Nella battaglia per la riconquista di Mosul sono diversi ed eterogenei i combattenti in campo. Ci sono le forze governative irachene, le milizie curde Peshmerga, miliziani sunniti filo-turchi e miliziani sciiti filo-iraniani. Ognuno con motivazioni e aspirazioni in certi casi contrastanti. Una situazione che, se non dovesse essere gestita con attenzione e prudenza, potrebbe dare luogo a tensioni e anche a conflitti, coinvolgendo potenze regionali. All’orizzonte ci potrebbero essere gli stessi scontri settari che poi hanno dato vita allo Stato (leggi l’articolo di Shady Hamadi).
Le forze federali di Baghdad hanno cominciato la loro offensiva da sud, e precisamente dalla base aerea di Qayyara, una trentina di chilometri a sud di Mosul. Da est le principali vittorie militari sono state conseguite nelle due settimane di offensiva dalle milizie dei Peshmerga curdi (addestrati anche dall’Esercito italiano), appoggiati dalle forze speciali anti-terrorismo di Baghdad: queste ultime sono quelle entrate ieri a Mosul dai quartieri orientali. All’offensiva partecipano anche miliziani sunniti e sciiti. I sunniti, circa 1.500, sono inquadrati nelle cosiddette Forze di mobilitazione nazionale (Hashid al Watani), arruolate da Athil al Nujaifi, l’ex governatore della provincia di Ninive di cui Mosul è capoluogo. L’iniziativa gode anche del sostegno del governo autonomo del Kurdistan iracheno, guidato dal presidente Massud Barzani, che con Ankara ha buoni rapporti. I miliziani sunniti sono stati addestrati dalle truppe turche di stanza nel campo di Bashiqa, 35 chilometri a nord-est di Mosul. Da qui e dalla località di Tal Kayf, a nord di Mosul, hanno cominciato a scendere in questi giorni verso la capitale dello Stato islamico. Da ovest, e in particolare dalla regione di Tal Afar, dovrebbero invece avanzare le milizie sciite filo-iraniane, le cosiddette Forze di mobilitazione popolare (Hashid al Shàbi). Tuttavia, per evitare tensioni con la popolazione di Mosul, a maggioranza araba sunnita, il governo di Baghdad ha chiarito che in città potranno entrare solo le forze governative e le milizie sunnite. Escludendo quindi gli sciiti e i curdi.