Donald Trump come Silvio Berlusconi. Anche The Guardian propone un parallelo tra l’ex premier e leader di Forza Italia e il candidato repubblicano alla Casa Bianca. Mettendo in guardia gli americani dalle conseguenze che una vittoria del miliardario newyorkese avrebbero sugli Stati Uniti. E sugli effetti che la sua campagna elettorale ha già avuto sulla politica Usa.
“Ci è stato detto che il fenomeno Donald Trump ci ha proiettati nell’era dei ‘post-fatti‘ in politica”, esordisce l’opinionista John Foot. Eppure “22 anni fa un uomo d’affari di successo inviò un video alle emittenti televisive italiane, in cui era seduto in un (falso) ufficio. (…) Il suo nomer era Silvio Berlusconi e stava annunciando, parole sue, la sua “discesa in campo“. I politici di opposizione, prosegue Foot, considerarono il suo progetto politico “uno scherzo“. Ma in poco tempo Forza Italia divenne il primo partito: “Berlusconi non aveva solo vinto, ma aveva ‘rubato vestiti’ ed elettori alla sinistra. Il suo primo governo durò poco, ma Berlusconi avrebbe dominato la politica italiana per i successivi 20 anni”.
“I paralleli tra Berlusconi e Trump sono evidenti – prosegue – sono entrambi uomini d’affari che hanno avuto guai con aspetti poco chiari legate alle loro società: tasse, contabili, società off shore”, argomenta l’editorialista. Che tra i tratti in comune annovera la “strategia” delle gaffe a suon di dichiarazioni sessiste, razziste e omofobiche; la tendenza a impostare le campagne elettorali esclusivamente sulla propria figura; gli scandali sulla vita privata.
“Il fenomeno Berlusconi mostra che la politica dei post-fatti può raggiungere il potere in uno dei Paesi più ricchi e forti al mondo. La lezione che l’America deve trarne è che per troppo tempo Berlusconi è stato trattato come uno scherzo, un clown. Alla fine, nessuno rideva. Venti anni di Berlusconi hanno avuto un impatto estremamente dannoso sul corpo politico e sulla cultura democratica italiana e le ferite non sono ancora guarite. Che vinca o perda, Trump ha spostato i termini del discorso politico (…). E, come accaduto in Italia con Berlusconi, le cose non saranno più le stesse”.