“Infame, da ucciderla”. L’ennesima minaccia di Vincenzo De Luca contro Rosy Bindi è andata in onda a Matrix su Canale 5 ieri sera. Il riferimento è sempre alla lista degli impresentabili in cui il governatore Pd venne inserito alla vigilia delle elezioni 2015 perché ai tempi imputato nel processo legato alla vicenda Sea Park. Nelle urne ha vinto ed è poi stato assolto, ma per il presidente quelle operazioni furono “atti di delinquenza politica” mirati per danneggiare il partito. Così davanti alle telecamere non ci ha pensato due volte e ha ripetuto la frase contro la Bindi: “Ci abbiamo rimesso tra l’1,5 e il 2 per cento di voti. Atti di delinquenza politica. E non c’entra niente la moralità, era tutto un attacco al governo Renzi. Le solite puttanate“. Minacce talmente pesanti, anche per i toni a cui De Luca ha abituato i suoi e gli avversari, da costringere tutto il partito a correre a voltargli le spalle all’improvviso. In serata è arrivata la condanna anche da parte del premier Matteo Renzi, che al Tg1 ha sottolineato che le parole di De Luca “sono totalmente inaccettabili”, primi di esprimere “solidarietà piena” a Rosy Bindi. Prima del segretario, però, era stato tutto lo stato maggiore dei democratici ad attaccare il governatore della Campania: “Si dia una calmata e chieda scusa”, si sono affrettati a dichiarare Orfini, Guerini e Serracchiani. Dietro di loro tutto il Parlamento e la seconda carica dello Stato: “Non pensavo che spostandomi in politica avrei sentito parole che sentivo da procuratore antimafia”, ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso. Poi a seguire Laura Boldrini e lo scrittore Roberto Saviano che su Facebook ha scritto: “Parole volgari e mafiose”. A lanciare un messaggio d’allarme anche Don Luigi Ciotti che ha deciso di parlare a nome dell’associazione Libera: “E’ una persona incompatibile con un’etica pubblica e arrogante al punto da offendere chi ha messo la sua competenza e passione civile e politica al servizio del Paese”, ha detto. Nel gruppo ci si è messo pure il ministro Angelino Alfano: “Certe parole non devono scappare nemmeno nei fuori onda. Il presidente De Luca si scusi e la chiuda al più presto possibile”. Al coro di solidarietà la Bindi ha replicato con un Tweet e una sola frase: “Grazie a tutte e tutti. Mi ha fatto bene”.
A poco è servita la controreplica del diretto interessato, che ha diramato una nota in cui ha parlato di “delinquenza giornalistica” e ribadito il suo rispetto per la Bindi. Matrix, a suo dire, gli avrebbe quasi estorto quelle dichiarazioni, motivo per cui sta valutando se querelare o meno la trasmissione di Canale 5 per violazione della privacy. Il conduttore Nicola Porro ha smentito la ricostruzione: “Intervista era concordata”. Il governatore ed ex sindaco di Salerno interpellato come “esempio italiano di politicamente scorretto” nel corso del colloquio registrato ha attaccato la presidente della commissione Antimafia per essere stato inserito tra gli impresentabili nel 2015. Nonostante le accuse del democratico, la decisione non fu “personale”, ma in linea con quanto previsto dal codice etico approvato dall’organo parlamentare nel 2014 (pure con i voti dem). De Luca è stato poi assolto e ha prima querelato la Bindi, poi l’ha minacciata più volte in varie interviste.
Non è però la prima volta che De Luca se la prende con la Bindi. “Sul piano politico infame e sul piano costituzionale eversiva”, disse nel 2015. Poi: “Per me non conta la vittoria, ma far ringoiare le cose ignobili che sono state dette su di me”. A “Otto e mezzo” su La7 a fine ottobre di un anno fa definì la presidente Antimafia “impresentabile in tutti i sensi”. Tra l’altro non è la prima volta che il governatore dem rievoca la morte per gli avversari politici: “Di Maio, Dibba, Fico? Tre mezze pippe, falsi come Giuda. Che vi possano ammazzare tutti”, aveva detto subito dopo le elezioni amministrative della primavera scorsa.
Per la prima volta il Pd scarica De Luca. Grasso: “Parole che sentii da procuratore Antimafia”
Se alla vigilia delle elezioni regionali 2015 i renziani avevano difeso il governatore (e Matteo Renzi in persona aveva detto: “Non si usi l’Antimafia per regolare i conti interni al Pd”), ora le parole di De Luca hanno portato il partito a difendere compatti la collega a guida della commissione Antimafia. “Si dia una calmata”, ha scritto su Twitter il presidente Pd Matteo Orfini. Così anche il vicesegretario dem Lorenzo Guerini: “Parole inaccettabili quelle espresse su Rosy Bindi, alla quale va la nostra piena solidarietà. Nessuna polemica politica, per quanto aspra, o nessuna decisione, per quanto controversa, giustificano espressioni come quelle riportate dai mezzi di informazione”. La collega Debora Serracchiani: “Si scusi”. Una condanna pesante è arrivata dal presidente del Senato Pietro Grasso: “Non pensavo”, ha detto a Rainews, “che spostandomi in politica avrei sentito delle parole che ero abituato a sentire quando ero procuratore antimafia. Certe cose un rappresentante delle istituzioni non deve pensarle né dirle. De Luca chieda scusa alla Bindi e smetta di imitare Crozza. Non pensi di costruire consenso e simpatia ma solo una rappresentazione di irresponsabilità e arroganza”.
Per la politica si è schierata anche la presidente della Camera Laura Boldrini: “Piena solidarietà alla presidente dell’Antimafia per le inaccettabili parole pronunciate da Vincenzo De Luca #iostoconRosyBindi”, ha scritto su Twitter. Poi a seguire i nemici giurati di De Luca, dai 5 stelle a Miguel Gotor. “Ricordo”, ha scritto in rete il deputato M5s Alessandro Di Battista, “che se passassero le riforme Renzi-Boschi-Verdini uno come De Luca potrebbe diventare senatore e avrebbe l’immunità”. Il senatore dem, in passato bersaglio di un attacco di De Luca ha invece scritto: “All’ultima lezione di tango avevo consigliato a De Luca di non bere…Ma è più forte di lui, ormai prigioniero del suo personaggetto”.
Non solo la politica ha scelto di condannare le frasi del governatore, ma anche il mondo della cultura e delle associazioni. Lo scrittore Roberto Saviano su Facebook ha preso posizione: “Parole volgari e mafiose rivolte dal governatore della Campania Vincenzo De Luca a Rosy Bindi. Insopportabile questa politica da sceriffo e irresponsabile De Luca nel non dare minimamente peso alle bestialità che ogni volta dice”. Stesso tono per Don Luigi Ciotti che si è espresso a nome di Libera: “Parole gravi di disprezzo. Resta l’inquietudine per l’ennesima conferma di come a vari livelli l’amministrazione del bene comune si relazioni a persone incompatibili con un’etica pubblica e arroganti al punto da offendere chi ha messo la sua competenza e passione civile e politica al servizio del Paese. A nome di Libera esprimo al Presidente Bindi non una solidarietà di circostanza, ma vicinanza, corresponsabilità e tanta gratitudine”, conclude la dichiarazione.
De Luca contro Matrix: “Ennesimo atto di delinquenza giornalistica. Riconfermo mio rispetto per Bindi”
De Luca dopo qualche ora ha diramato una nota, dove se la prende con la trasmissione e nega di aver rilasciato un’intervista sulla Bindi: “Ci ritroviamo di fronte all’ennesimo atto di delinquenza giornalistica. Chiarisco che nell’intervista che ieri ho rilasciato a Matrix nessuna domanda, e tantomeno alcuna risposta, ha riguardato l’onorevole Bindi”. L’ex sindaco di Salerno, tuttavia, ha fornito la sua versione dei fatti: “Al termine della stessa intervista, il giornalista ha tirato fuori il suo tablet chiedendomi, mentre gli operatori smontavano i cavalletti delle telecamere, se poteva mostrarmi quanto aveva affermato in una precedente trasmissione l’ospite Vittorio Sgarbi sull’onorevole Bindi. Abbiamo parlato di Sgarbi, e commentato insieme, sorridendo e facendo battute, quel video che non conoscevo”. E ha quindi annunciato l’ipotesi di sporgere querela: “Verificheremo con l’ufficio legale gli estremi della querela a fronte di una evidente violazione della privacy e violenza privata esercitata. Un ennesimo episodio di scorrettezza professionale e di inciviltà. Per il resto, la vicenda, grave, di un anno fa è chiusa. Non c’era e non c’è alcun problema con l’onorevole Bindi nei cui confronti, al di là di ogni differenza politica, riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione“.
Matrix intervista De Luca: “Politicamente scorretto come Trump?” – De Luca è stato intervistato da Matrix come esempio di “politicamente scorretto” in Italia. Il giornalista ha iniziato il dialogo paragonando il governatore al neoeletto presidente della Repubblica Usa Donald Trump: “Sono io un po’ difettato politicamente ed esteticamente, ma al livello di Trump non ci arrivo”, ha replicato De Luca. “Io ancora non ho capito cosa si mette in testa, se è un nido di quaglia o di cinciallegra o di plastica. Però l’America non ci fa annoiare diciamo. Hanno votato per Trump anche molte donne questo vuol dire che la gente normale ragione su come si vive nella vita reale non come si finge di vivere. Ma l’Italia è un Paese dove due cose non moriranno mai la corporazione e il gesuitismo, il fariseismo, la finta morale, la doppiezza. Queste due cose sono ineliminabili”. E sul leader del Carroccio Matteo Salvini ha detto: “Quando lo vedo mi tocco i coglioni perché porta pure male”.
Perché De Luca finì tra gli impresentabili alla vigilia delle elezioni regionali del 2014 – La dichiarazione su Rosy Bindi è stata pronunciata da De Luca in puntata a commento della battuta di Vittorio Sgarbi: “Trump sta a De Luca come Hillary Clinton sta a Rosy Bindi”. Il governatore però venne inserito nella lista degli impresentabili insieme ad altri 15 candidati, sulla base delle norme del codice etico approvato nel 2014 dalla commissione Antimafia. Questo prevede che per essere indicati come tali non serve una condanna, tantomeno definitiva: basta essere stati rinviati a giudizio oppure essere stati sottoposti a misure di prevenzione personali o patrimoniali. De Luca nel 2014 risultava imputato con altri 46 accusati a vario titolo nel processo ex Ideal Standard per associazione per delinquere, concussione e truffa. Lo stesso De Luca, che più volte nel corso degli anni ha commentato la vicenda, ha rinunciato alla prescrizione “relativamente ai delitti per i quali era maturato il relativo decorso”. Il 29 settembre il governatore è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dalle accuse legate alla vicenda del Sea Park, il parco marino mai realizzato a Salerno, processo per il quale l’Antimafia inserì il suo nome tra i cosiddetti ‘impresentabili’. “Esprimo piena soddisfazione e rispetto per la magistratura. Era questa la vicenda per cui una avventurosa parlamentare ci aveva presentato come ‘impresentabili’. Oggi ci presentiamo a testa alta”, scrisse dopo l’assoluzione su Twitter il presidente della Regione Campania.
La vicenda degli “impresentabili” segnò un grande momento di tensione nel Pd. De Luca definì “infame ed eversiva” l’iniziativa della collega di partito, arrivando addirittura a presentare una denuncia-querela contro di lei, poi archiviata dal gip di Roma. Secondo l’ex sindaco di Salerno, Bindi aveva “danneggiato in maniera pesante e consapevole il Pd a 24 ore da un voto importante. “Nei Paesi civili che si rispettano impresentabili sono coloro che hanno una condanna definitiva, e non quelli che stanno sullo stomaco a qualcuno”, disse. Accuse “inaccettabili” secondo la presidente dell’Antimafia, che riscosse ampia solidarietà tra i colleghi di partito e chiese l’intervento degli organi interni di garanzia del Pd: “Le accuse che ci sono state rivolte non sono un fatto personale ma toccano il cuore delle istituzioni“.
Politica
De Luca: ‘Impresentabile? Bindi infame, da uccidere’. Renzi: ‘Inaccettabile’. Grasso: ‘Cose che sentii da pm Antimafia’
Il governatore Pd della Regione Campania intervistato da Matrix come esempio di "politicamente scorretto" in Italia è tornato a minacciare la presidente della commissione Antimafia. E sul leader del Carroccio Matteo Salvini: "Quando lo vedo mi tocco i coglioni perché porta pure male". Per la prima volta i dem prendono le distanze: "Si scusi". Lo scrittore su Facebook: "Insopportabile questa politica da sceriffo". Il diretto intervistato: "Dal programma di Canale 5 ennesimo atto di delinquenza giornalistica"
“Infame, da ucciderla”. L’ennesima minaccia di Vincenzo De Luca contro Rosy Bindi è andata in onda a Matrix su Canale 5 ieri sera. Il riferimento è sempre alla lista degli impresentabili in cui il governatore Pd venne inserito alla vigilia delle elezioni 2015 perché ai tempi imputato nel processo legato alla vicenda Sea Park. Nelle urne ha vinto ed è poi stato assolto, ma per il presidente quelle operazioni furono “atti di delinquenza politica” mirati per danneggiare il partito. Così davanti alle telecamere non ci ha pensato due volte e ha ripetuto la frase contro la Bindi: “Ci abbiamo rimesso tra l’1,5 e il 2 per cento di voti. Atti di delinquenza politica. E non c’entra niente la moralità, era tutto un attacco al governo Renzi. Le solite puttanate“. Minacce talmente pesanti, anche per i toni a cui De Luca ha abituato i suoi e gli avversari, da costringere tutto il partito a correre a voltargli le spalle all’improvviso. In serata è arrivata la condanna anche da parte del premier Matteo Renzi, che al Tg1 ha sottolineato che le parole di De Luca “sono totalmente inaccettabili”, primi di esprimere “solidarietà piena” a Rosy Bindi. Prima del segretario, però, era stato tutto lo stato maggiore dei democratici ad attaccare il governatore della Campania: “Si dia una calmata e chieda scusa”, si sono affrettati a dichiarare Orfini, Guerini e Serracchiani. Dietro di loro tutto il Parlamento e la seconda carica dello Stato: “Non pensavo che spostandomi in politica avrei sentito parole che sentivo da procuratore antimafia”, ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso. Poi a seguire Laura Boldrini e lo scrittore Roberto Saviano che su Facebook ha scritto: “Parole volgari e mafiose”. A lanciare un messaggio d’allarme anche Don Luigi Ciotti che ha deciso di parlare a nome dell’associazione Libera: “E’ una persona incompatibile con un’etica pubblica e arrogante al punto da offendere chi ha messo la sua competenza e passione civile e politica al servizio del Paese”, ha detto. Nel gruppo ci si è messo pure il ministro Angelino Alfano: “Certe parole non devono scappare nemmeno nei fuori onda. Il presidente De Luca si scusi e la chiuda al più presto possibile”. Al coro di solidarietà la Bindi ha replicato con un Tweet e una sola frase: “Grazie a tutte e tutti. Mi ha fatto bene”.
A poco è servita la controreplica del diretto interessato, che ha diramato una nota in cui ha parlato di “delinquenza giornalistica” e ribadito il suo rispetto per la Bindi. Matrix, a suo dire, gli avrebbe quasi estorto quelle dichiarazioni, motivo per cui sta valutando se querelare o meno la trasmissione di Canale 5 per violazione della privacy. Il conduttore Nicola Porro ha smentito la ricostruzione: “Intervista era concordata”. Il governatore ed ex sindaco di Salerno interpellato come “esempio italiano di politicamente scorretto” nel corso del colloquio registrato ha attaccato la presidente della commissione Antimafia per essere stato inserito tra gli impresentabili nel 2015. Nonostante le accuse del democratico, la decisione non fu “personale”, ma in linea con quanto previsto dal codice etico approvato dall’organo parlamentare nel 2014 (pure con i voti dem). De Luca è stato poi assolto e ha prima querelato la Bindi, poi l’ha minacciata più volte in varie interviste.
Non è però la prima volta che De Luca se la prende con la Bindi. “Sul piano politico infame e sul piano costituzionale eversiva”, disse nel 2015. Poi: “Per me non conta la vittoria, ma far ringoiare le cose ignobili che sono state dette su di me”. A “Otto e mezzo” su La7 a fine ottobre di un anno fa definì la presidente Antimafia “impresentabile in tutti i sensi”. Tra l’altro non è la prima volta che il governatore dem rievoca la morte per gli avversari politici: “Di Maio, Dibba, Fico? Tre mezze pippe, falsi come Giuda. Che vi possano ammazzare tutti”, aveva detto subito dopo le elezioni amministrative della primavera scorsa.
Per la prima volta il Pd scarica De Luca. Grasso: “Parole che sentii da procuratore Antimafia”
Se alla vigilia delle elezioni regionali 2015 i renziani avevano difeso il governatore (e Matteo Renzi in persona aveva detto: “Non si usi l’Antimafia per regolare i conti interni al Pd”), ora le parole di De Luca hanno portato il partito a difendere compatti la collega a guida della commissione Antimafia. “Si dia una calmata”, ha scritto su Twitter il presidente Pd Matteo Orfini. Così anche il vicesegretario dem Lorenzo Guerini: “Parole inaccettabili quelle espresse su Rosy Bindi, alla quale va la nostra piena solidarietà. Nessuna polemica politica, per quanto aspra, o nessuna decisione, per quanto controversa, giustificano espressioni come quelle riportate dai mezzi di informazione”. La collega Debora Serracchiani: “Si scusi”. Una condanna pesante è arrivata dal presidente del Senato Pietro Grasso: “Non pensavo”, ha detto a Rainews, “che spostandomi in politica avrei sentito delle parole che ero abituato a sentire quando ero procuratore antimafia. Certe cose un rappresentante delle istituzioni non deve pensarle né dirle. De Luca chieda scusa alla Bindi e smetta di imitare Crozza. Non pensi di costruire consenso e simpatia ma solo una rappresentazione di irresponsabilità e arroganza”.
Per la politica si è schierata anche la presidente della Camera Laura Boldrini: “Piena solidarietà alla presidente dell’Antimafia per le inaccettabili parole pronunciate da Vincenzo De Luca #iostoconRosyBindi”, ha scritto su Twitter. Poi a seguire i nemici giurati di De Luca, dai 5 stelle a Miguel Gotor. “Ricordo”, ha scritto in rete il deputato M5s Alessandro Di Battista, “che se passassero le riforme Renzi-Boschi-Verdini uno come De Luca potrebbe diventare senatore e avrebbe l’immunità”. Il senatore dem, in passato bersaglio di un attacco di De Luca ha invece scritto: “All’ultima lezione di tango avevo consigliato a De Luca di non bere…Ma è più forte di lui, ormai prigioniero del suo personaggetto”.
Non solo la politica ha scelto di condannare le frasi del governatore, ma anche il mondo della cultura e delle associazioni. Lo scrittore Roberto Saviano su Facebook ha preso posizione: “Parole volgari e mafiose rivolte dal governatore della Campania Vincenzo De Luca a Rosy Bindi. Insopportabile questa politica da sceriffo e irresponsabile De Luca nel non dare minimamente peso alle bestialità che ogni volta dice”. Stesso tono per Don Luigi Ciotti che si è espresso a nome di Libera: “Parole gravi di disprezzo. Resta l’inquietudine per l’ennesima conferma di come a vari livelli l’amministrazione del bene comune si relazioni a persone incompatibili con un’etica pubblica e arroganti al punto da offendere chi ha messo la sua competenza e passione civile e politica al servizio del Paese. A nome di Libera esprimo al Presidente Bindi non una solidarietà di circostanza, ma vicinanza, corresponsabilità e tanta gratitudine”, conclude la dichiarazione.
De Luca contro Matrix: “Ennesimo atto di delinquenza giornalistica. Riconfermo mio rispetto per Bindi”
De Luca dopo qualche ora ha diramato una nota, dove se la prende con la trasmissione e nega di aver rilasciato un’intervista sulla Bindi: “Ci ritroviamo di fronte all’ennesimo atto di delinquenza giornalistica. Chiarisco che nell’intervista che ieri ho rilasciato a Matrix nessuna domanda, e tantomeno alcuna risposta, ha riguardato l’onorevole Bindi”. L’ex sindaco di Salerno, tuttavia, ha fornito la sua versione dei fatti: “Al termine della stessa intervista, il giornalista ha tirato fuori il suo tablet chiedendomi, mentre gli operatori smontavano i cavalletti delle telecamere, se poteva mostrarmi quanto aveva affermato in una precedente trasmissione l’ospite Vittorio Sgarbi sull’onorevole Bindi. Abbiamo parlato di Sgarbi, e commentato insieme, sorridendo e facendo battute, quel video che non conoscevo”. E ha quindi annunciato l’ipotesi di sporgere querela: “Verificheremo con l’ufficio legale gli estremi della querela a fronte di una evidente violazione della privacy e violenza privata esercitata. Un ennesimo episodio di scorrettezza professionale e di inciviltà. Per il resto, la vicenda, grave, di un anno fa è chiusa. Non c’era e non c’è alcun problema con l’onorevole Bindi nei cui confronti, al di là di ogni differenza politica, riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione“.
Matrix intervista De Luca: “Politicamente scorretto come Trump?” – De Luca è stato intervistato da Matrix come esempio di “politicamente scorretto” in Italia. Il giornalista ha iniziato il dialogo paragonando il governatore al neoeletto presidente della Repubblica Usa Donald Trump: “Sono io un po’ difettato politicamente ed esteticamente, ma al livello di Trump non ci arrivo”, ha replicato De Luca. “Io ancora non ho capito cosa si mette in testa, se è un nido di quaglia o di cinciallegra o di plastica. Però l’America non ci fa annoiare diciamo. Hanno votato per Trump anche molte donne questo vuol dire che la gente normale ragione su come si vive nella vita reale non come si finge di vivere. Ma l’Italia è un Paese dove due cose non moriranno mai la corporazione e il gesuitismo, il fariseismo, la finta morale, la doppiezza. Queste due cose sono ineliminabili”. E sul leader del Carroccio Matteo Salvini ha detto: “Quando lo vedo mi tocco i coglioni perché porta pure male”.
Perché De Luca finì tra gli impresentabili alla vigilia delle elezioni regionali del 2014 – La dichiarazione su Rosy Bindi è stata pronunciata da De Luca in puntata a commento della battuta di Vittorio Sgarbi: “Trump sta a De Luca come Hillary Clinton sta a Rosy Bindi”. Il governatore però venne inserito nella lista degli impresentabili insieme ad altri 15 candidati, sulla base delle norme del codice etico approvato nel 2014 dalla commissione Antimafia. Questo prevede che per essere indicati come tali non serve una condanna, tantomeno definitiva: basta essere stati rinviati a giudizio oppure essere stati sottoposti a misure di prevenzione personali o patrimoniali. De Luca nel 2014 risultava imputato con altri 46 accusati a vario titolo nel processo ex Ideal Standard per associazione per delinquere, concussione e truffa. Lo stesso De Luca, che più volte nel corso degli anni ha commentato la vicenda, ha rinunciato alla prescrizione “relativamente ai delitti per i quali era maturato il relativo decorso”. Il 29 settembre il governatore è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dalle accuse legate alla vicenda del Sea Park, il parco marino mai realizzato a Salerno, processo per il quale l’Antimafia inserì il suo nome tra i cosiddetti ‘impresentabili’. “Esprimo piena soddisfazione e rispetto per la magistratura. Era questa la vicenda per cui una avventurosa parlamentare ci aveva presentato come ‘impresentabili’. Oggi ci presentiamo a testa alta”, scrisse dopo l’assoluzione su Twitter il presidente della Regione Campania.
La vicenda degli “impresentabili” segnò un grande momento di tensione nel Pd. De Luca definì “infame ed eversiva” l’iniziativa della collega di partito, arrivando addirittura a presentare una denuncia-querela contro di lei, poi archiviata dal gip di Roma. Secondo l’ex sindaco di Salerno, Bindi aveva “danneggiato in maniera pesante e consapevole il Pd a 24 ore da un voto importante. “Nei Paesi civili che si rispettano impresentabili sono coloro che hanno una condanna definitiva, e non quelli che stanno sullo stomaco a qualcuno”, disse. Accuse “inaccettabili” secondo la presidente dell’Antimafia, che riscosse ampia solidarietà tra i colleghi di partito e chiese l’intervento degli organi interni di garanzia del Pd: “Le accuse che ci sono state rivolte non sono un fatto personale ma toccano il cuore delle istituzioni“.
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Auto sulla folla in Germania: due morti e feriti. Fermato il conducente, è un cittadino tedesco
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - La data non è stata ancora ufficializzata ma l'ipotesi è quella dell'11 maggio per le amministrative di primavera. Una tornata che interessa complessivamente oltre 400 comuni. Di questi nove sono capoluogo: Aosta, Bolzano, Genova, Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto e Trento. Le regioni autonome hanno già fissato le loro date: a settembre per Aosta e il 4 maggio per le province di Trento e Bolzano.
GENOVA - A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile 'rivincita' per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l'uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo ha raggiunto l'accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.
TRENTO E BOLZANO - A Trento il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Franco Ianeselli. Mentre per il centrodestra c'è il nome di Ilaria Goio, messo sul tavolo da Fratelli d'Italia, che deve essere condiviso dagli alleati. Claudio Corrarati, attuale presidente regionale di Cna, è invece il nome a cui pensa la coalizione come primo cittadino di Bolzano (sostenuto da Fdi, Civica per Bolzano, Forza Italia e Lega). In pole per Matera ci sarebbe Piergiorgio Quarto, segretario regionale di Fratelli d'Italia, già presidente della Coldiretti Basilicata ed ex consigliere regionale. Sul versante centrosinistra a Bolzano il candidato sindaco è Juri Andriollo, 49 anni, assessore comunale Pd dell'attuale giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi. Andriollo è sostenuto da Pd, Verdi, Socialisti e Sinistra Italiana mentre M5S resta fuori dalla coalizione.
PORDENONE - A Pordenone si va al voto dopo le dimissioni del sindaco Alessandro Ciriani, eletto a giugno in Europa. Il centrodestra è unito su Alessandro Basso, esponente di Fdi mentre Nicola Conficoni del Pd, consigliere regionale in carica ed ex assessore all’ambiente a Pordenone, è il candidato del centrosinistra. In corsa anche i civici Marco Salvador e Anna Ciriani.
RAVENNA - Finita l'era Michele De Pascale, eletto presidente della Regione Emilia Romagna, a Ravenna sarà Alessandro Barattoni, 41 anni, segretario provinciale del Pd, a raccogliere il testimone sostenuto da una coalizione ampia di centrosinistra. Il centrodestra invece è ancora alla ricerca di una intesa: se Fdi e Fi puntano su Nicola Grandi, la Lega insiste ancora su Alvaro Ancisi, forte anche di una sua lista civica.
NUORO - A Nuoro il centrosinistra ha trovato la quadra nei giorni scorsi su Emiliano Fenu: il deputato e già senatore del Movimento 5 Stelle sarà il candidato sindaco di un'ampia coalizione. Nel centrodestra invece la partita è a due al momento: i papabili sarebbero Gianni Pittorra, presidente della Nuorese Calcio, e Giuseppe Luigi Cucca, considerato una figura di garanzia per una alleanza civica più ampia.
TARANTO - Tempi strettissimi a Taranto per il rinnovo dell'amministrazione comunale dopo che il consiglio comunale ha sfiduciato nei giorni scorsi il sindaco Rinaldo Melucci. Nel centrodestra il dossier è stato appena aperto e si stanno facendo le prime valutazioni anche per capire come muoversi e verificare le condizioni politiche per correre unito. Partita aperta anche nel centrosinistra sebbene nelle ultime ore starebbe crescendo il pressing sul senatore e vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, Mario Turco.
AOSTA - Il centrodestra avrebbe raggiunto un'intesa di massima sul profilo del candidato per sfidare Gianni Nuti, sindaco uscente al primo mandato. Sul voto, previsto per settembre, con il rinnovo anche il consiglio regionale, le forze di maggioranza tengono però nascosti i nomi della rosa condivisa, anche perché non mancherebbe qualche tensione, soprattutto tra Fdi e Fi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Le piazze pro-Putin convocate da Salvini per il prossimo weekend sono oscene. A questo punto, un chiarimento da parte della premier Meloni non è più rinviabile, perché parliamo di linee di politica estera diverse in un momento esistenziale anche per l’Italia. Il parlamento italiano e l’opinione pubblica italiana hanno il diritto di conoscere qual è la posizione e la linea di politica estera che il governo Meloni porta avanti”. Lo ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, a Tagadà su La7.
“Tajani e Salvini, i due vicepremier, dicono cose non solo diverse ma addirittura opposte sulla pace in Ucraina. A Salvini sta bene la pace di Putin: a lui va bene che venga invaso un Paese che non ha le capacità militari per difendersi e ritiene giusto che la Russia si pappi l’Ucraina. Vista che questa è anche la posizione di Trump e visto che con questa amministrazione gli Usa sono vernuti meno al ruolo di garante della sicurezza dell’Europa, il governo italiano vuole o no che ci sia una integrazione politica europea e che si recuperino gli anni di ritardo su politica estera e di difesa? Nessuno lo sa, nessuno lo ha capito”, ha concluso Magi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Giorgetti è tutto contento perché lui lo aveva previsto che l’Italia sarebbe cresciuta meno. E quindi oggi lo 0,7% nel 2024 - per il governo doveva essere l’1% - gli sembra un grande risultato. Non la pensano così gli italiani visto che sempre l’Istat certifica anche l’aumento della pressione fiscale salita al 42,6%. E visto che poco si è fatto per l’aumento delle bollette e niente si è fatto di fronte alle numerose aziende in difficoltà: più di 126 mila addetti coinvolti da crisi aziendali. Quei numeri che Giorgetti non vuole vedere, ma dietro ci sono persone e famiglie". Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - HONOR, nel corso della conferenza globale di Barcellona al MWC25, ha presentato l'HONOR Pad V9. Il nuovo dispositivo si presenta per il suo design ultrasottile, disponibile nei colori bianco e grigio, di appena 6,1mm e un peso leggero di 475g. Oltre al sofisticato design a doppio anello che incornicia la fotocamera posteriore, questo tablet introduce per la prima volta nel settore il processo di nano-topografia NIL sulla cover posteriore, garantendo una superficie del display sempre pulita e resistente a sporco, impronte digitali e macchie. Questa tecnologia avanzata crea una microstruttura superficiale che disperde le forze d'impatto, aumentando la resistenza all'usura quotidiana. Certificato SGS Gold Five-star Whole Machine High-strength, HONOR Pad V9 può resistere ad una flessione di 100 N/mm.
HONOR Pad V9 dispone di un display da 11,5 pollici che supporta una risoluzione 2,8K e una frequenza di aggiornamento di 144Hz, la cui combinazione garantisce un'esperienza visiva immersiva con immagini fluide, nitide e dettagliate. Inoltre la tecnologia avanzata HONOR Eye Comfort riduce l'emissione di luce blu e stimola una luminosità naturale che protegge gli occhi dall'affaticamento, rendendo il tablet ideale per lunghe sessioni di utilizzo.
Il nuovo tablet HONOR è equipaggiato con il MagicOS 9.0, che offre un'ampia gamma di funzionalità AI progettate per migliorare l'efficienza degli utenti. Questo sistema operativo facilita un multitasking fluido e una gestione intelligente delle attività, permettendo agli utenti di navigare tra le applicazioni con facilità e precisione. Strumenti come HONOR Notes migliorano ulteriormente la produttività, offrendo funzioni avanzate come il riconoscimento delle formule e la conversione da voce a testo.
Disponibilità e Prezzi
Il HONOR Pad V9 è disponibile per l'acquisto a partire da 699,00 €, rendendolo accessibile per chi cerca un tablet di alta qualità a un prezzo competitivo.
(Adnkronos) - Il colosso della tecnologia HONOR ha fatto una mossa significativa nel settore degli smartphone annunciando che fornirà sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza per la sua serie di punta, HONOR Magic, iniziando dall'Unione Europea. Questo annuncio, parte integrante del HONOR ALPHA PLAN, segna un impegno importante verso la sostenibilità e la sicurezza del cliente, posizionando HONOR tra i primi tre marchi globali a offrire un supporto così esteso.
HONOR non solo si impegna a mantenere i dispositivi aggiornati con le ultime funzionalità e protezioni di sicurezza ma promuove anche una maggiore longevità dei dispositivi, riducendo i rifiuti elettronici e allineandosi agli standard di sostenibilità ambientale. La serie HONOR Magic, notoriamente conosciuta per le sue avanzate capacità AI e prestazioni elevate, beneficerà enormemente di questa estensione, garantendo agli utenti un'esperienza all'avanguardia per un periodo più lungo.
L'HONOR ALPHA PLAN, annunciato come una strategia trasformativa per l'azienda, intende spostare il focus di HONOR dalla produzione di smartphone a leader globale nell'ecosistema dei dispositivi AI. Il piano è strutturato in tre fasi e mira a creare un mondo più intelligente, invitando l'intero settore a collaborare in un ecosistema aperto e orientato alla condivisione del valore. Questo impegno di HONOR non solo migliorerà la sicurezza e le prestazioni dei dispositivi ma si propone anche di massimizzare il potenziale umano a beneficio di tutti.
"HONOR ALPHA PLAN pone una forte enfasi su un approccio incentrato sul consumatore per i nostri prodotti futuri. Il nostro obiettivo è fornire dispositivi e servizi che soddisfino e superino le aspettative dei consumatori, oggi e in futuro. Per questo motivo, HONOR ha deciso di offrire sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza alla serie HONOR Magic, inclusi il nostro smartphone di punta e il nostro smartphone pieghevole. Questo impegno inizia con HONOR Magic7 Pro e siamo entusiasti di metterlo a disposizione dei nostri clienti”, ha dichiarato James Li, CEO di HONOR.
Gli utenti del HONOR Magic7 Pro nell'UE saranno i primi a godere di questi aggiornamenti estesi. In futuro, questo supporto sarà esteso ad altri modelli di punta dell'azienda, inclusi i dispositivi pieghevoli, garantendo che un numero maggiore di consumatori possa beneficiare delle ultime innovazioni tecnologiche e mantenere i loro dispositivi protetti contro le minacce emergenti per un periodo prolungato.
(Adnkronos) - In risposta alla crescente minaccia dei contenuti deepfake, HONOR ha annunciato il lancio globale della sua innovativa funzione AI Deepfake Detection a partire da aprile 2025. Questa tecnologia all'avanguardia è progettata per combattere l'espansione dei deepfake, offrendo agli utenti una protezione proattiva attraverso l'analisi in tempo reale di video e immagini.
L'ascesa dell'intelligenza artificiale ha portato progressi significativi in numerosi settori, ma ha anche introdotto nuove sfide, come la proliferazione di deepfake avanzati. Questi contenuti manipolati, che includono immagini, registrazioni audio e video, stanno diventando sempre più difficili da riconoscere. Uno studio recente del 2024 da Deloitte ha evidenziato che il 59% degli intervistati fatica a distinguere i contenuti autentici da quelli generati dall'IA, nonostante l'84% ritenga necessaria la loro segnalazione.
HONOR ha adottato un approccio proattivo, sviluppando la tecnologia proprietaria AI Deepfake Detection che è stata presentata per la prima volta a IFA 2024. Questa funzione analizza le sottili incongruenze spesso invisibili all'occhio umano, come imperfezioni sintetiche a livello di pixel e artefatti di composizione dei bordi, offrendo avvisi immediati quando rileva contenuti manipolati.
Come sottolinea Marco Kamiya, Rappresentante UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale)"nell'attuale ondata di digitalizzazione, la sicurezza della privacy è diventata una delle principali preoccupazioni e priorità della nostra vita quotidiana. Con l'intreccio sempre più profondo con il mondo digitale, una grande quantità di informazioni private - dai nostri spostamenti quotidiani alle informazioni finanziarie, dalle relazioni sociali alle nostre preferenze personali - viene archiviata nello spazio digitale".
In quanto elemento centrale della nostra vita e costantemente connesso, gli smartphone contengono una quantità sorprendente di dati personali. Li usiamo per comunicare, per i pagamenti mobili e per registrare i momenti della vita quotidiana. Ogni chiamata, ogni messaggio di testo e ogni transazione online lascia una traccia sul dispositivo, che memorizza non solo le informazioni di contatto, ma anche foto, video e persino la maggior parte delle password dei nostri account.
In quest'ottica, conclude Kamiya, "l'uso dell'AI Deepfake Detection sui dispositivi mobili è un'arma potente per combattere i deepfake, in grado di rilevare difetti nei contenuti deepfake che potrebbero passare inosservati all'occhio umano, come il contatto visivo, l'illuminazione, la nitidezza dell'immagine e la riproduzione del video, dissuadendo le persone dal continuare a impegnarsi con il potenziale rischio per la loro sicurezza".
(Adnkronos) - Con un'audace mossa strategica annunciata oggi al Mobile World Congress, il gigante tecnologico globale HONOR ha lanciato l'HONOR ALPHA PLAN, una visione rivoluzionaria per trasformare la società da semplice produttore di smartphone a leader a livello mondiale nell'arena dei dispositivi AI. Questo ambizioso piano è sostenuto da un investimento di 10 miliardi di dollari previsti per i prossimi cinque anni.
L'iniziativa prende il via con l'introduzione di uno smartphone all'avanguardia, progettato per rivoluzionare l'interazione tra uomo e dispositivo, e per connettere gli utenti all'ecosistema AI in modi precedentemente inimmaginabili. Il progetto si propone di ridefinire il hardware tradizionale, integrando l'intelligenza artificiale nei dispositivi come telefoni, PC, tablet e wearable con tecnologie avanzate.
Nel suo discorso programmatico al MWC di Barcellona 2025, il CEO di HONOR, James Li, ha invitato i partner del settore ad espandere le proprie competenze in materia di intelligenza artificiale e a creare una piattaforma per una più ampia gamma di dispositivi in grado di gestire l'intelligenza artificiale.
“Invito tutti a unirci per affrontare le numerose sfide e opportunità offerte dalla tecnologia AI. È fondamentale che il settore adotti un approccio realmente aperto, favorisca una collaborazione fluida tra diversi sistemi operativi e sviluppi un ecosistema di dispositivi AI incentrato sulla condivisione del valore”.
"È ormai evidente che la rivoluzione dell'IA ridefinirà il paradigma dell'industria dei dispositivi, rivoluzionando come mai prima d'ora la nostra produttività, la società e persino la cultura. Per questo, è fondamentale collaborare per valorizzare al massimo il potenziale umano e accogliere il futuro dell'intelligenza connessa."
"HONOR compie il primo passo con un investimento di 10 miliardi di dollari nel nostro nuovo ALPHA PLAN, a testimonianza della nostra fiducia nel potenziale dell'ecosistema dei dispositivi AI” ha dichiarato Li.
I rappresentanti di Google, Qualcomm, Orange, Telefónica, CKH Group e Vodafone si sono uniti a Li sul palco per officiare la cerimonia di accensione dell'albero. Illuminando un albero di luce che rappresenta l'ecosistema e i dispositivi AI, la cerimonia ha simboleggiato la collaborazione tra i partner del settore per sviluppare congiuntamente l'ecosistema di dispositivi AI che servirà tutti i consumatori del mondo.
“Oggi HONOR ha svelato una visione ambiziosa per un futuro in cui l'AI sarà il cuore di ogni esperienza d'uso dei dispositivi. Siamo entusiasti di collaborare con HONOR per integrare la nostra tecnologia nella prossima generazione di dispositivi AI", ha dichiarato Alex Katouzian, Group General Manager, Mobile, Compute & XR (MCX), Qualcomm Technologies, nIc.
"La collaborazione è il filo che intreccia l'ecosistema aperto dell'IA. Siamo entusiasti di unirci a HONOR e ad altri partner del settore per guidare questa rivoluzione tecnologica. Grazie a una cooperazione più stretta che mai, stiamo integrando profondamente Gemini nelle VARIE soluzioni, aprendo nuove possibilità finora inesplorate, il tutto garantendo la sicurezza dei dati e la privacy degli utenti", ha dichiarato Matt Waldbusser, Managing Director, Global Solutions and Consumer AI, Google Cloud.
HONOR si impegna a guidare il settore verso la sostenibilità, mirando a raggiungere la neutralità carbonica delle operazioni entro il 2040 e estendendo questo obiettivo all'intera catena di fornitura e ai prodotti entro il 2050.
Innovazioni e Nuovi Prodotti all'Avanguardia
Nel quadro dell'ALPHA PLAN, HONOR ha anche presentato nuove tecnologie AI, tra cui un agente mobile personale basato su interfaccia grafica e nuovi strumenti di imaging AI denominati AIMAGE. Queste innovazioni promettono di migliorare la versatilità e l'intuitività dei dispositivi HONOR nel mercato globale.
Inoltre, i nuovi prodotti presentati includono l'HONOR MagicBook Pro 14 AI PC, l'HONOR Pad V9, l'HONOR Watch 5 Ultra e gli HONOR Earbuds Open, ciascuno progettato per integrare e sfruttare al massimo le capacità dell'intelligenza artificiale, migliorando l'esperienza utente in modi rivoluzionari.
Tra il 3 e il 6 marzo, i visitatori al MWC di Barcellona avranno l'opportunità unica di esplorare lo stand HONOR, situato nel padiglione 3 della Fira Gran Via.