Se nel Principato di Monaco hanno il loro GP di Formula 1, presto nella Capitale potrebbe arrivare il “circus elettrico” della Formula E, il campionato per monoposto ad impatto zero. Il primo ePrix italiano potrebbe essere disputato già nel 2017 su un circuito cittadino lungo 4 km ricavato nel quartiere Eur. La conferma arriva dal vicesindaco di Roma, Daniele Frongia: “Da qualche settimana siamo impegnati nella programmazione dei grandi eventi per il 2017 e 2018. Abbiamo avuto un boom di richieste e stiamo lavorando a livello internazionale. Stiamo valutando con Eur Spa un progetto per la Formula E. Non ha nulla a che vedere con le iniziative del passato (in passato venne anche proposto un Gran Premio cittadino di Formula 1, ndr), perché si tratta di auto elettriche e perché stiamo pensando a un tracciato nuovo in cui allestire lo spazio all’Eur. A metà dicembre daremo gli altri dettagli”.

Al netto dei disagi nel periodo di gara per chi abita nella suddetta zona della città, i benefit dell’iniziativa sarebbero il rifacimento dell’asfalto delle strade scelte per il tracciato – a costo zero per l’amministrazione – nonché l’installazione di colonnine permanenti per la ricarica delle EV. Senza contare gli introiti provenienti dallo show.

Già, ma precisamente cos’è e come funziona la Formula E? Si tratta di una nuova serie automobilistica, arrivata alla terza stagione, patrocinata dalla Fia (la Federazione Internazionale dell’Automobile, responsabile anche per la 1) e riservata a monoposto elettriche di base tutte uguali tra loro: pesano circa 900 Kg, sono alimentate da batterie da 28 kWh collegate a motori che erogano da 170 a 200 kW a seconda dei frangenti della corsa. L’unica differenza tecnica ammessa fra le vetture è il cambio, che può essere fornito da vari costruttori purché rispetti le credenziali tecniche imposte dalla Fia. Le gare vengono disputate esclusivamente su circuiti cittadini: quest’anno saranno 14 gli ePrix totali e toccheranno città come New York, Parigi, Berlino, ma anche Monte Carlo e Buenos Aires.

Nonostante la presenza di un sistema di frenata rigenerativa, l’autonomia delle monoposto è ancora limitata: motivo per cui i piloti sono costretti a fare un cambio macchina circa a metà di ogni gara; problema che sarà risolto nelle prossime stagioni grazie ad un nuovo pacco batterie di derivazione McLaren. Fra le chicche della Formula E c’è sicuramente il “Fanboost”: grazie a quest’ultimo i tifosi possono regalare una dose extra di potenza alle monoposto della propria squadra preferita votandola on-line. Il sistema di assegnazione del punteggio è invece simile a quello utilizzato nella massima serie automobilistica per vetture con motore endotermico.

In sintesi si tratta del motorsport del futuro: lo hanno capito molte case automobilistiche, attratte specialmente dal sapore “green” della serie. Ecco perché, accanto a Renault e Mahindra, quest’anno figurano anche DS e Jaguar. E nel 2017 arriverà anche Audi, che ha già annunciato il suo ritiro a fine stagione dal campionato mondiale endurance. La casa dei quattro anelli potrebbe anticipare Mercedes, BMW e Nissan, tutte interessate alla Formula E.

Nei giorni scorsi c’è stata un’apertura anche da parte di Ferrari, per bocca del presidente Marchionne: “Allo stato attuale, la Formula E non è in linea con la nostra visione di competizione, perché a oggi necessita ancora della sostituzione della macchina a metà gara, visto che la tecnologia non permette di coprire la distanza completa. Inoltre, l’omologazione delle componenti della vettura è qualcosa che va contro lo spirito della Ferrari, perché impedisce lo sviluppo tecnologico. Tuttavia, se le cose dovessero cambiare e riuscissimo ad avere una monoposto tutta Ferrari, allora qualcosa potrebbe muoversi”. Certo è che i (deludenti) risultati delle Rosse, in questa stagione di Formula1, potrebbero decisamente accelerare un’eventuale passaggio alla Formula E.

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