Per molti, ma non per tutti. A Montecitorio passa la proroga delle graduatorie di vincitori e idonei ai concorsi pubblici, ma c’è tutta una categoria esclusa dal provvedimento. A segnalarlo sono il Comitato nazionale XXVII ottobre, il Munvic (Movimento unico nazionale vincitori, idonei e concorsisti) e la deputata del Movimento 5 Stelle Tiziana Ciprini, che in un emendamento di cui era la prima firmataria chiedeva proroga di due anni per tutte le graduatorie vigenti al 31 dicembre 2016. La Commissione Bilancio della Camera, invece, ha approvato l’emendamento 52.148, che prevede la proroga delle graduatorie fino al 31 dicembre 2017. Un solo anno. Ma se questo ‘freno’ del governo era già stato annunciato, ora a preoccupare l’esercito di vincitori e idonei è anche una novità inaspettata.
Il provvedimento, infatti, modifica il decreto D’Alia, che recita: “L’efficacia delle graduatorie di concorsi pubblici vigenti alla data di entrata in vigore del decreto (ossia il 31 ottobre 2013) è prorogata fino al 31 dicembre 2016”. “Intervenendo sulla legge D’Alia – spiega a IlFattoQuotidiano.it la deputata – si prorogano solo le graduatorie vigenti fino a quella data. Per le altre non c’è alcuna garanzia”. Un problema segnalato anche al viceministro dell’Economia Enrico Morando. Che, alla richiesta della parlamentare grillina, ha risposto di essersi rivolto ai tecnici e di aver avuto rassicurazioni sul fatto che l’unica differenza tra i due emendamenti è nella data di durata della proroga. Ma allora le graduatorie approvate successivamente sono ‘salve’ o scadranno alla fine dell’anno? Il viceministro Morando, impegnato in Parlamento, ha preferito non rispondere alle domande de IlFattoQuotidiano.it.
LE CONTRADDIZIONI – I diretti interessati restano nel dubbio. E anche Tiziana Ciprini che nel testo dell’emendamento vede una disparità: “Il governo ha quindi chiuso di nuovo la porta in faccia agli idonei!”, ha commentato sul suo profilo Facebook. Bisognerà attendere il passaggio in Senato, previsto per la prossima settimana. “Solo allora si capirà – continua Ciprini – se si è trattato di un problema tecnico che potrebbe essere risolto o se c’è una chiara volontà di escludere alcune graduatorie come, ad esempio, quelle di Roma Capitale”. E sui social c’è chi tra gli idonei avanza il sospetto che sia un tiro mancino contro il sindaco di Roma, Virginia Raggi. Eppure la deputata sottolinea un altro aspetto: “Il viceministro ha sottolineato a più riprese che la proroga serve per dare la possibilità alle amministrazioni di assumere i vincitori e non per scorrere le graduatorie”. Ma qualora si escludessero le nuove graduatorie, sarebbero proprio i vincitori i penalizzati: mentre in molte delle graduatorie più datate ormai ci sono solo idonei senza contratto, per quelle in scadenza nei primi mesi del 2017 non si è fatto neppure in tempo ad assumere gli stessi vincitori.
LA RABBIA DEI COMITATI – Le preoccupazioni sono condivise anche dai comitati dei vincitori e degli idonei. “Purtroppo l’emendamento in questione – scrive in una nota il Comitato nazionale XXVII ottobre – riprendendo a riferimento l’articolo 4, comma 4, del decreto legge 31 agosto 2013, non produrrà i suoi effetti su quelle graduatorie approvate successivamente alla data di entrata in vigore di quel decreto”. Per Alessio Mercanti, presidente del comitato la speranza è che “nel passaggio al Senato si provveda a sanare quella che appare come una vera e propria disparità di trattamento tra graduatorie”, dice a IlFattoQuotidiano.it. Oltre a quelle di Roma Capitale, verrebbero escluse anche altre come, ad esempio, una che riguarda la selezione di 18 funzionari della Corte dei Conti, approvata il 4 settembre 2014 e in scadenza il 4 settembre 2017. “Se non si pone rimedio ora – conferma Mercanti – è difficile che vincitori e idonei oggi esclusi possano trovare una via d’uscita entro il prossimo anno”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Munvic, secondo cui “il Governo ha fatto un pasticcio”, presentando e approvando l’emendamento “in un battibaleno – scrive in una nota il presidente Valeria Mancini – senza nemmeno darci il tempo di capire cosa stava accadendo”. Secondo i calcoli del Munvic, il testo taglierebbe fuori “il 5% delle graduatorie al momento valide, principalmente del comparto sanità e di quello degli enti locali”. Ma Valeria Mancini ricorda come “quelle più consistenti non prorogate dall’emendamento, appartengono a Roma Capitale” e che la giunta Raggi “ha presentato al Parlamento proprio nei giorni scorsi una richiesta di proroga delle proprie liste, causa collasso degli uffici centrali e di quelli municipali”.
Il paradosso è che per tutte le graduatorie escluse dall’emendamento non c’è stata alcuna proroga, nonostante il blocco del turn over nel 2015 e quello causato dalla mobilità dei dipendenti delle Province nel 2016. E tutte scadrebbero durante il 2017 “senza avere la possibilità di essere prorogate poi all’interno della Legge di Stabilità 2017 o del Decreto Milleproghe 2017”, sottolinea il Munvic.