La lotta all’evasione dell’Iva passa per l’obbligo delle comunicazioni trimestrali all’Agenzia delle entrate delle fatture emesse e ricevute, oltre che dei dati sui versamenti periodici dell’imposta. Una novità introdotta dal decreto fiscale pubblicato in Gazzetta ufficiale lunedì, su cui ora dovrà esprimersi il Parlamento. La misura, secondo le stime contenute nella relazione tecnica che accompagna il decreto, consentirà di recuperare un gettito di 2,11 miliardi nel 2017, 4,23 nel 2018 e 2,77 nel 2019. Ma i nuovi adempimenti fiscali, che vanno a braccetto con i penetranti poteri di indagine della nuova Agenzia delle Entrate – Riscossione, secondo il presidente del consiglio nazionale dei commercialisti Gerardo Longobardi vanno in direzione contraria rispetto alle semplificazioni più volte promesse da Matteo Renzi.
Longobardi ha scritto una lettera al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in cui esprime “profondo rammarico”. Se finora i commercialisti dovevano infatti comunicare le operazioni rilevanti ai fini Iva una volta all’anno attraverso lo strumento dello spesometro, ora si troveranno di fronte a un analogo adempimento ogni tre mesi. “Da un lato – commenta Davide Bertolli dello studio milanese di commercialisti e revisori legali Bertolli & associati – si avrà un appesantimento di tipo routinario, e a bassissimo valore aggiunto, del lavoro del professionista. Dall’altro le imprese saranno chiamate a un adempimento più pesante dal punto di vista amministrativo e, di conseguenza, economico”.
“In senso assoluto la norma non è sbagliata – continua Bertolli – perché consente all’Agenzia delle entrate di svolgere attività di controllo più capillari. Ma tale norma potrebbe essere impiegata senza costi sociali nel momento in cui le nostre modalità operative si fossero evolute in modo da prevedere un uso diffuso della fatturazione elettronica e delle innovazioni tecnologiche che consentono uno snellimento delle attività ordinarie”. Ma visto che quel momento non è ancora arrivato, “i nuovi adempimenti cozzano con l’idea di semplificazione di cui si sente spesso parlare”. E di scarso aiuto risulta il credito d’imposta da 100 euro che il decreto riconosce per l’adeguamento tecnologico ai soggetti con un volume d’affari inferiore ai 50mila euro: “E’ sempre meglio di niente, ma per quelle micro-imprese che hanno difficoltà a procurarsi i software adeguati non sono 100 euro a fare la differenza”.
Oltre alle comunicazioni trimestrali delle fatture emesse e ricevute, le imprese dovranno comunicare con la stessa periodicità i dati dei versamenti Iva effettuati. Il che consentirà all’Agenzia delle entrate di rilevare eventuali disallineamenti con le comunicazioni sulle fatture. Con il rischio però di sfavorire chi magari non aveva alcuna intenzione di evadere l’imposta: “A volte capita che un’impresa con un problema di liquidità temporaneo ritardi un versamento dell’Iva per tirare il fiato e lo esegua qualche mese dopo, sfruttando lo strumento del ravvedimento operoso – spiega Bertolli -. Se i controlli incrociati dell’Agenzia delle entrate saranno rapidi, quell’impresa avrà meno tempo per rientrare del versamento non effettuato”. Sproporzionate per il commercialista sono anche le sanzioni previste in caso di errori o omissioni nella trasmissione dei dati: una sanzione compresa tra 5mila e 50mila euro nel caso di comunicazione omessa o infedele sui versamenti Iva, mentre errori e omissioni relativi alle fatture costeranno una sanzione di 25 euro a fattura, con un massimo di 25mila euro e senza cumulo giuridico, ovvero senza il limite di solito previsto nel caso in cui venga ripetuto più volte lo stesso tipo di errore. “Considerando che un’omissione può essere banalmente conseguenza di un errore informatico, le sanzioni sono potenzialmente piuttosto pesanti”.
Aspetti che secondo Bertolli gettano “un po’ d’ombra su un decreto le cui finalità sono potenzialmente valide”. E che qualche misura a favore delle semplificazioni la contiene, come l’addio all’obbligo di comunicare i dati sugli acquisti di beni e servizi effettuati all’interno dell’Ue. O come la norma che consente di rettificare le dichiarazioni dei redditi a favore del contribuente anche dopo il termine di presentazione delle dichiarazioni dell’anno successivo. Con la possibilità di utilizzare in compensazione l’eventuale credito di imposta emerso, senza dover passare come prima per la presentazione all’Agenzia delle entrate di un’istanza di rimborso. Una novità che, secondo Bertolli, “va nella direzione di razionalizzare le norme e creare quello spirito di collaborazione reciproca tra Agenzia delle entrate e contribuente che spesso manca”.
Twitter @gigi_gno
Lobby
Lotta all’evasione, “con il decreto fiscale nessuna semplificazione ma più obblighi e costi per contribuenti e professionisti”
Secondo i commercialisti, le comunicazioni trimestrali alle Entrate delle fatture emesse e ricevute e dei dati sui versamenti periodici dell’imposta complicheranno la vita e comporteranno un aumento dei costi per le piccole e medie imprese. E sono considerate "sproporzionate" anche le sanzioni previste in caso di errori o omissioni
La lotta all’evasione dell’Iva passa per l’obbligo delle comunicazioni trimestrali all’Agenzia delle entrate delle fatture emesse e ricevute, oltre che dei dati sui versamenti periodici dell’imposta. Una novità introdotta dal decreto fiscale pubblicato in Gazzetta ufficiale lunedì, su cui ora dovrà esprimersi il Parlamento. La misura, secondo le stime contenute nella relazione tecnica che accompagna il decreto, consentirà di recuperare un gettito di 2,11 miliardi nel 2017, 4,23 nel 2018 e 2,77 nel 2019. Ma i nuovi adempimenti fiscali, che vanno a braccetto con i penetranti poteri di indagine della nuova Agenzia delle Entrate – Riscossione, secondo il presidente del consiglio nazionale dei commercialisti Gerardo Longobardi vanno in direzione contraria rispetto alle semplificazioni più volte promesse da Matteo Renzi.
Longobardi ha scritto una lettera al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in cui esprime “profondo rammarico”. Se finora i commercialisti dovevano infatti comunicare le operazioni rilevanti ai fini Iva una volta all’anno attraverso lo strumento dello spesometro, ora si troveranno di fronte a un analogo adempimento ogni tre mesi. “Da un lato – commenta Davide Bertolli dello studio milanese di commercialisti e revisori legali Bertolli & associati – si avrà un appesantimento di tipo routinario, e a bassissimo valore aggiunto, del lavoro del professionista. Dall’altro le imprese saranno chiamate a un adempimento più pesante dal punto di vista amministrativo e, di conseguenza, economico”.
“In senso assoluto la norma non è sbagliata – continua Bertolli – perché consente all’Agenzia delle entrate di svolgere attività di controllo più capillari. Ma tale norma potrebbe essere impiegata senza costi sociali nel momento in cui le nostre modalità operative si fossero evolute in modo da prevedere un uso diffuso della fatturazione elettronica e delle innovazioni tecnologiche che consentono uno snellimento delle attività ordinarie”. Ma visto che quel momento non è ancora arrivato, “i nuovi adempimenti cozzano con l’idea di semplificazione di cui si sente spesso parlare”. E di scarso aiuto risulta il credito d’imposta da 100 euro che il decreto riconosce per l’adeguamento tecnologico ai soggetti con un volume d’affari inferiore ai 50mila euro: “E’ sempre meglio di niente, ma per quelle micro-imprese che hanno difficoltà a procurarsi i software adeguati non sono 100 euro a fare la differenza”.
Oltre alle comunicazioni trimestrali delle fatture emesse e ricevute, le imprese dovranno comunicare con la stessa periodicità i dati dei versamenti Iva effettuati. Il che consentirà all’Agenzia delle entrate di rilevare eventuali disallineamenti con le comunicazioni sulle fatture. Con il rischio però di sfavorire chi magari non aveva alcuna intenzione di evadere l’imposta: “A volte capita che un’impresa con un problema di liquidità temporaneo ritardi un versamento dell’Iva per tirare il fiato e lo esegua qualche mese dopo, sfruttando lo strumento del ravvedimento operoso – spiega Bertolli -. Se i controlli incrociati dell’Agenzia delle entrate saranno rapidi, quell’impresa avrà meno tempo per rientrare del versamento non effettuato”. Sproporzionate per il commercialista sono anche le sanzioni previste in caso di errori o omissioni nella trasmissione dei dati: una sanzione compresa tra 5mila e 50mila euro nel caso di comunicazione omessa o infedele sui versamenti Iva, mentre errori e omissioni relativi alle fatture costeranno una sanzione di 25 euro a fattura, con un massimo di 25mila euro e senza cumulo giuridico, ovvero senza il limite di solito previsto nel caso in cui venga ripetuto più volte lo stesso tipo di errore. “Considerando che un’omissione può essere banalmente conseguenza di un errore informatico, le sanzioni sono potenzialmente piuttosto pesanti”.
Aspetti che secondo Bertolli gettano “un po’ d’ombra su un decreto le cui finalità sono potenzialmente valide”. E che qualche misura a favore delle semplificazioni la contiene, come l’addio all’obbligo di comunicare i dati sugli acquisti di beni e servizi effettuati all’interno dell’Ue. O come la norma che consente di rettificare le dichiarazioni dei redditi a favore del contribuente anche dopo il termine di presentazione delle dichiarazioni dell’anno successivo. Con la possibilità di utilizzare in compensazione l’eventuale credito di imposta emerso, senza dover passare come prima per la presentazione all’Agenzia delle entrate di un’istanza di rimborso. Una novità che, secondo Bertolli, “va nella direzione di razionalizzare le norme e creare quello spirito di collaborazione reciproca tra Agenzia delle entrate e contribuente che spesso manca”.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.