Un comunicato laconico quello con il quale il Monte dei Paschi di Siena nella serata di venerdì 2 dicembre ha reso noti i risultati provvisori delle adesioni all’offerta di conversione dei bond subordinati in azioni. Terminato il periodo di offerta, l’istituto senese si è limitato a dire che le adesioni sono risultate “superiori alla soglia di euro 1 miliardo di aumento di capitale”. Si dovrebbe trattare di un dato provvisorio e ha scarso significato: di quanto è stato superato il miliardo di euro a Siena non lo dicono (“il dato è in continua evoluzione”) e nel comunicato fanno impropriamente riferimento al termine “soglia”, che è fuorviante in quanto l’offerta di conversione non è subordinata al raggiungimento di alcuna soglia.
Anzi, a valutare il successo o l’insuccesso dell’operazione saranno singolarmente le stesse banche che hanno firmato il pre-accordo per formare il consorzio per l’aumento di capitale. Il miliardo di euro (per la precisione 1,043 miliardi) fa dunque riferimento non a una soglia di successo o insuccesso, ma alla stima contenuta nel prospetto informativo dell’offerta utilizzata per redigere il bilancio pro-forma. Questo significa che, anche avendo superato il miliardo di euro di adesioni, le banche potrebbero giudicare non soddisfacente il risultato dell’operazione e rinunciare a dar seguito alla formazione del consorzio.
Mps comunicherà i risultati definitivi dell’offerta “indicativamente entro la giornata di lunedì 5 dicembre 2016, quando tutte le adesioni ricevute entro il periodo di adesione saranno state processate”, ma pare difficile che le adesioni ancora da esaminare possano cambiare di molto lo scenario. Posto che Generali ha detto da subito che avrebbe interamente convertito i bond in suo possesso (poco più di 400 milioni di euro), nei cinque giorni d’offerta non sembra esserci stata la corsa delle adesioni, tanto più che il retail – teoricamente più impaurito dal rischio bail-in – o ha già venduto le obbligazioni sul mercato come diverse associazioni di consumatori hanno consigliato di fare o si è tenuto i titoli incrociando le dita, anche perché in molti casi aderire all’offerta non era proprio possibile a causa delle limitazioni poste dalla Mifid.
Dunque la suspence durerà ancora qualche giorno, ma tutta l’attenzione sarà rivolta sul giudizio delle banche e, nel caso in cui questo sia positivo, sulle possibilità concrete che Mps riesca a raccogliere quasi 4 miliardi di capitale sul mercato. Una strada davvero tutta in salita.