Roberta Zarcone è un fiume in piena. La sua è una storia di coraggio e di tentativi, alcuni falliti, altri andati a buon fine. Laureata a Palermo in Ingegneria edile-architettura, a 31 anni può vantare un curriculum che tanti colleghi ben più grandi di lei potrebbero invidiare. In questo percorso, però, di porte chiuse ne ha trovate tante. Al punto da volersene andare in Francia. “Dopo la laurea ho cominciato a seguire alcuni progetti nello studio di un mio professore, senza essere retribuita – racconta a ilfattoquotidiano.it -, dopo qualche mese mi convoca nel suo ufficio e io tra me e me penso: ‘Forse mi vuole parlare del bando per il dottorato appena uscito’”. E invece no: “Voleva propormi l’ennesimo lavoro gratis – ricorda – e inoltre mi sconsigliò vivamente di partecipare al concorso”.
Roberta resiste un’altra settimana, poi fa le valigie per trasferirsi a Roma: “Avevo vinto una borsa di studio di tre mesi presso il ministero degli Esteri – racconta -, dove mi dedicai a uno studio sui costi delle case del personale consolare e alla fine tutti mi fecero i complimenti, ma poi mi dissero che non c’era posto per me”. Roberta è costretta a tornare a Palermo, dove si iscrive a un master: “E intanto per mantenermi lavoravo tutte le mattine in un call center – ricorda -, dove se riuscivi a fissare almeno 30 appuntamenti venivi pagato 250 euro al mese”.
“Un giorno il prof mi chiama in ufficio, pensavo fosse per parlarmi di un bando. E invece mi ha proposto l’ennesimo lavoro gratis”
Quando attraverso il master le viene offerta la possibilità di fare un tirocinio a Milano, non ci pensa su due volte: “Anche quella, però, fu una grossa delusione. Mi misero a pulire e ricontrollare i file da mandare ai clienti, con un rimborso spese di 200 euro al mese”. Finita quest’esperienza Roberta fa ritorno in Sicilia e dopo un periodo di stallo trova un impiego per una ditta che si occupa di fotovoltaico: “Dopo 10 giorni mi hanno spedito in Brasile per tre mesi, dove giravo alla ricerca di terreni adatti per gli impianti – ricorda -, mi piaceva il fatto che fosse un lavoro che mi permetteva di viaggiare, ma non era quello per cui avevo studiato”.
Di lì a poco, però, qualche raggio di sole inizia a fare capolino: “Avevo vinto una borsa di studio di sei mesi con l’università di Palermo per fare ricerca all’estero – ricorda –, così ho dato le dimissioni e ho mandato la mia candidatura presso una scuola di architettura parigina, la Paris Malaquais”. Nel novembre 2012 comincia la sua avventura francese e a parte qualche piccolo inconveniente (che risponde al nome di un appartamento di 9 metri quadri, al sesto piano senza ascensore) il vento inizia a girare per il verso giusto: “Finalmente mi sono sentita parte di un vero progetto e dopo due mesi dall’inizio del mio lavoro di ricerca il mio professore mi ha chiesto: ‘Vuoi fare lezione?’ – ricorda -. Io accettai, ovviamente, pensando che intendesse farmi fare da assistente, invece mi trovai a insegnare tutta la parte di esercitazioni del suo corso, senza sapere ancora bene la lingua”. Quello con l’insegnamento è stato un colpo di fulmine: “Ho capito che era quello che volevo fare nella vita”. Così continua a darsi da fare: “Ho vinto il dottorato, ma i primi due anni non ho ricevuto fondi, quindi per mantenermi mi dividevo tra le lezioni e qualche lavoretto negli studi di ingegneria. Appena c’erano finanziamenti, però, l’università mi faceva qualche contratto extra per seguire dei progetti”.
“A due mesi dall’inizio del mio lavoro di ricerca il mio professore mi ha chiesto: ‘Vuoi fare le lezioni?’”
In primavera Roberta discuterà la sua tesi, ma nel frattempo il suo sogno è diventato realtà: “L’anno scorso il mio professore mi disse che c’era il concorso pubblico per insegnare nelle scuole di architettura e mi suggerì di provare comunque, anche se ero poco conosciuta. Io decisi di fare domanda a Lille, perché c’erano più chance rispetto a Parigi”. La strada sembrava tutta in salita: “Per la mia classe di insegnamento ci presentammo in 60, ma arrivammo solo in due all’orale – racconta -. Non pensavo di avere possibilità, perché lui era francofono e laureato nella migliore scuola di ingegneria della Francia e invece hanno preso me”. Ora Roberta è maître-assistant – ruolo paragonabile a quello del professore associato in Italia – presso l’Ecole nationale superieure d’architecture et de paysage di Lille e non potrebbe essere più felice.
Ma non è l’unica connazionale ad aver fatto questa scelta: “Nel 2009 il ministero francese pubblicò un rapporto sullo stesso concorso a cui ho partecipato io, in cui la giuria s’interrogava sulla presenza massiccia di italiani, chiedendosi perché pur essendo così qualificati non fossero in grado di trovare spazio nel nostro Paese”, racconta.
“Nel 2009 il ministero francese ha pubblicato un rapporto: si chiedeva perché così tanti italiani avessero partecipato al mio stesso concorso”
Quando viveva ancora in Italia, Roberta si era anche iscritta nelle liste per gli insegnanti di terza fascia: “Passai giornate intere a capire per quali discipline potevo propormi con i miei crediti, ma non mi hanno mai chiamato fino a quando non è uscito il piano della ‘Buona Scuola’ – racconta -, ora invece ricevo spesso mail per insegnare sostegno, io che non ho alcuna competenza in questa materia e ogni volta che leggo quelle comunicazioni mi chiedo quanti accettano questo ruolo pur essendo privi di qualsiasi nozione di pedagogia o psicologia”, aggiunge.
Quando le chiedi di Palermo, risponde così: “È una città difficile, ma quando sono partita non escludevo di tornare un giorno”, ammette. L’esperienza francese, però, ha cambiato le carte in tavola: “Ora che ho conosciuto un nuovo modo di vivere non potrei mai tornare a quello vecchio”. E la sua voce è quella di un’intera generazione: “Non siamo cervelli in fuga, siamo semplicemente persone che in Italia sono impossibilitate a trovare il loro posto”.
Cervelli in fuga
“In Italia lavoravo gratis, in Francia sono come un prof associato. E non voglio tornare indietro”
Roberta Zarcone ha 31 anni ed è laureata in Ingegneria edile-architettura. In Italia le avevano offerto soltanto impieghi sottopagati e tirocini senza futuro. Così ha deciso di partire. Ha vinto un concorso pubblico e oggi insegna all’Ecole nationale superieure d'architecture et de paysage di Lille. "In Francia si chiedono perché così tanti italiani qualificati non sono in grado di trovare spazio nel loro Paese”
Roberta Zarcone è un fiume in piena. La sua è una storia di coraggio e di tentativi, alcuni falliti, altri andati a buon fine. Laureata a Palermo in Ingegneria edile-architettura, a 31 anni può vantare un curriculum che tanti colleghi ben più grandi di lei potrebbero invidiare. In questo percorso, però, di porte chiuse ne ha trovate tante. Al punto da volersene andare in Francia. “Dopo la laurea ho cominciato a seguire alcuni progetti nello studio di un mio professore, senza essere retribuita – racconta a ilfattoquotidiano.it -, dopo qualche mese mi convoca nel suo ufficio e io tra me e me penso: ‘Forse mi vuole parlare del bando per il dottorato appena uscito’”. E invece no: “Voleva propormi l’ennesimo lavoro gratis – ricorda – e inoltre mi sconsigliò vivamente di partecipare al concorso”.
Roberta resiste un’altra settimana, poi fa le valigie per trasferirsi a Roma: “Avevo vinto una borsa di studio di tre mesi presso il ministero degli Esteri – racconta -, dove mi dedicai a uno studio sui costi delle case del personale consolare e alla fine tutti mi fecero i complimenti, ma poi mi dissero che non c’era posto per me”. Roberta è costretta a tornare a Palermo, dove si iscrive a un master: “E intanto per mantenermi lavoravo tutte le mattine in un call center – ricorda -, dove se riuscivi a fissare almeno 30 appuntamenti venivi pagato 250 euro al mese”.
Quando attraverso il master le viene offerta la possibilità di fare un tirocinio a Milano, non ci pensa su due volte: “Anche quella, però, fu una grossa delusione. Mi misero a pulire e ricontrollare i file da mandare ai clienti, con un rimborso spese di 200 euro al mese”. Finita quest’esperienza Roberta fa ritorno in Sicilia e dopo un periodo di stallo trova un impiego per una ditta che si occupa di fotovoltaico: “Dopo 10 giorni mi hanno spedito in Brasile per tre mesi, dove giravo alla ricerca di terreni adatti per gli impianti – ricorda -, mi piaceva il fatto che fosse un lavoro che mi permetteva di viaggiare, ma non era quello per cui avevo studiato”.
Di lì a poco, però, qualche raggio di sole inizia a fare capolino: “Avevo vinto una borsa di studio di sei mesi con l’università di Palermo per fare ricerca all’estero – ricorda –, così ho dato le dimissioni e ho mandato la mia candidatura presso una scuola di architettura parigina, la Paris Malaquais”. Nel novembre 2012 comincia la sua avventura francese e a parte qualche piccolo inconveniente (che risponde al nome di un appartamento di 9 metri quadri, al sesto piano senza ascensore) il vento inizia a girare per il verso giusto: “Finalmente mi sono sentita parte di un vero progetto e dopo due mesi dall’inizio del mio lavoro di ricerca il mio professore mi ha chiesto: ‘Vuoi fare lezione?’ – ricorda -. Io accettai, ovviamente, pensando che intendesse farmi fare da assistente, invece mi trovai a insegnare tutta la parte di esercitazioni del suo corso, senza sapere ancora bene la lingua”. Quello con l’insegnamento è stato un colpo di fulmine: “Ho capito che era quello che volevo fare nella vita”. Così continua a darsi da fare: “Ho vinto il dottorato, ma i primi due anni non ho ricevuto fondi, quindi per mantenermi mi dividevo tra le lezioni e qualche lavoretto negli studi di ingegneria. Appena c’erano finanziamenti, però, l’università mi faceva qualche contratto extra per seguire dei progetti”.
In primavera Roberta discuterà la sua tesi, ma nel frattempo il suo sogno è diventato realtà: “L’anno scorso il mio professore mi disse che c’era il concorso pubblico per insegnare nelle scuole di architettura e mi suggerì di provare comunque, anche se ero poco conosciuta. Io decisi di fare domanda a Lille, perché c’erano più chance rispetto a Parigi”. La strada sembrava tutta in salita: “Per la mia classe di insegnamento ci presentammo in 60, ma arrivammo solo in due all’orale – racconta -. Non pensavo di avere possibilità, perché lui era francofono e laureato nella migliore scuola di ingegneria della Francia e invece hanno preso me”. Ora Roberta è maître-assistant – ruolo paragonabile a quello del professore associato in Italia – presso l’Ecole nationale superieure d’architecture et de paysage di Lille e non potrebbe essere più felice.
Ma non è l’unica connazionale ad aver fatto questa scelta: “Nel 2009 il ministero francese pubblicò un rapporto sullo stesso concorso a cui ho partecipato io, in cui la giuria s’interrogava sulla presenza massiccia di italiani, chiedendosi perché pur essendo così qualificati non fossero in grado di trovare spazio nel nostro Paese”, racconta.
Quando viveva ancora in Italia, Roberta si era anche iscritta nelle liste per gli insegnanti di terza fascia: “Passai giornate intere a capire per quali discipline potevo propormi con i miei crediti, ma non mi hanno mai chiamato fino a quando non è uscito il piano della ‘Buona Scuola’ – racconta -, ora invece ricevo spesso mail per insegnare sostegno, io che non ho alcuna competenza in questa materia e ogni volta che leggo quelle comunicazioni mi chiedo quanti accettano questo ruolo pur essendo privi di qualsiasi nozione di pedagogia o psicologia”, aggiunge.
Quando le chiedi di Palermo, risponde così: “È una città difficile, ma quando sono partita non escludevo di tornare un giorno”, ammette. L’esperienza francese, però, ha cambiato le carte in tavola: “Ora che ho conosciuto un nuovo modo di vivere non potrei mai tornare a quello vecchio”. E la sua voce è quella di un’intera generazione: “Non siamo cervelli in fuga, siamo semplicemente persone che in Italia sono impossibilitate a trovare il loro posto”.
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(Adnkronos) - La richiesta riguarda tutti le tracce trovate nella villetta di via Pascoli dove avviene il delitto, a partire dalle fascette dei rilievi dattiloscopici e le impronte digitali trovate nell'appartamento e sul dispenser portasapone dove - sancisce la Cassazione - si lava l'assassino. L'intenzione degli inquirenti è anche quella di lavorare sui quattro capelli scuri trovati nel lavandino del bagno al piano terra, così come sull'impronta trovata sulla porta d'ingresso dell'abitazione. Per i carabinieri di Milano sul dispenser (oltre alle due impronte di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio) "vi sono numerose impronte papillari sovrapposte che sarebbero state cancellate se il dispenser fosse stato lavato dal sangue" e nel lavandino la presenza di 4 capelli neri lunghi "attestano ovviamente che il lavandino non è mai stato lavato dalla presenza di sangue. Diversamente, i capelli presenti nel lavabo sarebbero stati portati via dall'acqua".
Una tesi smentita dalla stessa Procura di Pavia nella prima archiviazione, di otto anni fa, contro l'indagato Sempio. Un'ipotesi "priva di fondamento logico dal momento che è processualmente accertato che l'assassino aveva le mani imbrattate di sangue e che si è recato in bagno per lavarsi". Il sangue, liquido e solubile in acqua, "viene lavato molto più facilmente dei capelli che, stante la loro forma e lunghezza rimangono molto più facilmente sul fondo della vasca anche dopo il lavaggio del sangue" e si tratta dei capelli di Chiara "recisi a causa dei colpi inferti e rimasti sulle mani insanguinate dell'assassino; la loro presenza attesta semmai che lo stesso si è effettivamente lavato le mani". È peraltro "verosimile che l'assassino non si sia soffermato per verificare l'effetto del risciacquo, ma si sia allontanato rapidamente dalla scena".
I carabinieri sono intenzionati anche ad approfondire un'impronta digitale trovata sulla maniglia della porta di ingresso (ritenuta allora non utile dal Ris di Parma) su cui "non appare sia stata eseguita alcuna indagine biologica mirata ad accertare se quel contatto possa essere stato lasciato da una mano sporca di sangue (della vittima o di altri) o se fosse altra sostanza". Una tesi "oltre che logicamente fallace, non è di alcuna utilità investigativa" essendo stata osservata tre giorni dopo il delitto e trovandosi accanto alla serratura. Una porta toccata da Stasi e da soccorritori e investigatori. "Le tracce papillari, al pari del Dna, non sono databili. È impossibile sapere se quella traccia sia stata deposta il giorno del delitto o nei giorni precedenti (o addirittura in quelli successivi), basti pensare che in sede di rilievo sono state trovate anche le impronte papillari" di alcuni carabinieri coinvolti nelle indagini e di un falegname intervenuto tempo prima nella villetta per effettuare alcuni lavori. Per queste ragioni, concludeva l'archiviazione, "è evidente la totale irrilevanza investigativa della traccia segnalata".
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente''. Terna, presentando il piano di sviluppo 2025, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero, al fine di ''garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile''.
Tra i principali progetti pianificati Terna segnala 'Sa.Co.I.3', il progetto di ammodernamento e potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia 'Elmed', il raddoppio interconnessione Italia-Grecia, che ''consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni''.
Inoltre, nel piano di sviluppo 2025 sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come 'Merchant lines', a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Risultano in fase di avvio consultazione 11 richieste per oltre 12 Gw di capacità. Terna segnala che la gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, permette di ''avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 Gw di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 Gw di solare, 110 Gw di eolico on-shore e 86 Gw di eolico off-shore) e 277 Gw per sistemi di accumulo. Questi numeri, che ''superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo'', secondo la società.
In aggiunta, nell’ultimo biennio si è registrata una crescita delle richieste anche per gli utenti di consumo, che prelevano direttamente energia dalla rete di trasmissione nazionale e includono, ad esempio, impianti ad alto consumo energetico. Le richieste di connessione per questi utenti possono riguardare sia l’adeguamento di impianti già operativi sia la connessione di nuovi impianti alla rete. Tale tendenza è attribuibile per larga parte ai centri di elaborazione (data center): al 31 dicembre 2024 le richieste erano pari a circa 30 Gw, dato annuale 24 volte superiore rispetto a quello del 2021. Tali richieste sono principalmente localizzate nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia.
Terna annuncia che ''con lo scopo di favorire una sempre più ampia abilitazione delle rinnovabili e per garantire un’elevata qualità del servizio, in sinergia con i concessionari del servizio di distribuzione, è stato individuato un set di Cabine primarie da potenziare o da connettere alla Rete di trasmissione nazionale''. Il trend di tali richieste di connessione si è ulteriormente ampliato per effetto dei fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr. Terna ha definito un approccio di gestione delle richieste di connessione basato sulla definizione di 76 'microzone' che ''consentono di modellare in modo efficace un perimetro all’interno del quale studiare soluzioni di connessione e quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."