Hanno alle spalle anni di sacrifici e studi. Soprattutto di speranze. A scadenza: 31 dicembre 2016. Sono gli idonei ai concorsi pubblici, quelli che hanno partecipato e superato le selezioni indette dagli enti statali, ma non sono stati mai assunti perché le graduatorie ci sono, ma spesso si è fatto finta di non vederle. Si tratta di un esercito di giovani e meno giovani: stando ai dati del ministero, oltre 151mila sono le idoneità, ma molte si riferiscono alla stessa persona che ha partecipato a più selezioni. Eppure secondo comitati e movimenti che raggruppano gli idonei, si tratta di almeno di 150mila persone dato che il monitoraggio ministeriale ha censito le graduatorie di oltre 4mila enti sui più di 23mila conteggiati dall’Ipa (Indice delle pubbliche amministrazioni). Per tutti il limbo ha una fine: 1 gennaio 2017, giorno in cui le graduatorie saranno di fatto scadute e loro rimarranno con un pugno di mosche in mano. E pensare che tra di loro c’è anche chi ha superato fino a 18 concorsi. A questo si è arrivati perché le cose sono andate diversamente rispetto al decreto legge 101 del 2013: in piena austerity la norma aveva disposto che le assunzioni dovessero avvenire tramite lo scorrimento delle graduatorie prima di bandire costose e lunghe procedure selettive. Ed ora, a poco più di due mesi dalla scadenza, se non si interverrà con una proroga, i vari Enti dovranno bandire nuovi concorsi. Oppure procedere a esternalizzazioni e ‘chiamate dirette’. “Chiediamo la proroga dell’efficacia delle graduatorie in scadenza per altri due anni” ha detto a ilfattoquotidiano.it Alessio Mercanti, presidente del Comitato nazionale XXVII ottobre, che ha programmato per il 15 novembre una manifestazione davanti al ministero della Pubblica amministrazione. Nei giorni scorsi ha affrontato la questione anche il sindaco di Napoli De Magistris, mentre il Movimento unico nazionale vincitori idonei e concorsisti (Munvic, presieduto da Valeria Mancini) ha avviato un esposto alla Commissione europea con la collaborazione dello studio legale Leone-Fell, denunciando “un sistema che favorisce i clientelismi”. Il tutto mentre il premier Matteo Renzi annuncia il via libera a nuovi concorsi pubblici. E c’è chi, a più di 40 anni (e una lista di concorsi superati alle spalle), potrebbe anche dover ripartire daccapo.
Lavoro & Precari
Capitoli
Concorsi pubblici, l’esercito degli idonei e le loro speranze lavorative ‘a scadenza’: da gennaio graduatorie non più valide
Sono oltre 150mila persone, giovani e meno giovani, hanno superato decine di concorsi pubblici ma non hanno mai trovato lavoro stabile. Eppure un decreto legge del 2013 aveva disposto che prima di bandire nuove, costose e lunghe procedure selettive le assunzioni dovessero avvenire tramite lo scorrimento delle graduatorie. Che scadono il 31 dicembre prossimo. I movimenti: "Vogliamo una proroga. Esclusi dal clientelismo". Dalla giustizia alla sanità fino all'amministrazione pubblica, storia di un controsenso tutto italiano
Hanno alle spalle anni di sacrifici e studi. Soprattutto di speranze. A scadenza: 31 dicembre 2016. Sono gli idonei ai concorsi pubblici, quelli che hanno partecipato e superato le selezioni indette dagli enti statali, ma non sono stati mai assunti perché le graduatorie ci sono, ma spesso si è fatto finta di non vederle. Si tratta di un esercito di giovani e meno giovani: stando ai dati del ministero, oltre 151mila sono le idoneità, ma molte si riferiscono alla stessa persona che ha partecipato a più selezioni. Eppure secondo comitati e movimenti che raggruppano gli idonei, si tratta di almeno di 150mila persone dato che il monitoraggio ministeriale ha censito le graduatorie di oltre 4mila enti sui più di 23mila conteggiati dall’Ipa (Indice delle pubbliche amministrazioni). Per tutti il limbo ha una fine: 1 gennaio 2017, giorno in cui le graduatorie saranno di fatto scadute e loro rimarranno con un pugno di mosche in mano. E pensare che tra di loro c’è anche chi ha superato fino a 18 concorsi. A questo si è arrivati perché le cose sono andate diversamente rispetto al decreto legge 101 del 2013: in piena austerity la norma aveva disposto che le assunzioni dovessero avvenire tramite lo scorrimento delle graduatorie prima di bandire costose e lunghe procedure selettive. Ed ora, a poco più di due mesi dalla scadenza, se non si interverrà con una proroga, i vari Enti dovranno bandire nuovi concorsi. Oppure procedere a esternalizzazioni e ‘chiamate dirette’. “Chiediamo la proroga dell’efficacia delle graduatorie in scadenza per altri due anni” ha detto a ilfattoquotidiano.it Alessio Mercanti, presidente del Comitato nazionale XXVII ottobre, che ha programmato per il 15 novembre una manifestazione davanti al ministero della Pubblica amministrazione. Nei giorni scorsi ha affrontato la questione anche il sindaco di Napoli De Magistris, mentre il Movimento unico nazionale vincitori idonei e concorsisti (Munvic, presieduto da Valeria Mancini) ha avviato un esposto alla Commissione europea con la collaborazione dello studio legale Leone-Fell, denunciando “un sistema che favorisce i clientelismi”. Il tutto mentre il premier Matteo Renzi annuncia il via libera a nuovi concorsi pubblici. E c’è chi, a più di 40 anni (e una lista di concorsi superati alle spalle), potrebbe anche dover ripartire daccapo.
Capitoli
Lady Etruria
di Davide Vecchi 11.4€ Acquista su AmazonArticolo Precedente
I vecchi stanno vincendo la lotta di classe
Articolo Successivo
Giovani, l’Italia non se ne cura: se lo facesse beneficio sarebbe dell’8-9% del Pil
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Putin: “Non vogliamo ciò che non è nostro, ma non rinunceremo a ciò che lo è”. La Lituania esce dal trattato sulle bombe a grappolo: “Temiamo la Russia”
Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "I fondi di coesione sono fondamentali per ridurre i divari e le disuguaglianze nel nostro paese e in tutta Europa, non possono e non devono essere usati per spese militari. Il Pd oggi ha difeso questa impostazione. Un’Europa forte e sicura e’ innanzitutto un’Europa più coesa. Elly Schlein e Giuseppe Provenzano hanno detto anche questo oggi al vertice socialista a Bruxelles. Dobbiamo essere tutti uniti per la tutela di questo strumento necessario a garantire protezione sociale e opportunità per una crescita giusta". Così in una nota Marco Sarracino, responsabile Coesione territoriale, Sud e aree interne nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Un episodio grave e inaccettabile che deve essere condannato con forza e determinazione: la sofferenza del popolo palestinese non può e non deve essere strumentalizzata da delinquenti intenzionati a spargere nelle nostre città odio antisemita profanando un luogo nato per coltivare la memoria dell’orrore della Shoah". Lo dice all'Adnkronos il deputato del Pd Andrea Casu a proposito della vicenda del museo della Shoah di Roma.
Milano, 6 mar. (Adnkronos) - La Procura di Milano ha chiesto al Comune - nell'ambito dell'inchiesta sull'urbanistica - la consegna delle dichiarazioni e delle comunicazioni (previste per legge) concernenti "l'assenza di conflitti di interesse, anche potenziali", sottoscritte da Giovanni Oggioni (arrestato ieri per corruzione), sia riguardo l'incarico di direttore del Sportello unico per l'edilizia (Sue), che per quello di componente della Commissione per il paesaggio; dell'ex dirigente Franco Zinna; degli indagati Andrea Viaroli e Carla Carbone e "di tutti i membri delle Commissioni per il paesaggio, a partire almeno dal 2015 in poi", ossia delle quattro commissioni (compresa l'attuale) che si sono succedute nel corso degli ultimi dieci anni.
Per la procura, si legge nel provvedimento, è "altrettanto necessario completare (aggiornandole sino alla data odierna) le acquisizioni dei 'verbali delle riunioni cosiddette di staff', nonché i verbali della Commissione attuazione nuovo Pgt e la relativa determina del 23 luglio 2020, nonché del 'Gruppo di lavoro' istituito in seno all'Area Rigenerazione Urbana", a partire dal primo giugno 2024 a oggi.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.