Il presidente francese parla di incertezza, quello del Parlamento europeo dice che le relazioni cambieranno. Ma al momento il resto del mondo si congratula con Donald Trump, eletto alla Casa Bianca, comprese Germania e la Gran Bretagna post Brexit. “Questa elezione americana apre un periodo di incertezza. Va affrontata con lucidità e chiarezza” dice François Hollande. Bisogna essere “vigili e sinceri” con il partner Usa, ha precisato Hollande, congratulandosi “com’è naturale che sia” con il candidato repubblicano. Poco prima però la reazione francese era stata ancora più allarmata: “È la fine di un’’epoca, quella del neoliberalismo. Bisogna capire cosa verrà dopo – aveva scritto in un tweet poi cancellato da Gérard Araud, l’ambasciatore di Francia negli Stati Uniti – Dopo la Brexit e questa elezione ormai tutto è possibile. Un mondo crolla davanti ai nostri occhi. Una vertigine”.
Anche il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, commenta con durezza il voto Usa: “Sicuramente la relazione transatlantica diventerà più difficile”. Schulz, intervistato dal primo canale pubblico tedesco Ard, ha fatto un parallelo con “le grandi paure” suscitate da Ronald Reagan e ha premesso che “il sistema degli Stati Uniti è forte abbastanza per reggere un presidente Donald Trump e integrarlo”. Nel congratularsi ha espresso la “speranza che rispetterà i diritti e le regole fondamentali. Questo è un momento difficile nelle relazioni Usa-Ue ma Trump merita pieno rispetto. Le campagne elettorali sono cosa diversa dalla politica, spero che ora ci sia un ritorno alla razionalità e che Trump si attenga alla costituzione americana. Noi siamo pronti a collaborare”.
Da Teheran arriva un avvertimento: “Sebbene Iran e Stati Uniti non abbiano legami politici, gli Usa dovrebbero attuare ciò che hanno accettato secondo le regole internazionali con l’accordo sul nucleare (Jcpoa)” dichiara il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif alla tv di Stato: “Noi non interferiamo negli affari interni di altri Paesi, è la scelta del popolo americano, ma chiunque sia il presidente degli Stati Uniti dovrebbe impegnarsi a conoscere le realtà del mondo, così come la nostra regione, e affrontare i problemi con realismo”. “Il risultato delle elezioni negli Stati Uniti non ha alcun effetto sulle politiche della Repubblica islamica dell’Iran” ha detto il presidente iraniano, Hassan Rohani, nel corso di una riunione di gabinetto riportata nel sito ufficiale della presidenza. Per Rohani, “il risultato dell’elezione indica instabilità all’interno degli Usa e sarà necessario un lungo tempo per la rimozione di questi problemi e differenze interni”.
Trapela preoccupazione anche nella dichiarazione del Vaticano: “Prendiamo nota con rispetto della scelta espressa dal popolo americano, che mi dicono anche essere stata caratterizzata da una forte affluenza alle urne. E poi facciamo gli auguri al nuovo presidente, perché il suo servizio possa essere fruttuoso e assicuro anche la nostra preghiera che lo illumini e lo sostenga nel servizio della sua patria ma anche nel servizio del benessere e della pace nel mondo: c’è bisogno di lavorare tutti per cambiare la situazione mondiale che è di grande lacerazione” fa sapere il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. “L’Italia continuerà con l’amicizia e la collaborazione con gli usa, queste cose non cambiano, così come non cambia la nostra contrarietà al protezionismo e alle chiusure – afferma il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni intervenendo a Radio Anch’io- La vittoria di Donald Trump è un fatto importantissimo che cambierà molte cose nel mondo”.
Da Berlino arriva pieno riconoscimento e un’offerta di collaborazione. “Germania e gli Usa sono legati da valori comuni e la Germania offre a Donald Trump una “stretta collaborazione” dice la cancelliera Angela Merkel congratulandosi per la sua elezione. La ministra della Difesa tedesca, Ursula von der Leyen, parlando in tv definisce “un forte choc”. “Gran Bretagna e Stati Uniti rimarranno “partner stretti e vicini” assicura la premier britannica Theresa May che si augura di parlare della “relazione speciale” fra i due Paesi “nella prima occasione possibile”. Il premier olandese, Mark Rutte, ha invitato il repubblicano a lavorare insieme per un mondo “più sicuro e prospero”. “Come alleati e partner, Olanda e Stati Uniti lavoreranno da vicino e congiuntamente per creare un mondo più sicuro e prospero”. Il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, ha augurato “successo nello svolgimento delle sue funzioni” ricordando “i legami di amicizia tra il Portogallo e gli Stati uniti, oltre che la significativa comunità di lusitani che risiedono negli Stati Uniti”.
Più che attese le felicitazioni del presidente russo Vladimir Putin: “Abbiamo sentito le dichiarazioni elettorali dell’allora candidato alla Casa Bianca Donald Trump mirate a ripristinare i rapporti fra la Russia e gli Usa. Noi capiamo e ci rendiamo conto che sarà un percorso difficile dato il deterioramento in cui si trovano le nostre relazioni. La Russia è pronta a far la sua parte e desidera ricostruire i rapporti a pieno titolo con gli Usa”. Anche la Duma ha accolto la notizia della vittoria del miliardario con un fragoroso applauso.
Esulta il premier conservatore ungherese Viktor Orban: “Che magnifica notizia. La democrazia è ancora viva”. Anche I premier spagnolo Mariano Rajoy si è congratulato con il neo-presidente Usa Donald Trump per la vittoria ottenuta alle elezioni americane: “Continueremo a lavorare per rafforzare le relazioni che ci uniscono agli Usa, un socio indispensabile” ha scritto su Twitter. Il nuovo ministro degli esteri di Madrid Alfonso Dastis ha inoltre affermato che ci sono “eccellenti prospettive” per lo sviluppo delle buone relazioni fra Spagna e Usa.
Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un messaggio di congratulazioni affermando di voler lavorare con lui nel rispetto del “win-win principle”, vale a dire di una collaborazione vantaggiosa per entrambe le parti. Anche Ankara si felicita e presenta subito il conto: “Ci congratuliamo con Trump. Invito apertamente il nuovo presidente all’estradizione urgente di Fethullah Gulen, la mente, l’esecutore e l’autore dello scellerato tentativo di colpo di stato del 15 luglio” dichiara il premier di Binali Yildirim, dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza Usa, sottolineando che la consegna di Gulen alle autorità turche potrebbe rappresentare un “nuovo inizio” nelle relazioni tra i due Paesi, già segnate da una “partnership strategica”. Il primo ministro iracheno, Haider al-Abadi, si è congratulato “per la vittoria alle elezioni presidenziali Usa” e ha auspicato che l’Iraq continui a ricevere il sostegno internazionale e degli Usa nella lotta contro il terrorismo, mentre prosegue l’offensiva delle forze governative irachene per liberare Mosul dal sedicente Stato islamico. “Confidiamo che il mondo e gli Stati Uniti continuino a sostenere l’Iraq, schierandosi dalla sua parte, nel suo scontro con il terrorismo”, ha dichiarato Abadi una nota pubblicata sul suo sito web. “Il terrorismo non minaccia solo l’Iraq, ma il mondo intero”.
Le autorità politiche di Tobruk in Libia si sono “congratulate” con Trump per la vittoria in “questa fase delicata che attraversano la regione mediorientale ed il mondo” e hanno “espresso il desiderio che gli Usa accordino un maggiore interesse alla questione libica, dominata dal terrorismo. Questo dossier era prioritario nella vostra campagna elettorale”. In un comunicato si legge che si aspira a una “relazione solida con gli Usa basata sul rispetto reciproco nell’interesse dei due popoli amici“.
“È un amico sincero dello stato di Israele. Agiremo insieme per portare avanti la sicurezza, la stabilità e la pace nella nostra regione – ha detto il premier Benyamin Netanyahu che si è felicitato con il presidente eletto – Il forte legame tra Usa e Israele si basa su valori, interessi e destino comuni. Sono sicuro che Trump ed io – ha concluso – continueremo a rafforzare l’alleanza speciale tra i due paesi e la eleveremo a nuove vette”. I complimenti per Trump sono arrivati anche dal presidente palestinese Mahmoud Abbas. In una nota, diffusa dall’agenzia stampa ufficiale Wafa, Abbas dice di sperare che “la pace possa essere raggiunta durante il suo mandato”.
In un messaggio, di cui riferisce l’agenzia di stampa Spa, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, vice ministro e ministro dell’Interno Mohammed bin Naif bin Abdulaziz fa a Trump “le migliori congratulazioni” e augura a lui “buona salute e felicità” e “al popolo amico americano augura ulteriore progresso e prosperità”.
Anche il primo ministro pachistano, Nawaz Sharif, si è congratulato affermando che la relazione con Washington è “vitale” per mantenere la pace nella regione. “È nostra profonda convinzione che una relazione forte tra i due Paesi sia vitale per la pace, la sicurezza e la stabilità della regione”. Il presidente dell’Afganistan, Ashraf Ghani, ha espresso fiducia nel fatto che continuerà ad aumentare la collaborazione con Washington, che mantiene nel Paese asiatico circa 10mila soldati per l’addestramento nella lotta contro il terrorismo. “Il governo afghano spera che con una collaborazione stretta con il nuovo presidente degli Stati Uniti le relazioni fra i due Paesi possano svilupparsi più che in passato a beneficio di entrambi”. Il premier giapponese Shinzo Abe ha inviato un messaggio di congratulazioni al nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, definendo l’alleanza tra i due paesi “inamovibile”. Anche dall’emisfero australe arrivano le congratulazioni: il primo ministro australiano Malcolm Turnbull dice “gli americani sanno che non hanno alleato più forte, migliore amico, che in Australia“.
“Sono certo che non cambia nulla nelle relazioni tra Brasile e Stati Uniti” ha scritto su Twitter il presidente brasiliano, Michel Temer: “La relazione del Brasile con gli Stati Uniti e gli altri Paesi è istituzionale, ovvero, tra stato e stato. È chiaro che il nuovo presidente dovrà tenere conto delle aspirazioni di tutto il popolo americano”. Il premier canadese Justin Trudeau si è congratulato: “Il Canada non ha un amico, un partner e un alleato più stretto degli Stati Uniti”. Il presidente del Messico, Enrique Pena Nieto, ha telefonato a Trump, e dice di aver concordato un incontro prima dell’inizio del suo mandato, il 20 gennaio prossimo. Il capo di Stato aveva già scelto una linea moderata e via Twitter si era complimentato con gli Stati Uniti per il “processo elettorale”. Un messaggio estremamente cauto: “Il Messico e gli Stati Uniti sono amici, partner e alleati che dovrebbero continuare a collaborare per la competitività e lo sviluppo del Nord America”. Un commento sulle accuse mosse da Trump nei confronti dei migranti irregolari, in particolare messicani, arriva da parte del vice ministro dell’Interno del Messico, Humberto Roque Villanueva: “Le espulsioni di migranti messicani senza documenti dagli Stati Uniti potrebbero iniziare ad aumentare quando il presidente eletto Donald Trump assumerà l’incarico, ma il processo non dovrebbe iniziare presto”.
Elezioni USA 2016
Donald Trump presidente Usa, Putin festeggia: “Pronti a ripristinare i rapporti”. Francia e Ue in allarme
Il presidente russo: "Faremo la nostra parte". "Questa elezione americana apre un periodo di incertezza. Va affrontata con lucidità e chiarezza" dice François Hollande. Schulz: "Sicuramente la relazione transatlantica diventerà più difficile". Gentiloni critico: "Non cambia la nostra contrarietà al protezionismo e alle chiusure". Merkel e May pronte a collaborare, Israele e Ungheria esultano
Il presidente francese parla di incertezza, quello del Parlamento europeo dice che le relazioni cambieranno. Ma al momento il resto del mondo si congratula con Donald Trump, eletto alla Casa Bianca, comprese Germania e la Gran Bretagna post Brexit. “Questa elezione americana apre un periodo di incertezza. Va affrontata con lucidità e chiarezza” dice François Hollande. Bisogna essere “vigili e sinceri” con il partner Usa, ha precisato Hollande, congratulandosi “com’è naturale che sia” con il candidato repubblicano. Poco prima però la reazione francese era stata ancora più allarmata: “È la fine di un’’epoca, quella del neoliberalismo. Bisogna capire cosa verrà dopo – aveva scritto in un tweet poi cancellato da Gérard Araud, l’ambasciatore di Francia negli Stati Uniti – Dopo la Brexit e questa elezione ormai tutto è possibile. Un mondo crolla davanti ai nostri occhi. Una vertigine”.
Anche il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, commenta con durezza il voto Usa: “Sicuramente la relazione transatlantica diventerà più difficile”. Schulz, intervistato dal primo canale pubblico tedesco Ard, ha fatto un parallelo con “le grandi paure” suscitate da Ronald Reagan e ha premesso che “il sistema degli Stati Uniti è forte abbastanza per reggere un presidente Donald Trump e integrarlo”. Nel congratularsi ha espresso la “speranza che rispetterà i diritti e le regole fondamentali. Questo è un momento difficile nelle relazioni Usa-Ue ma Trump merita pieno rispetto. Le campagne elettorali sono cosa diversa dalla politica, spero che ora ci sia un ritorno alla razionalità e che Trump si attenga alla costituzione americana. Noi siamo pronti a collaborare”.
Da Teheran arriva un avvertimento: “Sebbene Iran e Stati Uniti non abbiano legami politici, gli Usa dovrebbero attuare ciò che hanno accettato secondo le regole internazionali con l’accordo sul nucleare (Jcpoa)” dichiara il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif alla tv di Stato: “Noi non interferiamo negli affari interni di altri Paesi, è la scelta del popolo americano, ma chiunque sia il presidente degli Stati Uniti dovrebbe impegnarsi a conoscere le realtà del mondo, così come la nostra regione, e affrontare i problemi con realismo”. “Il risultato delle elezioni negli Stati Uniti non ha alcun effetto sulle politiche della Repubblica islamica dell’Iran” ha detto il presidente iraniano, Hassan Rohani, nel corso di una riunione di gabinetto riportata nel sito ufficiale della presidenza. Per Rohani, “il risultato dell’elezione indica instabilità all’interno degli Usa e sarà necessario un lungo tempo per la rimozione di questi problemi e differenze interni”.
Trapela preoccupazione anche nella dichiarazione del Vaticano: “Prendiamo nota con rispetto della scelta espressa dal popolo americano, che mi dicono anche essere stata caratterizzata da una forte affluenza alle urne. E poi facciamo gli auguri al nuovo presidente, perché il suo servizio possa essere fruttuoso e assicuro anche la nostra preghiera che lo illumini e lo sostenga nel servizio della sua patria ma anche nel servizio del benessere e della pace nel mondo: c’è bisogno di lavorare tutti per cambiare la situazione mondiale che è di grande lacerazione” fa sapere il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. “L’Italia continuerà con l’amicizia e la collaborazione con gli usa, queste cose non cambiano, così come non cambia la nostra contrarietà al protezionismo e alle chiusure – afferma il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni intervenendo a Radio Anch’io- La vittoria di Donald Trump è un fatto importantissimo che cambierà molte cose nel mondo”.
Da Berlino arriva pieno riconoscimento e un’offerta di collaborazione. “Germania e gli Usa sono legati da valori comuni e la Germania offre a Donald Trump una “stretta collaborazione” dice la cancelliera Angela Merkel congratulandosi per la sua elezione. La ministra della Difesa tedesca, Ursula von der Leyen, parlando in tv definisce “un forte choc”. “Gran Bretagna e Stati Uniti rimarranno “partner stretti e vicini” assicura la premier britannica Theresa May che si augura di parlare della “relazione speciale” fra i due Paesi “nella prima occasione possibile”. Il premier olandese, Mark Rutte, ha invitato il repubblicano a lavorare insieme per un mondo “più sicuro e prospero”. “Come alleati e partner, Olanda e Stati Uniti lavoreranno da vicino e congiuntamente per creare un mondo più sicuro e prospero”. Il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, ha augurato “successo nello svolgimento delle sue funzioni” ricordando “i legami di amicizia tra il Portogallo e gli Stati uniti, oltre che la significativa comunità di lusitani che risiedono negli Stati Uniti”.
Più che attese le felicitazioni del presidente russo Vladimir Putin: “Abbiamo sentito le dichiarazioni elettorali dell’allora candidato alla Casa Bianca Donald Trump mirate a ripristinare i rapporti fra la Russia e gli Usa. Noi capiamo e ci rendiamo conto che sarà un percorso difficile dato il deterioramento in cui si trovano le nostre relazioni. La Russia è pronta a far la sua parte e desidera ricostruire i rapporti a pieno titolo con gli Usa”. Anche la Duma ha accolto la notizia della vittoria del miliardario con un fragoroso applauso.
Esulta il premier conservatore ungherese Viktor Orban: “Che magnifica notizia. La democrazia è ancora viva”. Anche I premier spagnolo Mariano Rajoy si è congratulato con il neo-presidente Usa Donald Trump per la vittoria ottenuta alle elezioni americane: “Continueremo a lavorare per rafforzare le relazioni che ci uniscono agli Usa, un socio indispensabile” ha scritto su Twitter. Il nuovo ministro degli esteri di Madrid Alfonso Dastis ha inoltre affermato che ci sono “eccellenti prospettive” per lo sviluppo delle buone relazioni fra Spagna e Usa.
Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un messaggio di congratulazioni affermando di voler lavorare con lui nel rispetto del “win-win principle”, vale a dire di una collaborazione vantaggiosa per entrambe le parti. Anche Ankara si felicita e presenta subito il conto: “Ci congratuliamo con Trump. Invito apertamente il nuovo presidente all’estradizione urgente di Fethullah Gulen, la mente, l’esecutore e l’autore dello scellerato tentativo di colpo di stato del 15 luglio” dichiara il premier di Binali Yildirim, dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza Usa, sottolineando che la consegna di Gulen alle autorità turche potrebbe rappresentare un “nuovo inizio” nelle relazioni tra i due Paesi, già segnate da una “partnership strategica”. Il primo ministro iracheno, Haider al-Abadi, si è congratulato “per la vittoria alle elezioni presidenziali Usa” e ha auspicato che l’Iraq continui a ricevere il sostegno internazionale e degli Usa nella lotta contro il terrorismo, mentre prosegue l’offensiva delle forze governative irachene per liberare Mosul dal sedicente Stato islamico. “Confidiamo che il mondo e gli Stati Uniti continuino a sostenere l’Iraq, schierandosi dalla sua parte, nel suo scontro con il terrorismo”, ha dichiarato Abadi una nota pubblicata sul suo sito web. “Il terrorismo non minaccia solo l’Iraq, ma il mondo intero”.
Le autorità politiche di Tobruk in Libia si sono “congratulate” con Trump per la vittoria in “questa fase delicata che attraversano la regione mediorientale ed il mondo” e hanno “espresso il desiderio che gli Usa accordino un maggiore interesse alla questione libica, dominata dal terrorismo. Questo dossier era prioritario nella vostra campagna elettorale”. In un comunicato si legge che si aspira a una “relazione solida con gli Usa basata sul rispetto reciproco nell’interesse dei due popoli amici“.
“È un amico sincero dello stato di Israele. Agiremo insieme per portare avanti la sicurezza, la stabilità e la pace nella nostra regione – ha detto il premier Benyamin Netanyahu che si è felicitato con il presidente eletto – Il forte legame tra Usa e Israele si basa su valori, interessi e destino comuni. Sono sicuro che Trump ed io – ha concluso – continueremo a rafforzare l’alleanza speciale tra i due paesi e la eleveremo a nuove vette”. I complimenti per Trump sono arrivati anche dal presidente palestinese Mahmoud Abbas. In una nota, diffusa dall’agenzia stampa ufficiale Wafa, Abbas dice di sperare che “la pace possa essere raggiunta durante il suo mandato”.
In un messaggio, di cui riferisce l’agenzia di stampa Spa, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, vice ministro e ministro dell’Interno Mohammed bin Naif bin Abdulaziz fa a Trump “le migliori congratulazioni” e augura a lui “buona salute e felicità” e “al popolo amico americano augura ulteriore progresso e prosperità”.
Anche il primo ministro pachistano, Nawaz Sharif, si è congratulato affermando che la relazione con Washington è “vitale” per mantenere la pace nella regione. “È nostra profonda convinzione che una relazione forte tra i due Paesi sia vitale per la pace, la sicurezza e la stabilità della regione”. Il presidente dell’Afganistan, Ashraf Ghani, ha espresso fiducia nel fatto che continuerà ad aumentare la collaborazione con Washington, che mantiene nel Paese asiatico circa 10mila soldati per l’addestramento nella lotta contro il terrorismo. “Il governo afghano spera che con una collaborazione stretta con il nuovo presidente degli Stati Uniti le relazioni fra i due Paesi possano svilupparsi più che in passato a beneficio di entrambi”. Il premier giapponese Shinzo Abe ha inviato un messaggio di congratulazioni al nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, definendo l’alleanza tra i due paesi “inamovibile”. Anche dall’emisfero australe arrivano le congratulazioni: il primo ministro australiano Malcolm Turnbull dice “gli americani sanno che non hanno alleato più forte, migliore amico, che in Australia“.
“Sono certo che non cambia nulla nelle relazioni tra Brasile e Stati Uniti” ha scritto su Twitter il presidente brasiliano, Michel Temer: “La relazione del Brasile con gli Stati Uniti e gli altri Paesi è istituzionale, ovvero, tra stato e stato. È chiaro che il nuovo presidente dovrà tenere conto delle aspirazioni di tutto il popolo americano”. Il premier canadese Justin Trudeau si è congratulato: “Il Canada non ha un amico, un partner e un alleato più stretto degli Stati Uniti”. Il presidente del Messico, Enrique Pena Nieto, ha telefonato a Trump, e dice di aver concordato un incontro prima dell’inizio del suo mandato, il 20 gennaio prossimo. Il capo di Stato aveva già scelto una linea moderata e via Twitter si era complimentato con gli Stati Uniti per il “processo elettorale”. Un messaggio estremamente cauto: “Il Messico e gli Stati Uniti sono amici, partner e alleati che dovrebbero continuare a collaborare per la competitività e lo sviluppo del Nord America”. Un commento sulle accuse mosse da Trump nei confronti dei migranti irregolari, in particolare messicani, arriva da parte del vice ministro dell’Interno del Messico, Humberto Roque Villanueva: “Le espulsioni di migranti messicani senza documenti dagli Stati Uniti potrebbero iniziare ad aumentare quando il presidente eletto Donald Trump assumerà l’incarico, ma il processo non dovrebbe iniziare presto”.
TRUMP POWER
di Furio Colombo 12€ AcquistaArticolo Precedente
Trump, Salvini gongola: “Giornata storica. Chi ha coraggio vince. Grillo? Incoerente”
Articolo Successivo
Donald Trump, Israele esulta per il voto: “E’ finita l’era dello Stato palestinese”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Putin: “Cessate il fuoco? Sì solo se porta alla pace. Gli ucraini nel Kursk possono arrendersi o morire”. E ipotizza una telefonata con Trump
Zonaeuro
Nuovo scandalo in Ue, in manette lobbisti di Huawei: “Hanno corrotto parlamentari”. Perquisizioni in corso, sigilli agli uffici degli assistenti di Falcone (Fi)
Politica
Intercettazioni, bocciati gli emendamenti per “salvare” i reati da codice rosso. Orrico (M5s): “Sono stata vittima. Così donne senza tutela”
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio". Gli avvocati Fabio ed Enrico Giarda, ex difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, replicano così alle affermazioni del difensore di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco, che ha sostenuto che "l'indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione".
Dichiarazioni ritenute dai fratelli Giarda "del tutto gratuite e gravemente lesive. L'avvocato Lovati evidentemente dimentica che la denuncia a suo tempo presentata nel 2017 da Andrea Sempio nei confronti dello studio legale Giarda e degli investigatori incaricati è stata archiviata nel 2020 dal gip di Milano, che nella sua ordinanza ha certificato l’assoluta correttezza dell’attività di raccolta e successiva estrazione dai reperti".
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Quella di oggi, per il governatore Francesco Rocca, è “una bella giornata, che ci ricorda da un lato quanto è bello vivere e rappresentare questa regione, ma soprattutto l’importanza di essere accompagnati in questo viaggio e in questo anno particolare, che è un’occasione che non possiamo perdere, fra Giubileo e l’Expo di Osaka. Sono grato al Niaf per la capacità di custodire l’elemento valoriale con la necessità di andare oltre ai confini. Questa è la conseguenza naturale di valori che non si è mai persa: la comunità italoamericana non deve perdere le sue radici, la consapevolezza, e l’orgoglio di essere italiani”.
“I 20 milioni di italoamericani sono i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo - afferma il presidente Niaf Robert Allegrini - e nel nostro 50mo anniversario non potevamo che scegliere il Lazio: abbiamo voluto condividere l’occasione con la regione che ospita la capitale d’Italia, non potevamo fare altrimenti, per dimostrare che il Lazio non è solo il Colosseo e la Fontana di Trevi ma che è una Regione che guarda al futuro”. Un legame quello con il Lazio che si fa anche con il cibo ma non solo. Un piatto su tutti: le Fettuccine alla Alfredo: “Poter portare a Washington Mario Mozzetti del ristorante Alfredo alla Scrofa, uno dei più grandi ambasciatori del Lazio negli Stati Uniti e di avere l'opportunità qua a Roma di andare al ristorante dove è nato questo piatto iconico per me è un motivo di grande soddisfazione”. Per Mario Mozzetti, “è un vero sogno andare alla convention Niaf di Washington e portare le fettuccine alla Alfredo. Portare questo piatto è un orgoglio anche a livello storico: portare Alfredo alla Scrofa negli Stati Uniti significa raccontare la storia che collega idealmente, ma non solo, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Lazio è “Regione d’Onore Niaf 2025”. Un evento che ricade nel 50mo anniversario della National Italian American foundation, la più grande associazione di italoamericani. Lo slogan è chiaro: “All you need is Lazio”, fra sapori autentici, la storia incisa nella pietra, meraviglie naturali, benessere e relax, arte e artigianato, la magia del cinema, innovazione e aerospazio, eccellenza accademica e un patrimonio culturale unico. “È un grande riconoscimento - afferma Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione della Regione Lazio - in cui saremo protagonisti a 360 gradi. Saranno coinvolte 20 startup e pmi innovative oltre a 18 grandi imprese che saranno attori protagonisti. Non è solo un grande evento ma è una vera missione di sistema. Ma non ci saranno solo le imprese: saranno coinvolte anche università e centri di ricerca. Startup. Gli obiettivi, netti e chiari - prosegue Angelilli - sono un piano di networking per una forte connessione con le imprese. L’altra sfida è l’ attrazione degli investimenti”. Per Amedeo Teti, capo Dipartimento per il Mercato del Mimit, “la Regione Lazio merita questa posizione di Regione d’onore. Il Lazio è da sempre attrattore di grandi investimenti. Secondo il Financial Times poi solo nel 2024 l’Italia ha attratto 35,5 miliardi di investimenti e ha creato 36mila posti di lavoro”.
Roma, 13 mar. (Labitalia) - "La vostra fiera pone la sostenibilità al centro del confronto tra tutti voi e tra tutti noi e non potrebbe essere altrimenti". Così il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto in un videomessaggio in occasione di LetExpo 2025, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere (11-14 marzo).
"La logistica è il sistema circolatorio delle nostre società. Attraverso la via della distribuzione riceviamo e inviamo ciò che consumiamo e ciò che produciamo. Quello che compriamo viene spesso da molto lontano e le nostre aziende esportano in ogni continente - continua - Se tutto questo ha creato ricchezza e opportunità ha anche creato pesanti effetti sull'ambiente. Per questo è molto importante che puntiate alla sostenibilità ambientale, naturalmente conciliata con la sostenibilità economica e sociale perché con l'ambientalismo dogmatico non si fa un favore né alla natura né alle persone. Anzi, se non consideriamo il tema socio-economico, le politiche ambientali saranno automaticamente respinte. Su questo tema non abbiamo mai fatto un passo indietro".
"La voce più chiara e determinata è stata quella dell'Italia a ogni tavolo negoziale europeo. Non mettiamo in discussione gli obiettivi finali, gli obiettivi climatici, ma chiediamo misure adatte al nostro Paese - spiega - Se il risultato delle politiche ambientali è la desertificazione industriale, perdiamo tutti. Con la neutralità tecnologica ognuno sceglie la propria strada verso una meta che resta comunque la meta che dobbiamo raggiungere".
"La vostra iniziativa punta ad accrescere la consapevolezza ecologica del settore dei trasporti, lo fa mettendo a confronto istituzioni, imprese, con il mondo della ricerca e delle professioni. Non si ragiona per compartimenti stagni. E' in questo modo che si passa dall'ideologia alla concretezza, alla realtà, dal dogma alla soluzione della questione. Insieme sapremo fare squadra", conclude.
Washington, 13 mar. (Adnkronos) - Christopher Lockyear, segretario generale di Medici Senza Frontiere (Msf), è intervenuto oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla catastrofica crisi umanitaria causata dalla guerra in Sudan, chiedendo la fine delle violenze contro i civili e un rinnovato impegno per fornire aiuti salvavita. La guerra in Sudan è soprattutto “una guerra contro le persone" ha dichiarato.
Le Forze Armate Sudanesi (Saf) - ricorda Msf - hanno bombardato ripetutamente e indiscriminatamente aree densamente popolate. Le Forze di Supporto Rapido (Rsf) e le milizie alleate hanno portato avanti una campagna di violenze, fatta di stupri sistematici, rapimenti, uccisioni di massa, saccheggi di aiuti umanitari e occupazione di strutture mediche. Entrambe le parti hanno assediato città, distrutto infrastrutture civili essenziali e bloccato gli aiuti umanitari. Msf fornisce assistenza medica in 11 dei 18 stati del Sudan, operando su entrambi i fronti del conflitto, secondo i principi umanitari che la contraddistinguono. I team di Msf nel paese hanno segnalato molte volte i livelli preoccupanti di malnutrizione in diverse zone, mentre malattie infettive prevenibili con i vaccini sono in aumento. L'imminente stagione delle piogge acuisce l’urgenza di assicurare alle persone nelle aree devastate dalla guerra forniture alimentari e mediche.
Il messaggio di Msf al Consiglio di Sicurezza è: la guerra in Sudan non può continuare a essere combattuta con un simile disprezzo per le vite dei civili. Dopo quasi 2 anni di combattimenti, la risposta internazionale è stata fin troppo limitata, ostacolata dalle parti in conflitto e aggravata dalla mancanza di responsabilità, risorse e leadership. “Mentre in questa sede si fanno dichiarazioni, i civili rimangono invisibili, senza protezione, bombardati, assediati, stuprati, sfollati, privati di cibo, cure mediche e dignità” ha dichiarato Lockyear. “La risposta umanitaria vacilla, paralizzata dalla burocrazia, dall’insicurezza, dall’esitazione e da quello che rischia di diventare il più grande disinvestimento negli aiuti umanitari della storia”. Lockyear ha fatto appello a un rinnovato impegno nella protezione dei civili e far fronte alle necessità umanitarie. “La crisi in Sudan impone un cambiamento radicale, abbandonando gli approcci fallimentari del passato. La vita di milioni dipende da questo”, ha concluso.