532 sono assunzioni a tempo indeterminato mentre 83.730 sono trasformazioni di contratti a termine. I contratti stipulati con lo sgravio contributivo rappresentano l’8,2% del totale dei rapporti di lavoro instaurati.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.