Giù le tasse sui rifiuti, più soldi per le periferie ma tagli a istruzione e beni culturali. Il primo vero bilancio dell’era Raggi a Roma è una manovra “prudente”, in cui il Comune si è dovuto barcamenare tra la necessità cronica di spending review e di dare un segnale ai cittadini. In linea con i numeri del passato, ci sono anche 451 milioni per gli investimenti nel prossimo triennio, di cui 366 per il trasporto pubblico (compresa la Metro C di cui tanto si è parlato dopo l’annuncio di chiusura di Roma Metropolitane). La sindaca su Facebook ha anche pubblicato un video in cui taglia una simbolica carta di credito per “inaugurare la stagione della lotta agli sprechi”: almeno 25 milioni sono stati recuperati da risparmi, come la riduzione dei fondi rper utenze (12 milioni) o per il funzionamento di organi istituzionali (4,5 milioni). Ma queste razionalizzazioni non bastano per recuperare tutte le risorse necessarie, e anche dal Campidoglio spiegano che “per i tanti vincoli da rispettare non è stato possibile fare tutto ciò che avremmo voluto, almeno per ora”. In più, resta aperta la grana dei debiti fuori bilancio, 215 milioni per cui non è stata trovata una soluzione e il Comune dovrà tornare a bussare alla porta del governo. In compenso, la Raggi e l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo possono consolarsi con l’aver approvato lo schema previsionale entro il termine di legge del 15 novembre: a questo punto il rispetto della scadenza del 31 dicembre per la ratifica definitiva appare più probabile, ed allontana lo spauracchio della gestione provvisoria o addirittura del commissariamento.
TA.RI SCENDE DEL 2% – Il bilancio di previsione 2017-2019 era la prima vera prova dei conti per la Roma del Movimento 5 stelle: impossibile considerare l’assestamento 2016, approvato a luglio dall’ex assessore Minenna, alla prima riunione della nuova giunta. Nessuna rivoluzione, ma era difficile aspettarsi qualcosa di diverso: lo schema presentato dall’assessore Mazzillo non si discosta troppo da quello delle precedenti gestioni (come sottolineano anche da ambienti Pd). La misura più importante, o almeno quella che farà più felice i romani, è l’abbassamento della tassa sui rifiuti: un intervento che inciderà sulle casse della Capitale per circa 17 milioni di euro ma permetterà un risparmio in bolletta tra l’1,5 e il 2%. Del resto già l’ex sindaco Ignazio Marino e il commissario Tronca si erano mossi nella stessa direzione, con dei tagli analoghi nel 2015 e 2016: in controtendenza al resto d’Italia, dove la Ta.ri è aumentata mediamente del 32% dal 2012 (dati Uil), nella Capitale è diminuita di circa il 5% negli ultimi tre anni. Confermata anche la scelta di mantenere invariate le altre imposte locali. Venendo meno i finanziamenti extra per il Giubileo (57 milioni) e lo svolgimento del referendum (31 milioni), le entrate correnti ammonteranno a 4,44 miliardi di euro, le spese a 4,64 miliardi: il saldo è negativo per circa 200 milioni, ma dal Campidoglio assicurano che l’equilibrio verrà garantito nel quadro complessivo del bilancio.
TAGLI A SCUOLA E CULTURA – Con l’abbassamento del carico fiscale sui cittadini inevitabile tirare la cinghia altrove: e a dover fare sacrifici saranno ancora una volta scuola e cultura. Rispetto al 2015, infatti, ci sono 15 milioni di euro in meno per Istruzione e diritto allo studio: di questi, però, 12 il Comune conta di risparmiarli dalle supplenze dopo la stabilizzazione di educatori e maestri avvenuti in estate e dalle minori manutenzioni sugli edifici. “Investiremo di più sulla prevenzione”, garantiscono dal Campidoglio. Anche se la situazione delle strutture scolastiche nella Capitale è già critica. Sono 6, invece, i milioni tolti alla Tutela del patrimonio artistico: e si faranno sentire, se il nuovo Regolamento sulle concessioni, da cui dovrebbero rientrare questi soldi, non andasse a buon fine. Su questi due capitoli, però, i tagli alla spesa dovrebbero essere almeno parzialmente compensati da investimenti pari rispettivamente a 28 e 18 milioni di euro (su tre anni). Nel conto dei meno finiscono anche gli 11,7 milioni dello Sviluppo sostenibile e all’Ambiente, che il Comune imputa al minor contributo da parte della Regione. Sorridono invece i Municipi: per le periferie vengono stanziati 230 milioni di euro, 28 in più dell’anno scorso, più 10 milioni “extra” per intervenire su strade e viabilità. Quanto alle politiche sociali, previsto un piano di razionalizzazione che dovrebbe far dimenticare un calo della spesa di 6 milioni e garantire risorse supplementari per 39 milioni: il grosso, però, deriverà dal taglio dei fondi alle Residenze sanitarie assistenziali che potrebbe non essere indolore.
PER I DEBITI TRATTATIVA COL MEF – Le principali linee guida dello schema previsionale sono queste, ancora suscettibili di modifica: dopo essere stata licenziata dalla giunta, la bozza dovrà passare per i Municipi (che daranno un parere non vincolante) e per la commissione Bilancio, prima di approdare in Aula. L’obiettivo è arrivare all’ok definitivo del Consiglio comunale entro il termine ultimo del 31 dicembre, e magari in leggero anticipo per evitare di “approvare il documento con lo spumante in mano”, come aveva promesso il consigliere del Movimento 5 stelle Marco Terranova. Resta, però, lo scoglio dei debiti fuori bilancio: alla fine sono 215 milioni di euro, meno dei 234 milioni delle ultime stime. Ma per saldarli già nel 2016 il Campidoglio non ha trovato altra soluzione che chiedere al governo la concessione di ulteriori spazi di finanza pubblica. La questione (che non riguarda solo Roma) è anche oggetto di alcuni emendamenti alla legge di bilancio presentati in Parlamento dall’Anci, ma fin qui il governo si era mostrato poco propenso ad accettare le richieste della Capitale. In caso contrario, il Comune liquiderebbe subito i pagamenti più urgenti (quelli per cui ci sono già le ingiunzioni, circa 40-50 milioni di euro), e rimanderebbe gli altri al 2017. Portandosi dietro, però, un carico di debiti che rischia di complicare i conti anche del prossimo anno.
Twitter: @lVendemiale
Politica
Roma, giunta M5s presenta bilancio previsionale: scende la Tari, ma tagli a istruzione e beni culturali
Prima manovra prudente dell'amministrazione 5 stelle in Campidoglio. Ora il rispetto della scadenza del 31 dicembre per la ratifica definitiva appare più probabile. La prima cittadina su Facebook pubblica un video in cui taglia simbolicamente la "Carta di credito del sindaco": "Lotta agli sprechi"
Giù le tasse sui rifiuti, più soldi per le periferie ma tagli a istruzione e beni culturali. Il primo vero bilancio dell’era Raggi a Roma è una manovra “prudente”, in cui il Comune si è dovuto barcamenare tra la necessità cronica di spending review e di dare un segnale ai cittadini. In linea con i numeri del passato, ci sono anche 451 milioni per gli investimenti nel prossimo triennio, di cui 366 per il trasporto pubblico (compresa la Metro C di cui tanto si è parlato dopo l’annuncio di chiusura di Roma Metropolitane). La sindaca su Facebook ha anche pubblicato un video in cui taglia una simbolica carta di credito per “inaugurare la stagione della lotta agli sprechi”: almeno 25 milioni sono stati recuperati da risparmi, come la riduzione dei fondi rper utenze (12 milioni) o per il funzionamento di organi istituzionali (4,5 milioni). Ma queste razionalizzazioni non bastano per recuperare tutte le risorse necessarie, e anche dal Campidoglio spiegano che “per i tanti vincoli da rispettare non è stato possibile fare tutto ciò che avremmo voluto, almeno per ora”. In più, resta aperta la grana dei debiti fuori bilancio, 215 milioni per cui non è stata trovata una soluzione e il Comune dovrà tornare a bussare alla porta del governo. In compenso, la Raggi e l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo possono consolarsi con l’aver approvato lo schema previsionale entro il termine di legge del 15 novembre: a questo punto il rispetto della scadenza del 31 dicembre per la ratifica definitiva appare più probabile, ed allontana lo spauracchio della gestione provvisoria o addirittura del commissariamento.
TA.RI SCENDE DEL 2% – Il bilancio di previsione 2017-2019 era la prima vera prova dei conti per la Roma del Movimento 5 stelle: impossibile considerare l’assestamento 2016, approvato a luglio dall’ex assessore Minenna, alla prima riunione della nuova giunta. Nessuna rivoluzione, ma era difficile aspettarsi qualcosa di diverso: lo schema presentato dall’assessore Mazzillo non si discosta troppo da quello delle precedenti gestioni (come sottolineano anche da ambienti Pd). La misura più importante, o almeno quella che farà più felice i romani, è l’abbassamento della tassa sui rifiuti: un intervento che inciderà sulle casse della Capitale per circa 17 milioni di euro ma permetterà un risparmio in bolletta tra l’1,5 e il 2%. Del resto già l’ex sindaco Ignazio Marino e il commissario Tronca si erano mossi nella stessa direzione, con dei tagli analoghi nel 2015 e 2016: in controtendenza al resto d’Italia, dove la Ta.ri è aumentata mediamente del 32% dal 2012 (dati Uil), nella Capitale è diminuita di circa il 5% negli ultimi tre anni. Confermata anche la scelta di mantenere invariate le altre imposte locali. Venendo meno i finanziamenti extra per il Giubileo (57 milioni) e lo svolgimento del referendum (31 milioni), le entrate correnti ammonteranno a 4,44 miliardi di euro, le spese a 4,64 miliardi: il saldo è negativo per circa 200 milioni, ma dal Campidoglio assicurano che l’equilibrio verrà garantito nel quadro complessivo del bilancio.
TAGLI A SCUOLA E CULTURA – Con l’abbassamento del carico fiscale sui cittadini inevitabile tirare la cinghia altrove: e a dover fare sacrifici saranno ancora una volta scuola e cultura. Rispetto al 2015, infatti, ci sono 15 milioni di euro in meno per Istruzione e diritto allo studio: di questi, però, 12 il Comune conta di risparmiarli dalle supplenze dopo la stabilizzazione di educatori e maestri avvenuti in estate e dalle minori manutenzioni sugli edifici. “Investiremo di più sulla prevenzione”, garantiscono dal Campidoglio. Anche se la situazione delle strutture scolastiche nella Capitale è già critica. Sono 6, invece, i milioni tolti alla Tutela del patrimonio artistico: e si faranno sentire, se il nuovo Regolamento sulle concessioni, da cui dovrebbero rientrare questi soldi, non andasse a buon fine. Su questi due capitoli, però, i tagli alla spesa dovrebbero essere almeno parzialmente compensati da investimenti pari rispettivamente a 28 e 18 milioni di euro (su tre anni). Nel conto dei meno finiscono anche gli 11,7 milioni dello Sviluppo sostenibile e all’Ambiente, che il Comune imputa al minor contributo da parte della Regione. Sorridono invece i Municipi: per le periferie vengono stanziati 230 milioni di euro, 28 in più dell’anno scorso, più 10 milioni “extra” per intervenire su strade e viabilità. Quanto alle politiche sociali, previsto un piano di razionalizzazione che dovrebbe far dimenticare un calo della spesa di 6 milioni e garantire risorse supplementari per 39 milioni: il grosso, però, deriverà dal taglio dei fondi alle Residenze sanitarie assistenziali che potrebbe non essere indolore.
PER I DEBITI TRATTATIVA COL MEF – Le principali linee guida dello schema previsionale sono queste, ancora suscettibili di modifica: dopo essere stata licenziata dalla giunta, la bozza dovrà passare per i Municipi (che daranno un parere non vincolante) e per la commissione Bilancio, prima di approdare in Aula. L’obiettivo è arrivare all’ok definitivo del Consiglio comunale entro il termine ultimo del 31 dicembre, e magari in leggero anticipo per evitare di “approvare il documento con lo spumante in mano”, come aveva promesso il consigliere del Movimento 5 stelle Marco Terranova. Resta, però, lo scoglio dei debiti fuori bilancio: alla fine sono 215 milioni di euro, meno dei 234 milioni delle ultime stime. Ma per saldarli già nel 2016 il Campidoglio non ha trovato altra soluzione che chiedere al governo la concessione di ulteriori spazi di finanza pubblica. La questione (che non riguarda solo Roma) è anche oggetto di alcuni emendamenti alla legge di bilancio presentati in Parlamento dall’Anci, ma fin qui il governo si era mostrato poco propenso ad accettare le richieste della Capitale. In caso contrario, il Comune liquiderebbe subito i pagamenti più urgenti (quelli per cui ci sono già le ingiunzioni, circa 40-50 milioni di euro), e rimanderebbe gli altri al 2017. Portandosi dietro, però, un carico di debiti che rischia di complicare i conti anche del prossimo anno.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".