Non si è presentato in caserma dai carabinieri, dove era stato convocato per essere ascoltato come indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. Scelta legittima, quella di Nicola Scoppetta, che il direttore del pronto soccorso all’ospedale di Saronno ha concordato con la Procura di Busto Arsizio che continua a lavorare sulle morti sospette in corsia di cui è accusato il viceprimario Leonardo Cazzaniga. Il medico ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Per lui, che all’epoca dei quattro decessi (tra il 2012 e il 2013) non solo era il diretto superiore del medico ma anche membro della Commissione interna di vigilanza, i pm avevano avanzato la richiesta degli arresti domiciliari. Il gip, però, l’ha respinta e adesso sarà il Tribunale del Riesame ad esprimersi dopo il ricorso fatto dalla Procura. “Non ho nulla da dire”, dice al telefono il suo legale, Maurizio Pellicciotta.
Eppure Scoppetta di circostanze da chiarire – stando alle carte dell’inchiesta – ne avrebbe molte. A cominciare dal perché “non ha proceduto a un’analisi concreta dei singoli casi allo scopo di dimostrare se i dosaggi scelti da Cazzaniga fossero conformi e si è limitato a una sbrigativa affermazione di assenza di criticità”, scrivono i consulenti della Procura che punta a chiarire le responsabilità dei membri della Commissione interna dell’ospedale che, dopo le segnalazioni di due infermiere, doveva indagare sull’operato di Cazzaniga, visto che in molti all’interno del reparto erano a conoscenza del suo “protocollo” mortale. Secondo l’inchiesta, l’organismo interno non è intervenuta nei confronti di Cazzaniga, ha insabbiato, nascosto quello che aveva raccolto. E non solo. Perché da quanto raccolto dai consulenti dei pm, sembra, addirittura, che quell’organismo non si sia mai riunito. Insomma, nessuno si mosse per vederci chiaro su quella lunga scia di morti sospette tra le corsie del pronto soccorso.
In tutto gli indagati in questa storia di morte e omertà sono 15. Lo ha confermato il procuratore capo di Busto Arsizio Gianluigi Fontana, che tuttavia ha precisato che una delle 15 posizioni potrebbe essere stralciata. Si tratta di una parente di Laura Taroni accusata di omessa denuncia. Gli altri indagati, oltre a Cazzaniga e la sua compagna e infermiera Laura Taroni (entrambi arrestati e accusati in concorso della morte per avvelenamento da farmaci del marito della Taroni, Massimo Guerra e, solo Cazzaniga, di altri quattro decessi in ospedale), sono tutti medici, accusati a vario titolo di omessa denuncia, favoreggiamento e falso ideologico.
Tra loro c’è Elena Soldavini, è accusata di omessa denuncia. La dottoressa è stata sentita questa mattina dai carabinieri di Saronno. A quanto si apprende sarebbe lei l’autrice insieme ad un’infermiera di un esposto anonimo depositato a Cantù sulle morti sospette nella famiglia di Laura Taroni. Secondo le carte giudiziarie è stata intercettata mentre commentava con un’altra infermiera un episodio ritenuto significativo dagli inquirenti, per dimostrare che Cazzaniga avrebbe utilizzato un suo campione di sangue per poi spacciarlo come quello del marito dell’amante.
La dottoressa si è presentata di sua iniziativa in caserma. Era accompagnata dal legale Giovanna Pignataro, il medico ha quindi reso dichiarazioni spontanee. I carabinieri la intercettano mentre parla al telefono con un’infermiera. E’ il giugno 2015. All’ospedale di Saronno c’è fibrillazione perché gli investigatori stanno ascoltando molte persone. Le due donne parlano dell'”interrogatorio” a cui Scoppetta ha sottoposto la dottoressa Michela Monza, da poco ascoltata dai magistrati. La Soldavini dice all’infermiera che il primario ha tranquillizzato la dottoressa Monza dicendole – in relazione al caso di Angelo Lauria (una delle presunte vittime dell’angelo della morte) – che la Commissione interna ha analizzato il caso ed escluso ogni responsabilità di Leonardo Cazzaniga. “Scoppetta gli ha detto: no, per la storia del Lauria, che comunque loro han fatto quel giorno lì una commissione con Cosentina Roberto, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera, ndr), con un anestesista, con tutti, e han deciso che insomma non c’era niente di perseguibile nei confronti di Cazzaniga, per la storia del Lauria. Ma ti sembra ?”.
Si è invece avvalso della facoltà di non rispondere Fabrizio Frattini, medico anestesista responsabile dell’unità di emergenza urgenza dell’ospedale di Saronno, indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. Frattini, componente della commissione interna, si è presentato in caserma a Saronno nel primo pomeriggio, accompagnato dal suo avvocato Gianluigi Tizzoni, dove ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti.
Cronaca Nera
Saronno, primario pronto soccorso non risponde ai magistrati. Indagata anche infermiera che segnalò “morti strane”
Nicola Scoppetta, diretto superiore di Leonardo Cazzaniga e membro della commissione interna dell'ospedale, non si è presentato dai carabinieri. Quindici in tutto i nomi iscritti nel registro degli indagati. Dichiarazioni spontanee di Elena Soldavini che inviò un esposto anonimo per segnalare i decessi tra i familiari di Laura Taroni
Non si è presentato in caserma dai carabinieri, dove era stato convocato per essere ascoltato come indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. Scelta legittima, quella di Nicola Scoppetta, che il direttore del pronto soccorso all’ospedale di Saronno ha concordato con la Procura di Busto Arsizio che continua a lavorare sulle morti sospette in corsia di cui è accusato il viceprimario Leonardo Cazzaniga. Il medico ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Per lui, che all’epoca dei quattro decessi (tra il 2012 e il 2013) non solo era il diretto superiore del medico ma anche membro della Commissione interna di vigilanza, i pm avevano avanzato la richiesta degli arresti domiciliari. Il gip, però, l’ha respinta e adesso sarà il Tribunale del Riesame ad esprimersi dopo il ricorso fatto dalla Procura. “Non ho nulla da dire”, dice al telefono il suo legale, Maurizio Pellicciotta.
Eppure Scoppetta di circostanze da chiarire – stando alle carte dell’inchiesta – ne avrebbe molte. A cominciare dal perché “non ha proceduto a un’analisi concreta dei singoli casi allo scopo di dimostrare se i dosaggi scelti da Cazzaniga fossero conformi e si è limitato a una sbrigativa affermazione di assenza di criticità”, scrivono i consulenti della Procura che punta a chiarire le responsabilità dei membri della Commissione interna dell’ospedale che, dopo le segnalazioni di due infermiere, doveva indagare sull’operato di Cazzaniga, visto che in molti all’interno del reparto erano a conoscenza del suo “protocollo” mortale. Secondo l’inchiesta, l’organismo interno non è intervenuta nei confronti di Cazzaniga, ha insabbiato, nascosto quello che aveva raccolto. E non solo. Perché da quanto raccolto dai consulenti dei pm, sembra, addirittura, che quell’organismo non si sia mai riunito. Insomma, nessuno si mosse per vederci chiaro su quella lunga scia di morti sospette tra le corsie del pronto soccorso.
In tutto gli indagati in questa storia di morte e omertà sono 15. Lo ha confermato il procuratore capo di Busto Arsizio Gianluigi Fontana, che tuttavia ha precisato che una delle 15 posizioni potrebbe essere stralciata. Si tratta di una parente di Laura Taroni accusata di omessa denuncia. Gli altri indagati, oltre a Cazzaniga e la sua compagna e infermiera Laura Taroni (entrambi arrestati e accusati in concorso della morte per avvelenamento da farmaci del marito della Taroni, Massimo Guerra e, solo Cazzaniga, di altri quattro decessi in ospedale), sono tutti medici, accusati a vario titolo di omessa denuncia, favoreggiamento e falso ideologico.
Tra loro c’è Elena Soldavini, è accusata di omessa denuncia. La dottoressa è stata sentita questa mattina dai carabinieri di Saronno. A quanto si apprende sarebbe lei l’autrice insieme ad un’infermiera di un esposto anonimo depositato a Cantù sulle morti sospette nella famiglia di Laura Taroni. Secondo le carte giudiziarie è stata intercettata mentre commentava con un’altra infermiera un episodio ritenuto significativo dagli inquirenti, per dimostrare che Cazzaniga avrebbe utilizzato un suo campione di sangue per poi spacciarlo come quello del marito dell’amante.
La dottoressa si è presentata di sua iniziativa in caserma. Era accompagnata dal legale Giovanna Pignataro, il medico ha quindi reso dichiarazioni spontanee. I carabinieri la intercettano mentre parla al telefono con un’infermiera. E’ il giugno 2015. All’ospedale di Saronno c’è fibrillazione perché gli investigatori stanno ascoltando molte persone. Le due donne parlano dell'”interrogatorio” a cui Scoppetta ha sottoposto la dottoressa Michela Monza, da poco ascoltata dai magistrati. La Soldavini dice all’infermiera che il primario ha tranquillizzato la dottoressa Monza dicendole – in relazione al caso di Angelo Lauria (una delle presunte vittime dell’angelo della morte) – che la Commissione interna ha analizzato il caso ed escluso ogni responsabilità di Leonardo Cazzaniga. “Scoppetta gli ha detto: no, per la storia del Lauria, che comunque loro han fatto quel giorno lì una commissione con Cosentina Roberto, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera, ndr), con un anestesista, con tutti, e han deciso che insomma non c’era niente di perseguibile nei confronti di Cazzaniga, per la storia del Lauria. Ma ti sembra ?”.
Si è invece avvalso della facoltà di non rispondere Fabrizio Frattini, medico anestesista responsabile dell’unità di emergenza urgenza dell’ospedale di Saronno, indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. Frattini, componente della commissione interna, si è presentato in caserma a Saronno nel primo pomeriggio, accompagnato dal suo avvocato Gianluigi Tizzoni, dove ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.