Alexander Van Der Bellen è il nuovo presidente dell’Austria. Dopo l’annullamento della vittoria di maggio scorso con uno strettissimo margine e il rinvio di ottobre, il candidato dei Verdi ha vinto il ballottaggio con il 53,3 per cento dei voti. Sconfitto il rivale del partito ultranazionalista Fpo Norber Hofer che invece si è fermato al 46,7 per cento. L’affluenza è stata del 73,9% (a maggio era stata del 72,65%). “Voglio essere il presidente di tutti gli austriaci”, ha detto intervistato dalla tv pubblica Orf. “Porgo la mano anche agli elettori di Hofer. Il mio obiettivo per i prossimi sei anni è che i cittadini, che mi incontreranno per strade, in metropolitana oppure in Paese, dicano ‘Guarda, il nostro presidente’ e non solo ‘il presidente'”. Il professore ha detto di essersi impegnato per “un’Austria europeista” e per i “vecchi valori di libertà, uguaglianza e solidarietà”. Van der Bellen ha poi aggiunto di ritenere che la sua vittoria sia arrivata grazie al messaggio pro Europa durante la campagna, mentre il populista Hofer ad un certo punto ha evocato l’ipotesi di un’uscita dell’Austria dall’Ue (Oexit). “Fin dall’inizio ho combattuto a favore dell’Unione europea“, ha detto nella sua prima reazione ai risultati del voto. “Speravo che potesse andare bene, ma sono sorpreso dall’ampiezza” della vittoria.

Hofer con un Tweet e un post su Facebook ha invece ammesso la sconfitta e ha commentato: “Sono infinitamente triste di non esserci riuscito. Volevo prendermi cura dell’Austria”. Herbet Kickl, che ha guidato la sua campagna elettorale, ha dichiarato all’emittente Orf: “Per l’ultima volta le forze, che sono contro il rinnovamento, ci hanno fermati”, facendo chiaro riferimento alle elezioni politiche che probabilmente saranno anticipate alla prossima primavera. “E’ giusto rispettare un voto democratico”, ha detto in tv il leader Fpö Heinz Christian Strache.

La vittoria di Van Der Bellen è stata accolta con entusiasmo dal presidente dell’Europarlamento Martin Schulz: “Congratulazioni a Van der Bellen, che ha vinto le elezioni presidenziali con un chiaro messaggio e campagna pro-europea. La sua vittoria è una pesante sconfitta del nazionalismo e del populismo retrogrado antieuropeo”. Esultano i Verdi europei: “E’ davvero un giorno storico”, hanno detto i una nota i copresidenti del partito dei Verdi Reinhard Butikofer e Monica Frassoni. “Questa elezione dà speranza per il futuro dell’Europa. L’impressionante sostegno che la sua campagna ha ricevuto da tutta Europa dimostra quanti europei non diano ascolto alla narrativa nazionalista e populista. Mettiamo a frutto questo slancio e sosteniamo questa atmosfera con un occhio alle sfide che ci attendono nel 2017”. La leader del Front National Marine Le Pen ha invece commentato: “Congratulazioni al Fpö che si è battuto con coraggio. Le prossime legislative saranno quelle della loro vittoria”.

I seggi per il ballottaggio delle elezioni presidenziali sono stati chiusi alle 17. “Grazie a Dio per il momento non c’è alcun fatto da cui in qualsiasi modo possano derivare irregolarità“, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Wolfgang Sobotka, mentre mancavano 90 minuti alla chiusura delle urne. Proprio la denuncia del partito Fpö di Hofer aveva portato al ripetersi del ballottaggio che si era tenuto a maggio. Per soli 31mila voti, l’ex presidente dei Verdi Van der Bellen era stato dichiarato vincitore. Il conteggio del voto per posta e la diffusione di alcuni dati parziali erano stati alcune delle irregolarità rilevate, sebbene secondo la Corte costituzionale non abbiano influito sul risultato.

Alla vigilia del voto, i sondaggi prevedevano un testa a testa tra i due candidati. Tutti gli occhi erano puntati su Hofer. La sua vittoria sarebbe stato il primo trionfo dell’ultranazionalismo di destra in Europa, con le elezioni in Francia, Germania e Olanda alle porte. L’ondata populista in Europa subisce così una prima importante battuta d’arresto, dopo il voto sulla Brexit ed il successo della destra nazionalista in una serie di elezioni locali in Germania, oltre che la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane. Ora gli occhi sono puntati sui prossimi appuntamenti elettorali: il 15 marzo ad esempio sarà il turno dell’Olanda, paese in cui la destra populista, euroscettica e anti immigrati è rappresentata dal partito Pvv di Geert Wilders, in testa nei sondaggi. Toccherà poi alla Francia, dove il 23 aprile si voterà per il primo turno delle presidenziali. In attesa di sapere, con le primarie di gennaio, chi sarà il candidato dei socialisti, il centrodestra ha già scelto il liberista Francois Fillon, il cui successo ha travolto tutte le previsioni che davano favorito il più moderato Alain Juppé. Il profilo socialmente conservatore di Fillon potrebbe mettere in difficoltà Marine Le Pen, candidata del partito di estrema destra anti immigrati Front National, già cresciuto alle regionali della scorsa primavera.

 

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