Intorno alle 16 è scoppiato un incendio nella raffineria Eni di Sannazzaro dè Burgondi, una delle più grandi d’Italia. Dall’impianto si è innalzata una colonna di fumo nero visibile a decine di chilometri di distanza. “Abbiamo ricevuto da Eni – spiega l’assessore al Bilancio del comune Davide Rebuffi – un fax da Eni nel quale veniva chiarito che le fiamme erano state sedate e l’incendio era stato risolto. Ora siamo in attesa di ricevere una nuova comunicazione dal gruppo Eni relativamente al cessato allarme”.
“L’incendio è stato significativamente ridotto conferma l’Eni in una nota – e posto definitivamente sotto controllo”. Inoltre “non si sono registrati danni alle persone presso l’impianto”. Solo un lavoratore, nel fuggire, sarebbe caduto procurandosi lesioni lievi ad un ginocchio. La società specifica che sono attivi i sensori per il monitoraggio della qualità dell’aria e i relativi dati saranno quanto prima trasmessi alle autorità competenti”. Le cause “sono in corso di accertamento”.
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— Graziano Sida (@gra_67) December 1, 2016
“La situazione è al momento sotto controllo – ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera – l’ATS Pavia si è immediatamente mobilitata e gli operatori si trovano sul posto per verificare lo stato di salute dei dipendenti, dei quali solo uno risulta intossicato e preso in cura dal soccorso sanitario. Al momento non vi è nessun riscontro di stato di intossicazione tra i civili“.
Il Comune ha fatto un appello alla popolazione perché rimanga in casa per sicurezza. Sul posto sono arrivate squadre di vigili del fuoco da tutta la provincia per dare una mano alle squadre interne e personale del 118 “per eventuali ricadute sanitarie delle persone che abitano vicino alla raffineria e che possono eventualmente aver inalato fumi“.
L’incidente è avvenuto alle 15,40 nella zona denominata Cantiere Est 2 della raffineria, una parte dell’impianto di recente realizzazione. Secondo quanto riferito da testimoni, si è generata una “palla di fuoco” alta decine di metri. La zona interessata è quella verso il territorio Ferrera Erbognone, la più lontana dal centro abitato.
L’allarme che è scattato è di tipo 2, previsto per le emergenze solo interne. “In ogni caso – dice l’assessore alla protezione civile Roberto Fuggini, subito accorso sul posto – per precauzione abbiamo chiuso le strade adiacenti alla raffineria e avvertito la popolazione con sms, annunci sul sito e sulla pagina Facebook e megafoni, invitando tutti a restare in casa. È uno dei più grossi incidenti che si siano mai verificati in questo impianto”.
Inizialmente la colonna di fumo nero si è diretta verso Pieve del Cairo, poi però i venti l’hanno portata in quota. Rebuffi ha spiegato che “dopo un consiglio straordinario sono state immediatamente attivate le norme previste dal piano di emergenza. Abbiamo diffuso per le strade con auto una informativa a tutti i cittadini per evitare che entrino in contatto con il fumo nero”.
Agricoltore: “Abbiamo sentito una serie di scoppi, poi fumo e fiamme” – “Stavamo lavorando in un luogo chiuso, abbiamo sentito le sirene d’allarme della raffineria e visto le fiamme, che all’inizio non erano molto alte. Poi c’è stata una serie di scoppi, con tantissimo fumo e fiamme che arrivavano ben oltre l’altezza delle ciminiere, a più di 60 metri“. È la testimonianza di Emilio Sala, agricoltore che vive e lavora alla cascina Gattinera di Ferrera, a un chilometro in linea d’aria dall’impianto. “Avevamo paura che l’incendio si propagasse al reattore di fianco – prosegue l’agricoltore – ma per fortuna i sistemi interni devono avere funzionato. Si vedevano gli idranti in azione. Questo è sicuramente il più grosso incidente da quando c’è quell’impianto”.
Bonelli (Verdi): “Troppi incidenti, verificare tutti gli impianti” – “Troppe raffinerie nel nostro Paese subiscono incidenti rilevanti che pongono con urgenza la necessaria apertura di un’inchiesta su tutto il territorio nazionale per verificare l’applicazione della direttiva Seveso, del corretto funzionamento degli impianti e delle autorizzazioni integrate ambientali rilasciate”. Lo dichiara Angelo Bonelli dei Verdi che aggiunge: “Il grave incidente di oggi alla raffineria Eni di Sannazzaro si era già verificato per ben due volte alcuni mesi fa, 2 e 6 luglio 2016, a tal punto che i sindacati avevano denunciato l’assenza di efficaci presidi di sicurezza in ogni area produttiva dell’impianto per carenza di organici”. “In Italia- continua il leader dei Verdi- negli anni scorsi si sono verificati incidenti nelle raffinerie, con gravi danni all’ambiente, di Milazzo, Taranto, Priolo e lo sversamento di petrolio nella valle dello Scrivia. E’ necessario- conclude Bonelli- conoscere le ragioni e le eventuali inadempienze di questi ripetuti incidenti attraverso un’inchiesta su tutte le raffinerie a livello nazionale”.
Wwf: “Subito misure sanitarie e ambientali” – “A destare preoccupazione sono l’idrogeno solforato, un vero e proprio veleno, e altre sostanze tossiche usate nel processo e prodotte anche dalla combustione: sicuramente queste sostanze sono disperse nell’ambiente e rischiano di avere conseguenze”, scrive il Wwf in una nota in cui chiede di “inviare nella zona squadre specializzate che adottino effettive e immediate misure di soccorso ai cittadini in un’area vasta, considerata l’area di dispersione e di venti. (…) Ma al di là dell’emergenza – osserva l’associazione ambientalista – va assicurato un continuo monitoraggio e adeguate misure preventive di ulteriori danni inclusi la dispersione di veleni sui terreni agricoli e la possibilità che entrino nella catena alimentare“.