Il presidente francese François Hollande ha annunciato questa sera in diretta tv dal salone dell’Eliseo che non si ripresenterà candidato per un secondo mandato. In piedi, parlando a braccio, con voce bassa ma decisa, il presidente francese si è rivolto ai francesi per 10 minuti. L’annuncio, storico, della sua rinuncia, è durato 20 secondi. “Sono cosciente dei rischi di una decisione che farebbe correre una candidatura che non riuscirebbe a raccogliere abbastanza consensi – ha detto rivolgendosi ai concittadini, in riferimento alle elezioni presidenziali in programma per aprile e maggio – ho quindi deciso di non candidarmi alla rielezione, al rinnovo del mio mandato. Ciò che è in questione, non è una persona ma il futuro della Francia”.

“Fra cinque mesi dovrete fare una scelta per il Paese. Come presidente della Repubblica devo dirigere lo Stato e ho la responsabilità di assicurare la sicurezza delle istituzioni fino alla fine del mandato” ma “come socialista non posso accettare la dispersione della sinistra, la sua distruzione, perché priverebbe i cittadini di ogni speranza di vincere di fronte a conservatori ed estremismo”, ha affermato Hollande per spiegare la sua decisione. “Sono animato solo dall’interesse superiore del Paese e l’esperienza mi ha dato l’umiltà necessaria al mio ruolo – ha detto ancora Hollande – nei prossimi mesi il mio solo dovere sarà di continuare a dirigere lo Stato, mandato per il quale mi avete eletto nel 2012″.

“Esercizio e riti del potere non mi hanno mai fatto perdere lucidità né su me stesso né sulle situazioni e oggi sono cosciente dei rischi che farebbe correre una candidatura”, ha affermato Hollande poco prima di dare l’annuncio. Ciò nonostante, l’inquilino dell’Eliseo ha voluto rivendicare quelli che ha definito i “progressi” compiuti sotto il suo mandato presidenziale, cioè per esempio l’introduzione delle nozze gay, il ruolo di primo piano della Francia per la firma dell’accordo sul clima, il focus sulla scuola, la lotta alla disoccupazione, la riforma del lavoro, la gestione della crisi legata al terrorismo e, a livello europeo, la lotta contro l’austerità e l’impegno per permettere alla Grecia di rimanere nell’euro.

Unico rimpianto, ha spiegato, è stata l’iniziativa annunciata dopo gli attentati del 13 novembre sulla revoca delle cittadinanza ai condannati per terrorismo. Una proposta che spaccò la Francia, contraria alle norme internazionali, e su cui il presidente dovette fare un’imbarazzante marcia indietro.

A pochi mesi dalle elezioni, “lancio un appello ai progressisti, che devono unirsi – ha spiegato il capo dell’Eliseo – non voglio che la Francia sia esposta ad avventure che siano pericolose per la sua coesione e il suo equilibrio sociale”. Facendo riferimento alla “estrema destra” di Marine Le Pen, Hollande ha detto che “il più grande pericolo è il protezionismo, la chiusura” e ha aggiunto che “sarebbe un disastro per i lavoratori francesi”. Un riferimento anche a François Fillon: “La destra ha appena scelto il suo candidato. Rispetto la persona e il percorso di Fillon, ma penso che il suo sistema metta in discussione il nostro modello sociale, senza beneficio per la nostra economia e con il rischio di un aggravamento delle diseguaglianze”. “Viva la Repubblica e viva la Francia”, è stata la conclusione del suo breve intervento.

Mai un presidente aveva rinunciato all’Eliseo se non costretto dall’età o dalla malattia. Da fonti dell’Eliseo si è appreso che fino all’ultimo nessuno dei collaboratori di Hollande era al corrente delle intenzioni del presidente. Tutti, spiega una fonte, sono stati colti di sorpresa.

Dal novembre 2013, scrive Le Monde, Hollande è il presidente più impopolare dall’inizio della Quinta Repubblica. Secondo il barometro IFOP per il Journal du Dimanche, il più antico tra gli istituti che realizzano sondaggi in Francia, il capo dello Stato gode del gradimento solo del 15%, ben al di sotto del precedente record detenuto da François Mitterrand: il 22% registrato nel dicembre 1991, durante il suo secondo mandato.

Ora gli occhi della gauche e di tutta la politica francese sono puntati su Manuel Valls, il primo ministro che domenica – in un’intervista – aveva dichiarato di volersi candidare a prescindere dalla decisione del suo presidente. Hollande era stato preso alla sprovvista, poi lunedì, in un lungo pranzo a quattr’occhi, c’è stato il chiarimento. Valls aveva annunciato che non si sarebbe presentato contro Hollande alle primarie e in molti hanno cominciato a immaginare a una rinuncia del capo dello Stato. Un’altra ipotesi era che Hollande decidesse di ricandidarasi senza passare dalle primarie, ma sarebbe stato troppo rischioso per la tenuta del partito socialista. Secondo gli osservatori, Valls potrebbe candidarsi nelle prossime ore alle primarie.

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