No a un governo tecnico se vince il No. “O si cambia o se vogliono galleggiare ne trovano altri, si resta con i soliti. Io non posso essere quello che si mette d’accordo con gli altri partiti per fare un governo di scopo o un governicchio. Il governo tecnico l’abbiamo avuto più volte e sono salite le tasse”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi, parlando a Rtl 102.5, ha ribadito di non aver intenzione di “fare strani pasticci” se al referendum costituzionale del 4 dicembre gli italiani si esprimeranno in maggioranza contro la riforma. “Se qualcuno li vuole fare il giorno dopo li fa senza di me. Non ce la faccio a restare abbarbicato alla poltrona. Io sto qui per cambiare le cose”.
Però, ha aggiunto, “io credo che questa parte non avverrà perché secondo me vince il Sì. Gli indecisi sono la posizione più forte. Secondo me sono di più del 37%. Per me la maggioranza silenziosa voterà Sì. E dunque non ci sarà” da discutere la scelta tra governo di transizione, permanenza alla segreteria e elezioni politiche. In ogni caso, “se il 5 dicembre ci svegliamo con il No, non è che c’è l’Armageddon. Non succede nulla, ci troviamo con i mega rimborsi regionali, e uno dei Parlamenti più numerosi della storia”.
Poi il premier ha rinnovato la sfida al “confronto civile con Silvio Berlusconi e un confronto con Beppe Grillo, che sono i capi dei due partiti principali, insieme a quello che io rappresento. Possiamo farlo in radio, in tv: il problema non è dove farlo ma se accettano, ma mi piacerebbe un confronto civile, pacato”. “Grillo dice che vuole che io mi confronti con uno più giovane: sono disposto a farlo con il figlio di Casaleggio“, ha aggiunto. Perché Silvio Berlusconi mi ha definito “l’unico vero leader?” “Non lo so, per me la spiegazione in questo momento è difficile da trovare. Una volta mi definisce in pericoloso dittatore o quasi, una volta un leader”.