L’8 novembre non sarà solo il giorno delle elezioni presidenziali che vedranno contrapposti Hillary Clinton e Donald Trump, ma anche un importante appuntamento referendario per gli statunitensi. Mentre l’interesse dei media internazionali è focalizzato sul dibattito su chi vincerà la sfida per l’Election Day, stabilendo il successore di Barack Obama, martedì gli americani saranno chiamati anche per il rinnovo di alcuni seggi del Congresso, per elezioni locali ma, soprattutto, per alcuni referendum. Gli iscritti alle liste elettorali affronteranno quesiti su materie molto diverse tra loro: dalla pena di morte al salario minimo, dall’utilizzo della marijuana per scopi terapeutici al condom per i porno, passando per i controlli sulle armi e l’eutanasia.
Ecco le principali consultazioni referendarie che si svolgeranno negli Stati dell’Unione.
MARIJUANA – La consultazione sulla droga leggera potrà, se verrà approvata, rendere il suo utilizzo per scopi medici legale nella maggioranza degli stati e raddoppiare il numero degli stati dove è legale per uso ricreativo. Per la marijuana a scopi medici si vota in Florida, North Dakota ed Arkansas. Mentre la votazione per la legalizzazione della droga leggera – che ora è in atto in quattro stati – si vota in Nevada, Arizona, California, Maine e Massachussets.
ABOLIZIONE PENA DI MORTE – California e Nebraska voteranno per bandire le esecuzioni capitali e se questi referendum saranno approvati salirà a 21 il numero degli stati che hanno adottato misure del genere. Per contro in Oklahoma si voterà per inserire la pena di morte nella costituzione dello stato.
EUTANASIA – In Colorado gli elettori dovranno votare per la proposta death with dignity, (morte con dignità, ndr), che se verrà approvata permetterà ai medici di aiutare i malati terminali a mettere fine alla propria vita. In questo caso, il Colorado si unirebbe allo stato di Washington, Oregon e Vermont che hanno già leggi sull’eutanasia.
SALARIO MINIMO – Sul minimum wage, il salario minimo al centro del dibattito politico dopo che il Congresso, a maggioranza repubblicana, si è opposto all’aumento di quello federale, fermo a 7,25 dollari all’ora da sette anni, saranno chiamati a votare elettori in 23 stati. In 14 si vota per l’aumento, in otto per un aggiustamento annuale al costo della vita, ma in South Dakota si vota per diminuirlo di un dollaro per i lavoratori minorenni. La Clinton, in campagna elettorale, aveva proposto di aumentare le tasse per i ricchi, tema ripreso dal programma economico di Bernie Sanders, lo sfidante sconfitto alle primarie democratiche.
CONTROLLI SULLE ARMI – Gli elettori di Maine e Nevada voteranno su una proposta di iniziativa popolare che, se approvata, estenderebbe a tutti i tipi di vendita d’armi i controlli sui precedenti di chi le compra. Nel 2014 gli elettori dello stato di Washington hanno approvato una proposta di legge simile che era stata bocciata per due volte dal parlamento; e a novembre voteranno su una legge che permetterebbe alle famiglie e alla polizia di chiedere a un giudice di impedire l’accesso alle armi a persone considerate pericolose. Oggi 9 statunitensi su 10 sono favorevoli a qualche tipo di regolamentazione sulla vendita e il possesso di armi.
SIGARETTE – Il prezzo, già molto elevato, delle sigarette potrà aumentare ancora se passeranno i referendum presentati in quattro stati, California (aumento di 2 dollari), Colorado (1,75 dollari), North Dakota (1,76 dollari) e Missouri ( tra i 23 e i 60 centesimi).
CONDOM PER PORNO – In California gli elettori saranno chiamati a decidere se rendere obbligatorio l’uso del preservativo durante le riprese dei film pornografici. Un referendum piuttosto controverso, che arriva alle urne dopo che gli attori porno e i produttori cinematografici del settore si sono opposti alla proposta di legge, denominata Proposition 60, avanzata da Michael Weinstein, Ceo della AIDS Healthcare Foundation, la maggiore organizzazione che fornisce servizi medici a 12mila persone con infezione da HIV e residenti negli Usa.
DEMOCRAZIA DIRETTA – Mentre i referendum diventano sempre più comuni in tutti gli stati americani, l’8 novembre sempre la California vota per fare un passo ulteriore in questa direzione: se approvata, la Proposition 53 obbligherebbe il parlamento statale a chiedere il parere dei cittadini per ogni progetto infrastrutturale con costi superiori al 2 miliardi di dollari.
BEVANDE GASSATE – Dopo che la liberal Berkeley nel 2014 è stata la prima ad imporre la tassa sulle sodas (le bevande gassate, ndr) contro le quali i salutisti hanno dichiarato guerra, ora altre tre città californiane – le vicine San Francisco, Oakland ed Albany – votano per la soda tax al termine di una campagna elettorale che è stata una vera e propria guerra, con le aziende del settore che hanno investito 30 milioni di dollari e sul fronte opposto la coalizione ‘anti-sodas’ guidata da Michael Bloomberg ha speso 9 milioni.