Nemmeno un euro potrà essere versato prima della firma di una convenzione ad hoc tra le banche e l’Abi e soprattutto dei decreti del ministero del Tesoro con cui saranno concesse le garanzie dello Stato sui finanziamenti agevolati per la ricostruzione. Lunedì sera, dopo il consiglio dei ministri che ha stanziato 40 milioni in più per le aree del Centro Italia colpite dal terremoto di agosto e da quello ancora più forte del 30 ottobre, che ha lasciato senza casa almeno 30mila persone, il premier Matteo Renzi ha annunciato un nuovo decreto legge “finalizzato a rispondere all’eccezionalità della situazione”. Ma la cornice che inquadra gli interventi per la riparazione e ricostruzione delle case, degli edifici pubblici e delle attività produttive danneggiate o distrutte c’è già: è il dl “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto” varato dal governo lo scorso 11 ottobre. Che assegna amplissimi poteri al Commissario straordinario Vasco Errani, le cui ordinanze stabiliranno tra l’altro come verranno calcolati i contributi per i privati che hanno avuto la casa distrutta.
Dal testo pubblicato in Gazzetta ufficiale e in attesa di conversione da parte del Parlamento emerge anche il motivo per cui nella legge di Bilancio appena arrivata all’esame del Parlamento vengano stanziati per il post sisma, nel 2017, solo 600 milioni a fronte dei 4,5 miliardi di spese “in un arco pluriennale” previste nel Documento programmatico inviato a Bruxelles. Come quasi sempre avviene in questi i casi, il meccanismo di erogazione dei contributi è quello del finanziamento agevolato da parte degli istituti di credito garantito dallo Stato e con una durata fino a 25 anni. La restituzione del prestito, a fronte del quale il beneficiario maturerà un credito di imposta, potrà dunque essere spalmata fino al 2042. Per questo sono autorizzati 200 milioni di spesa annua dal 2018 al 2047. Ecco, nel dettaglio, che cosa prevede il testo.
Il fondo del Tesoro e la possibilità di chiedere un aiuto alla Ue – Per gli interventi “di immediata necessità” nei Comuni del cratere sismico viene istituito presso il ministero dell’Economia un Fondo per la ricostruzione con una dotazione iniziale di 200 milioni di euro per il 2016, incrementati con 40 milioni dal cdm di lunedì 31 ottobre. A sovrintendere su come verrà speso Errani, che per tutti gli interventi avrà però accesso a una contabilità speciale alimentata non solo con le risorse del fondo ma anche con i soldi “derivanti da erogazioni liberali” e quelli “rivenienti dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea di cui al regolamento 2012/2002″, un veicolo finanziario del Parlamento e del Consiglio europeo di cui uno Stato colpito da grave catastrofe naturale può chiedere l’intervento entro 12 settimane dalla data dei primi danni. L’Italia ha dunque tempo fino al 16 novembre per far richiesta di una sovvenzione, che andrebbe a integrare i fondi pubblici stanziati per interventi urgenti come “il ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture”, “la fornitura di strutture ricettive provvisorie” e “il risanamento delle zone sinistrate, comprese le zone naturali”. Le donazioni raccolte mediante il numero solidale 45500 della Protezione civile e i versamenti sul conto corrente bancario del Dipartimento saranno invece usate nel rispetto dei relativi protocolli di intesa. Che ne prevedono l’uso solo per ricostruire gli edifici pubblici, sulla base dei progetti presentati dagli enti locali”.
La ricostruzione privata: se l’edificio non è distrutto sarà finanziato solo il miglioramento sismico – Per gli immobili completamente distrutti, si legge il decreto, “può essere previsto” un contributo pari al 100% del costo sostenuto per ricostruire la struttura, le finiture e le parti comuni, il tutto nel rispetto delle norme vigenti che prevedono l’adeguamento sismico dell’edificio. Al contrario, per gli immobili “con livelli di danneggiamento e vulnerabilità inferiori alla soglia appositamente stabilita” con un’ordinanza del commissario straordinario ci sarà un contributo del 100% solo per il costo della “riparazione con rafforzamento locale” o del “ripristino con miglioramento sismico delle strutture”, vale a dire con interventi che garantiscono solo un generico “aumento della sicurezza strutturale”. Idem per quelli “gravemente danneggiati”. La metodologia di calcolo del contributo sarà stabilita con un provvedimento del commissario straordinario.
Contributo del 50% se la casa è fuori dal centro storico e non era abitata – I contributi potranno essere concessi sia per le prime case sia per quelle in cui il proprietario non ha la residenza. Ma se l’abitazione non era abitata dal proprietario né affittata “la percentuale del contributo riconoscibile non supera il 50 per cento del valore del danno”. Fanno eccezione solo gli immobili all’interno dei centri storici e borghi caratteristici. Non sono ammissibili a contributo gli edifici che, alla data del sisma, risultavano fatiscenti o inagibili. Tutti i contributi saranno comunque al netto dell’indennizzo assicurativo o di altri contributi pubblici percepiti dal terremotato.
Il meccanismo del finanziamento bancario agevolato – I contributi verranno erogati con la modalità del finanziamento agevolato e mano a mano che i lavori di ricostruzione procedono. I prestiti saranno concessi dalle banche “secondo contratti tipo definiti con apposita convenzione stipulata con l’Associazione bancaria italiana” e assistiti da garanzia dello Stato. Perché la garanzia venga attivata servono però decreti ad hoc del ministero dell’Economia, da adottarsi “entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore” del decreto, che dettaglieranno criteri e modalità. Via XX Settembre deve procedere a emanarli entro il 18 novembre. Chi ha subìto danni e chiede un finanziamento di questo tipo maturerà un credito di imposta da usare come compensazione quando paga le tasse “in misura pari, per ciascuna scadenza di rimborso, all’importo ottenuto sommando quota capitale, interessi dovuti e spese strettamente necessarie alla gestione dei prestiti”. Le modalità saranno stabilite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Il controllo dello stato di avanzamento dei lavori di ricostruzione è invece affidato anch’esso alla “cabina di coordinamento” presieduta dal Commissario straordinario. I finanziamenti agevolati possono coprire anche le eventuali spese già anticipate da chi ha subito il danno. I contratti di finanziamento ovviamente conterranno clausole risolutive “per i casi di mancato o ridotto impiego del contributo o di suo utilizzo anche parziale per finalità diverse” da quelle previste.
Gli aiuti e le garanzie per le imprese – Contributi fino al 100% saranno erogati, sempre con provvedimenti di Errani, anche per la riparazione e ricostruzione di immobili a uso produttivo e per far fronte ai danni subiti da “attività produttive, industriali, agricole, zootecniche, commerciali, artigianali, turistiche, professionali, comprese quelle relative agli enti non commerciali, ai soggetti pubblici e alle organizzazioni, fondazioni o associazioni con esclusivo fine solidaristico o sindacale, e di servizi”. Lo stesso sarà possibile per sostenere la delocalizzazione temporanea di attività economiche e gli interventi sociali e socio-sanitari. Le piccole e medie imprese dei Comuni colpiti potranno poi chiedere, per riavviare le attività, finanziamenti agevolati a tasso zero a copertura del 100% degli investimenti fino a 30mila euro da rimborsare in 10 anni con 3 anni di preammortamento, e avranno accesso gratuito e “con priorità sugli altri interventi” al fondo di garanzia per le pmi del ministero dello Sviluppo per un importo massimo di 2,5 milioni per singola impresa. In più il decreto stanzia 35 milioni a valere sul fondo per la ricostruzione per la concessione di agevolazioni, nella forma del contributo in conto interessi, alle imprese danneggiate dal sisma.
La ricostruzione pubblica: Invitalia centrale unica di committenza. Errani potrà accendere mutui con Cdp – Per la ricostruzione e la riparazione di scuole, municipi, caserme, chiese di interesse storico-artistico e in generale di tutti gli edifici a uso pubblico sarà il commissario straordinario a erogare in via diretta i contributi. Per farlo potrà anche essere autorizzato, con decreto del Tesoro, “a stipulare appositi mutui di durata massima venticinquennale (…) con la Banca europea per gli investimenti, con la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa, con la Cassa depositi e prestiti S.p.A. e con i soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività bancaria. Le rate di ammortamento dei mutui attivati sono pagate agli istituti finanziatori direttamente dallo Stato. I soggetti attuatori degli interventi saranno le Regioni coinvolte, attraverso gli uffici speciali per la ricostruzione, il ministero dei Beni culturali e quello delle Infrastrutture e trasporti, che utilizzeranno però come Centrale unica di committenza Invitalia.
Le diocesi potranno essere soggetti attuatori autonomi nei casi in cui gli interventi siano completamente finanziati con loro risorse. Il decreto-legge infine estende la validità del credito di imposta Art bonus alle donazioni al ministero dei Beni culturali per finanziare interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali di interesse religioso nei Comuni colpiti.