La commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento del relatore della legge finanziaria (Mauro Guerra, Pd) che prevede la possibilità per i presidenti di Regione di ricoprire l’incarico di commissari della sanità quando si verifica un percorso di rientro dai conti in rosso. Una norma che è stata ribattezzata “pro De Luca” perché in questa situazione in questo momento c’è soprattutto il governatore della Campania Vincenzo De Luca. In pratica, con questo meccanismo, sarà il controllato che nominerà il controllore. Il testo, prima del via libera, era stato riformulato: il lavoro dei commissari sarà sottoposto a verifiche del governo ogni 6 mesi. La norma è passata con 18 voti a favore, 12 contrari e un astenuto (Bruno Tabacci). Le opposizioni – in particolare Lega, M5s e Sinistra Italiana – hanno protestato a lungo prima dell’approvazione dell’emendamento. Particolare non secondario: in commissione al momento del voto non c’era nessuno di Forza Italia. Sull’esito del voto, per il momento, resta un dubbio sollevato da due deputati dei Cinquestelle, Laura Castelli e Giorgio Sorial: i numeri della votazione, secondo loro, sono sbagliati perché i parlamentari in commissione Bilancio sono 46, il presidente non vota, “noi contrari tra Lega, M5s, Sel e alcuni del misto eravamo in 14” ma alla fine i voti conteggiati sono stati solo 31.
In ogni caso proprio mentre De Luca è diventato improvvisamente il tema principale della campagna elettorale per via delle sue uscite su Rosy Bindi e delle sue parole rivolte ai sindaci campani invitati al voto clientelare, la Camera dà il via libera all’emendamento che rimette in mano al governatore tutto il settore della sanità, questione delicatissima in quella Regione. L’unico vincolo per il presidente di Regione sarà dunque quello di essere sottoposto ogni sei mesi alle verifiche dei ministeri dell’Economia e della Salute per capire se il suo operato sia conforme ai piani di rientro e ai livelli di assistenza sanitaria.
Le opposizioni hanno tentato a lungo di evitare il voto sul testo chiedendo almeno la votazione per appello nominale “in modo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità”, ma la richiesta è stata respinta dal presidente Francesco Boccia perché questa procedura è possibile non in sede referente, ma solo in sede legislativa (cioè quando la commissione approva direttamente la legge, senza che questa debba passare dall’Aula). La Lega Nord, per voce di Barbara Saltamartini, ha minacciato di occupare la sala del Mappamondo, dove si svolgono i lavori della commissione. Il Movimento 5 Stelle ogni tanto ha diffuso ad alto volume parti del discorso del governatore ai 300 sindaci campani pubblicato dal Fatto Quotidiano, con tanto di audio. Ha usato l’ironia, invece, in un suo intervento Giulio Marcon (Sinistra Italiana): “Diteci voi cosa serve per farvi ritirare questo emendamento. una frittura? Uno yacht? Ditecelo voi, provvediamo”.
Ma oltre alle minoranze ha avuto dubbi anche un pezzo di maggioranza, nella sola persona di Bruno Tabacci, deputato di Centro Democratico, che ha parlato di errore politico a pochi giorni dal voto referendario: “Era stato lo stesso Renzi, opportunamente, a volere che i presidenti di Regione non potessero più essere commissari sanitari. Mi spiace di non poter votare questo emendamento, personalmente mi astengo“.
La riformulazione, secondo le opposizioni, “peggiora l’emendamento Tartaglione”, come dice Rocco Palese, fittiano dei Conservatori e Riformisti, perché “si torna alla norma Tremonti, con la nomina automatica del governatore a commissario ad acta”. Secondo Palese “la nomina di commissario tecnico scatta solo dopo” un eventuale esito negativo delle verifiche dei tavoli tecnici. “Questa decisione è grave perché le norme di rafforzamento per le Regioni in piano di rientro varate dallo stesso governo Renzi” con la legge di Stabilità per il 2015 “vengono abrogate”.
Ma la questione è più politica e su questo piano le minoranze attaccano il governo Renzi. “Per il referendum Renzi paga il pegno clientelare ad un Presidente screditato” dichiara il capogruppo di Si, Arturo Scotto. “Voi state dicendo – aggiunge Guido Guidesi (Lega Nord) – che se De Luca fa una cosa che non si deve fare, voi gli date i mezzi per farlo. Questo è un sostegno all’illegalità. Lo legittimate”. Per i Cinquestelle Silvia Giordano si è rivolta direttamente verso il governo, legando questo provvedimento ai voti che servono per recuperare terreno: “Almeno ditelo in modo chiaro e schietto che i voti di De Luca in vista del 4 dicembre vi servono come il pane. Meglio gettare la maschera”. La Giordano ha definito De Luca un “ras incontrastato” e Renzi “il burattinaio di un’operazione che vede protagonisti soldati semplici per portare avanti questa porcata”.
Politica
Legge Bilancio, passa norma pro De Luca: farà commissario sanità in Campania. Opposizioni: “Renzi si piega al ras”
Approvato l'emendamento in commissione. L'ultima modifica del Pd: "Sarà sottoposto a verifiche ogni 6 mesi". Furia di Lega, M5s e Sinistra: "Renzi si piega al ras per i voti al referendum"
La commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento del relatore della legge finanziaria (Mauro Guerra, Pd) che prevede la possibilità per i presidenti di Regione di ricoprire l’incarico di commissari della sanità quando si verifica un percorso di rientro dai conti in rosso. Una norma che è stata ribattezzata “pro De Luca” perché in questa situazione in questo momento c’è soprattutto il governatore della Campania Vincenzo De Luca. In pratica, con questo meccanismo, sarà il controllato che nominerà il controllore. Il testo, prima del via libera, era stato riformulato: il lavoro dei commissari sarà sottoposto a verifiche del governo ogni 6 mesi. La norma è passata con 18 voti a favore, 12 contrari e un astenuto (Bruno Tabacci). Le opposizioni – in particolare Lega, M5s e Sinistra Italiana – hanno protestato a lungo prima dell’approvazione dell’emendamento. Particolare non secondario: in commissione al momento del voto non c’era nessuno di Forza Italia. Sull’esito del voto, per il momento, resta un dubbio sollevato da due deputati dei Cinquestelle, Laura Castelli e Giorgio Sorial: i numeri della votazione, secondo loro, sono sbagliati perché i parlamentari in commissione Bilancio sono 46, il presidente non vota, “noi contrari tra Lega, M5s, Sel e alcuni del misto eravamo in 14” ma alla fine i voti conteggiati sono stati solo 31.
In ogni caso proprio mentre De Luca è diventato improvvisamente il tema principale della campagna elettorale per via delle sue uscite su Rosy Bindi e delle sue parole rivolte ai sindaci campani invitati al voto clientelare, la Camera dà il via libera all’emendamento che rimette in mano al governatore tutto il settore della sanità, questione delicatissima in quella Regione. L’unico vincolo per il presidente di Regione sarà dunque quello di essere sottoposto ogni sei mesi alle verifiche dei ministeri dell’Economia e della Salute per capire se il suo operato sia conforme ai piani di rientro e ai livelli di assistenza sanitaria.
Le opposizioni hanno tentato a lungo di evitare il voto sul testo chiedendo almeno la votazione per appello nominale “in modo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità”, ma la richiesta è stata respinta dal presidente Francesco Boccia perché questa procedura è possibile non in sede referente, ma solo in sede legislativa (cioè quando la commissione approva direttamente la legge, senza che questa debba passare dall’Aula). La Lega Nord, per voce di Barbara Saltamartini, ha minacciato di occupare la sala del Mappamondo, dove si svolgono i lavori della commissione. Il Movimento 5 Stelle ogni tanto ha diffuso ad alto volume parti del discorso del governatore ai 300 sindaci campani pubblicato dal Fatto Quotidiano, con tanto di audio. Ha usato l’ironia, invece, in un suo intervento Giulio Marcon (Sinistra Italiana): “Diteci voi cosa serve per farvi ritirare questo emendamento. una frittura? Uno yacht? Ditecelo voi, provvediamo”.
Ma oltre alle minoranze ha avuto dubbi anche un pezzo di maggioranza, nella sola persona di Bruno Tabacci, deputato di Centro Democratico, che ha parlato di errore politico a pochi giorni dal voto referendario: “Era stato lo stesso Renzi, opportunamente, a volere che i presidenti di Regione non potessero più essere commissari sanitari. Mi spiace di non poter votare questo emendamento, personalmente mi astengo“.
La riformulazione, secondo le opposizioni, “peggiora l’emendamento Tartaglione”, come dice Rocco Palese, fittiano dei Conservatori e Riformisti, perché “si torna alla norma Tremonti, con la nomina automatica del governatore a commissario ad acta”. Secondo Palese “la nomina di commissario tecnico scatta solo dopo” un eventuale esito negativo delle verifiche dei tavoli tecnici. “Questa decisione è grave perché le norme di rafforzamento per le Regioni in piano di rientro varate dallo stesso governo Renzi” con la legge di Stabilità per il 2015 “vengono abrogate”.
Ma la questione è più politica e su questo piano le minoranze attaccano il governo Renzi. “Per il referendum Renzi paga il pegno clientelare ad un Presidente screditato” dichiara il capogruppo di Si, Arturo Scotto. “Voi state dicendo – aggiunge Guido Guidesi (Lega Nord) – che se De Luca fa una cosa che non si deve fare, voi gli date i mezzi per farlo. Questo è un sostegno all’illegalità. Lo legittimate”. Per i Cinquestelle Silvia Giordano si è rivolta direttamente verso il governo, legando questo provvedimento ai voti che servono per recuperare terreno: “Almeno ditelo in modo chiaro e schietto che i voti di De Luca in vista del 4 dicembre vi servono come il pane. Meglio gettare la maschera”. La Giordano ha definito De Luca un “ras incontrastato” e Renzi “il burattinaio di un’operazione che vede protagonisti soldati semplici per portare avanti questa porcata”.
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Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Il presidente eletto Donald Trump ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo del Canale di Panama, definendolo come una “risorsa nazionale vitale” e chiedendo a Panama di restituire il canale se i “principi, sia morali che legali” degli Stati Uniti che consentono a Panama di gestire il canale vengono violati.
Trump ha raddoppiato la proposta, lanciata per la prima volta sui social media ieri, durante un discorso all'evento Turning Point Usa a Phoenix, sostenendo che gli Stati Uniti hanno un "interesse acquisito" nel far sì che il canale venga gestito senza che Panama addebiti "prezzi e tariffe di passaggio esorbitanti" alle navi gestite da aziende e personale militare statunitensi.
"La nostra Marina e il nostro commercio sono stati trattati in modo molto ingiusto e sconsiderato. Le tariffe applicate da Panama sono ridicole, profondamente ingiuste, soprattutto sapendo la straordinaria generosità che è stata concessa a Panama, molto scioccamente, dagli Stati Uniti", ha detto Trump. "Questa completa truffa ai danni del nostro Paese cesserà immediatamente". "Se i principi, sia morali che legali, di questo magnanimo gesto di donazione non saranno rispettati, allora chiederemo che il Canale di Panama venga restituito agli Stati Uniti", ha continuato. "Quindi, funzionari di Panama, vi prego regolarvi di conseguenza".
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - Martina, la studentessa fiorentina di 21 anni ferita con trenta coltellate dall'ex fidanzato a Oslo, in Norvegia, "non sarebbe in pericolo di vita". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, aggiungendo che "la famiglia è arrivata a Oslo ieri e che l'ambasciata segue la situazione da venerdì con la massima attenzione, prestando assistenza alla famiglia".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Maria Ruggia è morta in ospedale, esattamente nell’ospedale Ingrassia a Palermo. L’hanno lasciata su una barella del pronto soccorso dal 10 dicembre al 18 dicembre. Solo il 19 è stata trasferita a Medicina Generale, quando stava già malissimo, il 20 è deceduta”. Lo scrive sui social Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera.
“La figlia ha fatto una denuncia: suppone che potrebbe avere contratto un’infezione in ospedale perché è stata tenuta al pronto soccorso senza somministrarle adeguata terapia antibiotica preventiva, visto che si trattava di paziente fragile, esponendola a un ambiente sanitario non idoneo per troppo tempo, se ne capirà di più con le indagini. Una cosa però è certa", prosegue.
"Una paziente, ancor di più fragile, non dovrebbe stare 10 giorni in barella al pronto soccorso prima di essere trasferito in un reparto o in una clinica. E invece Maria ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita nelle stesse condizioni in cui sono costretti a stare i siciliani che hanno la sfortuna di finire in un pronto soccorso", dice ancora Faraone.
(Adnkronos) - "Lo abbiamo documentato con le foto, lo abbiamo testimoniato con i nostri blitz nei pronto soccorso siciliani, abbiamo chiesto interventi urgenti, ma nulla è cambiato, se non in peggio. Per il Presidente della Regione, Renato Schifani, va bene così e in Sicilia regna l’assuefazione, in attesa di scandalizzarsi per il prossimo morto al pronto soccorso”, conclude Faraone.
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - "Appena avuta notizia dell'attentato di Magdeburgo, l'ambasciata italiana in Germania ha chiesto alle autorità locali se vi fossero coinvolti degli italiani. Ci è stato risposto che non risultavano cittadini italiani". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, parlando di Marco Forciniti - originario di Pietrapaola, in Calabria - "cittadino italo-tedesco, del cui ferimento - ha aggiunto il ministero degli Esteri - l'Unita di Crisi ha appreso dai media. Funzionari dell'ambasciata si sono recati presso l'ospedale per conoscere le condizioni di salute dell'uomo e fornirgli assistenza".
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Elon Musk "non diventerà presidente, questo ve lo posso dire. Ne sono sicuro, sapete perché? Non può esserlo, non è nato in questo Paese". Parlando ai sostenitori durante un evento a Phoenix, il presidente eletto Donald Trump ha affermato che il fondatore di Tesla - che è nato in Sudafrica - ha "fatto un lavoro straordinario" e ha respinto gli attacchi dei democratici che sostengono che Musk si stia comportando come un presidente 'de facto', dopo che la scorsa settimana l'imprenditore ha guidato con successo un tentativo di bloccare un disegno di legge bipartisan sui finanziamenti governativi.
"No, non prenderà la presidenza. Mi piace avere accanto persone intelligenti", ha detto Trump. "La nuova bufala è che il presidente Trump ha ceduto la presidenza a Elon Musk. No, no, non succederà".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "La migliore risposta alla irresponsabilità della magistratura e delle sinistre, che hanno voluto un inutile e persecutore processo a Salvini, sarà la rapida approvazione del disegno di legge sicurezza. Terremo conto di ogni osservazione. Ma ognuno stia al suo posto. Non ci sono altre istituzioni che si sostituiscono al parlamento". Lo dice il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri.
"Valuteremo le obiezioni, soprattutto quelle autorevoli, e valuteremo eventuali miglioramenti. Ma il disegno di legge sicurezza sarà approvato. Per rafforzare le forze dell'ordine. Noi vogliamo tutelare il popolo in divisa a cui abbiamo dato un nuovo contratto di lavoro. Invece la sinistra ed i grillini stanno dalla parte dei teppisti che aggrediscono le forze di polizia. E anche le altre Istituzioni devono guardare alla difesa della legalità", prosegue.
"Aspettiamo, ad esempio, dal massimo esponente del CSM qualche segnale dopo la sentenza di Palermo. I procuratori che si sono alternati chiedendo condanne senza fondamento resteranno al loro posto? Il CSM discuterà di questa scandalosa vicenda di Palermo? Chi lo guida avrà qualche esternazione da fare anche cogliendo l'occasione di fine anno? O la magistratura può impunemente sabotare le istituzioni politico-parlamentari e tentare di sostituirsi al potere legislativo e a quello esecutivo con la complicità delle sinistre?", dice ancora Gasparri.
(Adnkronos) - "Nelle prossime ore parlerò chiaro anche in Parlamento sullo scandalo della vicenda Open Arms. La mia proposta che feci da Presidente della giunta per le elezioni e le immunità parlamentari era quella giusta: non processare Salvini e arrivare alle stesse conclusioni che dopo anni di ingiustizie e sprechi sono arrivate dal tribunale di Palermo”, conclude Gasparri.
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Una donna è stata bruciata viva stamattina a New York mentre dormiva sul treno F della metropolitana di Coney Island. Lo riportano i media americani che, citando fonti della polizia, riferiscono di un uomo che le avrebbe lanciato addosso un fiammifero acceso, facendola andare a fuoco.
Gli agenti della polizia di New York sono intervenuti in seguito alla segnalazione di un incendio avvenuto poco prima delle 7,30 presso la stazione della metropolitana di Coney Island-Stillwell Avenue e hanno trovato la donna avvolta dalle fiamme mentre era seduta sul treno. È stata trovata circondata da bottiglie di liquore, anche se non è ancora chiaro se abbiano avuto un qualche ruolo nell'incendio.