“L’effetto sull’equilibrio dei conti non è privo di rischi. Non tanto per l’incremento delle spese in conto capitale in disavanzo, quanto per l’assunzione di impegni permanenti dal lato delle spese correnti (in particolare per le pensioni e il pubblico impiego) compensati solo in parte da entrate permanenti e certe”. Infatti le misure una tantum, dalla voluntary disclosure alla rottamazione delle cartelle di Equitalia passando per le altre misure di contrasto all’evasione e il rinnovo delle concessioni sulle frequenze, “costituiscono circa metà delle maggiori entrate nette (complessivamente 6,3 miliardi)”. E si tratta di entrate tutt’altro che sicure: in particolare il gettito della voluntary bis “rischia di essere sovrastimato, tenuto conto che i criteri di adesione risultano sostanzialmente invariati rispetto alla prima edizione, mentre dalla sanatoria sono esclusi i soggetti che hanno ne hanno già usufruito”. E’ stato lapidario il giudizio del presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) Giuseppe Pisauro, in audizione alla Camera sulla legge di Bilancio e il decreto fiscale collegato. Ma anche il presidente della Corte dei conti Arturo Martucci di Scarfizzi e il vicedirettore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini, pur con diverse modulazioni, non hanno mancato di evidenziare che le coperture della manovra per il 2017 sono ballerine e tutt’altro che sicure. Nel frattempo, da Bruxelles, il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha reagito con durezza ai continui attacchi di Matteo Renzi chiarendo che “non sortiranno i risultati sperati”, cioè un giudizio positivo sulla manovra e le “spese eccezionali” per sisma e migranti che Roma ritiene debbano star fuori dal calcolo del deficit. Lo stesso Pisauro, del resto, ha espresso dubbi sul fatto che possa arrivare il via libera.
Ufficio parlamentare bilancio: “Ipoteca notevole sul quadro di finanza pubblica” – Duro il verdetto del numero uno dell’Upb, entrato in rotta di collisione con il governo già in occasione della presentazione dell’aggiornamento del Def. Pisauro ha affermato che la prevalenza di coperture legate al recupero dell’evasione fiscale pone “una ipoteca notevole sul quadro di finanza pubblica” e la manovra comprende “molte misure frammentarie destinate a finalità diverse difficilmente riferibili a un disegno organico di politica economica”. Di conseguenza “il giudizio complessivo” sulla manovra “è nell’intervallo dell’accettabilità ma con dei rischi”. Peraltro “il mantenimento della clausola sull’Iva“, la cosiddetta clausola di salvaguardia, “e il suo rafforzamento nel 2019 con la finalità di garantire la tenuta dei conti rendono difficile identificare gli obiettivi della programmazione di bilancio di medio termine”. Non basta: la rottamazione delle cartelle, “consentendo ai contribuenti di estinguere il debito di imposta al netto di sanzioni e interessi di mora, finisce per premiare i contribuenti meno meritevoli e per questa via può contribuire a indebolire il senso di obbedienza fiscale della platea dei contribuenti”.
Bankitalia: “Alto grado di incertezza su introiti da lotta a evasione” – “Le misure con effetti temporanei rappresentano circa i due terzi del maggior gettito atteso nel 2017″, ha fatto i conti Signorini, mentre dalla spending review arriverà solo “un decimo delle coperture per il prossimo biennio”. “Secondo le valutazioni ufficiali, il complesso delle misure in tema di evasione e di recupero del gettito“, dalla rottamazione delle cartelle alla riapertura dei termini per l’emersione dei capitali nascosti al fisco, “produrrà maggiori entrate per 6,4 miliardi nel 2017, 5,9 nel 2018 e 4,3 nel 2019”. “Queste somme rappresentano più della metà delle maggiori entrate previste per il biennio 2017-18, e oltre il 40 per cento per il 2019. Rispetto alle stime di interventi di altra natura, la valutazione del gettito derivante dal contrasto all’evasione ha un grado di incertezza superiore”. Al contrario la revisione e razionalizzazione della spesa si attesta a “quasi un miliardo nel 2017 e oltre 1,5 miliardi nel 2018” tra tagli ai ministeri per “circa 0,7 miliardi l’anno e minori stanziamenti per il servizio sanitario nazionale per circa un miliardo nel 2018″. Si tratta di appena “un decimo delle coperture per il prossimo biennio”, e si noti che la fetta più grossa arriva appunto dalle minori risorse alla sanità.
Corte dei Conti: “Elementi di problematicità, limitato il ruolo della spending review” – Martucci di Scarfizzi è stato più netto: “Sul fronte delle coperture emergono taluni elementi di problematicità che inducono a qualche approfondimento”, ha esordito il presidente dei magistrati contabili, osservando che “le risorse derivanti dalle misure di contrasto dell’evasione fiscale disposte con il DL 193/2016” sono quantificate in “oltre 4,2 miliardi nel 2017 e nel 2018 e 3,3 miliardi nel 2019” e “oltre il 30 per cento delle maggiori entrate è derivante da misure una tantum quali la voluntary disclosure e l’asta per i diritti d’uso delle frequenze a banda larga“. Al contrario “il ruolo assegnato alla riduzione della spesa è limitato“. Peccato, ha ammonito, che la Corte abbia “in diverse occasioni richiamato i limiti dei mezzi di copertura affidati al contrasto dell’evasione, che per loro natura scontano margini di incertezza e ma si rapportano a maggiori spese o a sgravi fiscali certi“. La conclusione è che “le scelte operate con la legge di bilancio si muovono su un terreno oggettivamente difficoltoso poiché, nel passato non sempre i risultati sono stati all’altezza delle attese“.
Martucci di Scarfizzi ha rincarato la dose spiegando che uno dei pilastri del “nuovo corso” promesso dal governo contro l’evasione fiscale, cioè la discussa trasmissione trimestrale delle fatture Iva, potrebbe sì “incidere in modo strutturale sull’azione di contrasto all’evasione”, ma “l’esclusione da tali novità del settore delle vendite al dettaglio non consente di intercettare l’evasione che avviene a valle del processo di produzione e di distribuzione dei beni e dei servizi”. Per quanto concerne i 2,7 miliardi attesi dalla rottamazione delle cartelle, “occorre chiedersi quali saranno le modalità di copertura delle spese di funzionamento della ‘nuova’ riscossione (circa un miliardo per metà rappresentate dal costo dei circa 8mila dipendenti), fin qui coperte dal sistema di aggi e rimborsi che tanto peso hanno avuto nello scioglimento di Equitalia. Così come occorre verificare in quale misura la ‘nuova’ funzione di riscossione potrà contare sugli adeguati poteri in linea con le migliori pratiche internazionali auspicate da Ocse e Fmi considerato che gli ultimi anni hanno portato ad un progressivo ridimensionamento dei poteri assicurati ad Equitalia”.
Pochi dati sui risultati delle misure anti evasione adottate in passato – Il magistrato ha poi ricordato che già nella relazione 2015 la Corte ha puntualizzato che “delle 56 misure che negli ultimi sette anni sono state intestate al contrasto all’evasione, solo per una si dispone di una puntuale consuntivazione, mentre per oltre la metà non si è in grado di avere neppure un aggiornamento delle previsioni iniziali a suo tempo definite”. Morale: non ci sono dati che confortino riguardo alla solidità delle previsioni del governo. Quel che è sicuro è che “nel passato non sempre i risultati sono stati all’altezza delle attese”. Sarebbe quindi opportuno “prevedere prudentemente un esame in corso d’anno“. “Potrebbe valutarsi, poi, la possibilità di un collegamento più stretto tra maturazione delle coperture e attivazione di impegni di spesa, agendo sui tempi di avvio di determinati interventi, e in alcuni casi condizionando le realizzazioni al concretizzarsi dei gettiti attesi”.
Tutto considerato, il permanere di vincoli stringenti per la finanza pubblica consiglia “di guardare alla programmazione per il prossimo triennio con particolare attenzione e cautela”, avverte la Corte, “in un contesto che vedrà un probabile ri-orientamento della intonazione della politica monetaria e, quindi, il venir meno dei suoi positivi riflessi sul servizio del debito“. Il riferimento è al calo degli interessi pagati dai titoli di Stato, merito del quantitative easing della Banca centrale europea, che ha comportato ingenti risparmi per le casse pubbliche.
“Necessarie risorse alternative per eliminare aumenti di Iva e accise anche nel 2018 e 2019” – Sullo sfondo resta la spada di Damocle delle clausole di salvaguardia su Iva e accise, eliminate per il 2017 ma non per gli anni a seguire. “La diminuzione del disavanzo rispetto al 2017 avviene grazie all’attivazione delle clausole di salvaguardia, abolite per il 2017, ma confermate per il 2018 e ulteriormente inasprite per il 2019”, ha ricordato Signorini. Visto che “parte delle coperture ha natura temporanea”, “se si vorrà in futuro evitare, come in passato, l’attivazione delle clausole di salvaguardia, sarà necessario il reperimento di risorse alternative”. E si parla rispettivamente di oltre 19 (per il 2018) e oltre 22 miliardi (per il 2019) da trovare solo per scongiurare gli aumenti.
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Legge di Bilancio, “rischi su equilibrio dei conti: impegni permanenti ma coperture sono per due terzi da una tantum”
Il numero uno dell'Ufficio parlamentare di bilancio ha parlato di "un'ipoteca notevole sul quadro di finanza pubblica". Il presidente della Corte dei Conti ha sottolineato che 4,2 miliardi dovrebbero arrivare da interventi di contrasto all'evasione "che per loro natura scontano margini di incertezza". Stesse perplessità per il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, che ha anche sottolineato la necessità di "risorse alternative" per evitare che nel 2018 e 2019 scattino gli aumenti di Iva e accise
“L’effetto sull’equilibrio dei conti non è privo di rischi. Non tanto per l’incremento delle spese in conto capitale in disavanzo, quanto per l’assunzione di impegni permanenti dal lato delle spese correnti (in particolare per le pensioni e il pubblico impiego) compensati solo in parte da entrate permanenti e certe”. Infatti le misure una tantum, dalla voluntary disclosure alla rottamazione delle cartelle di Equitalia passando per le altre misure di contrasto all’evasione e il rinnovo delle concessioni sulle frequenze, “costituiscono circa metà delle maggiori entrate nette (complessivamente 6,3 miliardi)”. E si tratta di entrate tutt’altro che sicure: in particolare il gettito della voluntary bis “rischia di essere sovrastimato, tenuto conto che i criteri di adesione risultano sostanzialmente invariati rispetto alla prima edizione, mentre dalla sanatoria sono esclusi i soggetti che hanno ne hanno già usufruito”. E’ stato lapidario il giudizio del presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) Giuseppe Pisauro, in audizione alla Camera sulla legge di Bilancio e il decreto fiscale collegato. Ma anche il presidente della Corte dei conti Arturo Martucci di Scarfizzi e il vicedirettore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini, pur con diverse modulazioni, non hanno mancato di evidenziare che le coperture della manovra per il 2017 sono ballerine e tutt’altro che sicure. Nel frattempo, da Bruxelles, il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha reagito con durezza ai continui attacchi di Matteo Renzi chiarendo che “non sortiranno i risultati sperati”, cioè un giudizio positivo sulla manovra e le “spese eccezionali” per sisma e migranti che Roma ritiene debbano star fuori dal calcolo del deficit. Lo stesso Pisauro, del resto, ha espresso dubbi sul fatto che possa arrivare il via libera.
Ufficio parlamentare bilancio: “Ipoteca notevole sul quadro di finanza pubblica” – Duro il verdetto del numero uno dell’Upb, entrato in rotta di collisione con il governo già in occasione della presentazione dell’aggiornamento del Def. Pisauro ha affermato che la prevalenza di coperture legate al recupero dell’evasione fiscale pone “una ipoteca notevole sul quadro di finanza pubblica” e la manovra comprende “molte misure frammentarie destinate a finalità diverse difficilmente riferibili a un disegno organico di politica economica”. Di conseguenza “il giudizio complessivo” sulla manovra “è nell’intervallo dell’accettabilità ma con dei rischi”. Peraltro “il mantenimento della clausola sull’Iva“, la cosiddetta clausola di salvaguardia, “e il suo rafforzamento nel 2019 con la finalità di garantire la tenuta dei conti rendono difficile identificare gli obiettivi della programmazione di bilancio di medio termine”. Non basta: la rottamazione delle cartelle, “consentendo ai contribuenti di estinguere il debito di imposta al netto di sanzioni e interessi di mora, finisce per premiare i contribuenti meno meritevoli e per questa via può contribuire a indebolire il senso di obbedienza fiscale della platea dei contribuenti”.
Bankitalia: “Alto grado di incertezza su introiti da lotta a evasione” – “Le misure con effetti temporanei rappresentano circa i due terzi del maggior gettito atteso nel 2017″, ha fatto i conti Signorini, mentre dalla spending review arriverà solo “un decimo delle coperture per il prossimo biennio”. “Secondo le valutazioni ufficiali, il complesso delle misure in tema di evasione e di recupero del gettito“, dalla rottamazione delle cartelle alla riapertura dei termini per l’emersione dei capitali nascosti al fisco, “produrrà maggiori entrate per 6,4 miliardi nel 2017, 5,9 nel 2018 e 4,3 nel 2019”. “Queste somme rappresentano più della metà delle maggiori entrate previste per il biennio 2017-18, e oltre il 40 per cento per il 2019. Rispetto alle stime di interventi di altra natura, la valutazione del gettito derivante dal contrasto all’evasione ha un grado di incertezza superiore”. Al contrario la revisione e razionalizzazione della spesa si attesta a “quasi un miliardo nel 2017 e oltre 1,5 miliardi nel 2018” tra tagli ai ministeri per “circa 0,7 miliardi l’anno e minori stanziamenti per il servizio sanitario nazionale per circa un miliardo nel 2018″. Si tratta di appena “un decimo delle coperture per il prossimo biennio”, e si noti che la fetta più grossa arriva appunto dalle minori risorse alla sanità.
Corte dei Conti: “Elementi di problematicità, limitato il ruolo della spending review” – Martucci di Scarfizzi è stato più netto: “Sul fronte delle coperture emergono taluni elementi di problematicità che inducono a qualche approfondimento”, ha esordito il presidente dei magistrati contabili, osservando che “le risorse derivanti dalle misure di contrasto dell’evasione fiscale disposte con il DL 193/2016” sono quantificate in “oltre 4,2 miliardi nel 2017 e nel 2018 e 3,3 miliardi nel 2019” e “oltre il 30 per cento delle maggiori entrate è derivante da misure una tantum quali la voluntary disclosure e l’asta per i diritti d’uso delle frequenze a banda larga“. Al contrario “il ruolo assegnato alla riduzione della spesa è limitato“. Peccato, ha ammonito, che la Corte abbia “in diverse occasioni richiamato i limiti dei mezzi di copertura affidati al contrasto dell’evasione, che per loro natura scontano margini di incertezza e ma si rapportano a maggiori spese o a sgravi fiscali certi“. La conclusione è che “le scelte operate con la legge di bilancio si muovono su un terreno oggettivamente difficoltoso poiché, nel passato non sempre i risultati sono stati all’altezza delle attese“.
Martucci di Scarfizzi ha rincarato la dose spiegando che uno dei pilastri del “nuovo corso” promesso dal governo contro l’evasione fiscale, cioè la discussa trasmissione trimestrale delle fatture Iva, potrebbe sì “incidere in modo strutturale sull’azione di contrasto all’evasione”, ma “l’esclusione da tali novità del settore delle vendite al dettaglio non consente di intercettare l’evasione che avviene a valle del processo di produzione e di distribuzione dei beni e dei servizi”. Per quanto concerne i 2,7 miliardi attesi dalla rottamazione delle cartelle, “occorre chiedersi quali saranno le modalità di copertura delle spese di funzionamento della ‘nuova’ riscossione (circa un miliardo per metà rappresentate dal costo dei circa 8mila dipendenti), fin qui coperte dal sistema di aggi e rimborsi che tanto peso hanno avuto nello scioglimento di Equitalia. Così come occorre verificare in quale misura la ‘nuova’ funzione di riscossione potrà contare sugli adeguati poteri in linea con le migliori pratiche internazionali auspicate da Ocse e Fmi considerato che gli ultimi anni hanno portato ad un progressivo ridimensionamento dei poteri assicurati ad Equitalia”.
Pochi dati sui risultati delle misure anti evasione adottate in passato – Il magistrato ha poi ricordato che già nella relazione 2015 la Corte ha puntualizzato che “delle 56 misure che negli ultimi sette anni sono state intestate al contrasto all’evasione, solo per una si dispone di una puntuale consuntivazione, mentre per oltre la metà non si è in grado di avere neppure un aggiornamento delle previsioni iniziali a suo tempo definite”. Morale: non ci sono dati che confortino riguardo alla solidità delle previsioni del governo. Quel che è sicuro è che “nel passato non sempre i risultati sono stati all’altezza delle attese”. Sarebbe quindi opportuno “prevedere prudentemente un esame in corso d’anno“. “Potrebbe valutarsi, poi, la possibilità di un collegamento più stretto tra maturazione delle coperture e attivazione di impegni di spesa, agendo sui tempi di avvio di determinati interventi, e in alcuni casi condizionando le realizzazioni al concretizzarsi dei gettiti attesi”.
Tutto considerato, il permanere di vincoli stringenti per la finanza pubblica consiglia “di guardare alla programmazione per il prossimo triennio con particolare attenzione e cautela”, avverte la Corte, “in un contesto che vedrà un probabile ri-orientamento della intonazione della politica monetaria e, quindi, il venir meno dei suoi positivi riflessi sul servizio del debito“. Il riferimento è al calo degli interessi pagati dai titoli di Stato, merito del quantitative easing della Banca centrale europea, che ha comportato ingenti risparmi per le casse pubbliche.
“Necessarie risorse alternative per eliminare aumenti di Iva e accise anche nel 2018 e 2019” – Sullo sfondo resta la spada di Damocle delle clausole di salvaguardia su Iva e accise, eliminate per il 2017 ma non per gli anni a seguire. “La diminuzione del disavanzo rispetto al 2017 avviene grazie all’attivazione delle clausole di salvaguardia, abolite per il 2017, ma confermate per il 2018 e ulteriormente inasprite per il 2019”, ha ricordato Signorini. Visto che “parte delle coperture ha natura temporanea”, “se si vorrà in futuro evitare, come in passato, l’attivazione delle clausole di salvaguardia, sarà necessario il reperimento di risorse alternative”. E si parla rispettivamente di oltre 19 (per il 2018) e oltre 22 miliardi (per il 2019) da trovare solo per scongiurare gli aumenti.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.