“Per la prima volta a Palazzo Chigi si mette in piedi una struttura tecnica che deve mettere insieme i dati del passato in una logica sinergica”. Così Matteo Renzi ha presentato ai dottorandi del Politecnico di Milano “Casa Italia“, il piano nazionale a lungo termine del governo per la prevenzione antisismica. Il responsabile del progetto è il rettore del Politecnico Giovanni Azzone. Ma non tutti i dottorandi presenti nell’aula magna sono rimasti convinti dalle parole di Renzi: “L’intervento mi è parso portato avanti per slogan – spiega Gianluca Caramiello, dottorando in ingegneria strutturale sismica e geotecnica -. Non vedo novità ed è stato troppo generico non capisco come si passi dalle parole ai fatti”. Renzi ha puntato molto sul recupero dei tanti piccoli borghi distrutti dal terremoto: “La storia del nostro paese è nata lì, per questo vanno difesi”. Ma anche su questo tema non sono state apprezzate dal ricercatore: “I borghi si abbandonano perché non c’è prospettiva lavorativa. Non ripartono con le parole, ripartono se c’è una prospettiva economica dietro. Noi siamo tutte persone che su questi temi ci lavorano. Per questo mi sarei aspettato che si scendesse di più sui dettagli tecnici”.
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