Appalti nel settore dei rifiuti in cambio di posti di lavoro. Quattordici persone sono state arrestate stamattina dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Ai domiciliari anche il sindaco di Bova Marina Vincenzo Crupi (Pd), accusato di corruzione e turbativa d’asta, il vicesindaco di Brancaleone Giuseppe Benavoli e l’assessore all’ambiente del piccolo Comune dello Jonio reggino Alfredo Zappia. In carcere sono finiti due imprenditori del settore, l’amministratore unico della società Ased Rosario Azzarà di Melito Porto Salvo e il legale rappresentante della Radi Srl Carmelo Ciccone di Palmi. Quest’ultimo era stato già arrestato dai carabinieri del Noe per reati simili nel 2013 in relazione ad appalti nella Piana di Gioia Tauro. Sono già in carcere, invece, Angelo e Natale Paviglianiti, arrestati nei mesi scorsi in altre inchiesta antimafia.
Hanno ricevuto, invece, un avviso di garanzia il consigliere regionale di centrodestra Francesco Cannizzaro, l’ex consigliere regionale Pasquale Tripodi (Udc), il sindaco di Motta San Giovanni Paolo Laganà (Pd) e il sindaco di Palizzi Walter Arturo Scerbo (Pd).
Quest’ultimo, secondo i pm Antonio De Bernardo e Luca Miceli, sarebbe stato il protagonista di un accorto corruttivo, poi non concretizzatosi, con il titolare della società di raccolta dei rifiuti Rosario Azzara. In particolare quest’ultimo, “concedeva a Scerbo l’indebita utilità di poter indicare soggetti da assumere presso la Ased srl”. “A differenza di quanto verificatosi in altri Comuni, – è scritto però nell’ordinanza – alle promesse non sono seguiti i fatti e Scerbo non risulta aver affidato il servizio di raccolta rifiuti all’Ased avendo preferito, così come comprovato dagli accertamenti esperiti, che dette operazioni venissero svolte dal personale già in forza al Comune di Palizzi”.
I reati contestati dalla Dda di Reggio agli indagati e condivisi dal gip Caterina Catalano che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare vanno dal concorso esterno in associazione di tipo mafioso, alla turbata libertà degli incanti passando per violenza privata, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza tutte ipotesi aggravate dall’aver agito con modalità mafiose e per agevolare le cosche Iamonte e Paviglianiti. I politici locali arrestati, invece, dovranno rispondere di corruzione e turbativa d’asta semplice.
L’inchiesta, denominata “Ecosistema”, prende le mosse da altre due operazioni antimafia: “Ada” e “Ultima spiaggia” che hanno colpito i vertici della famiglia Iamonte e Paviglianiti, padrone incontrastate nei territori del basso Jonio reggino. Stando alle risultanze investigative, inoltre, i Paviglianiti hanno condizionato le elezioni comunali del 2014 di San Lorenzo.
“Al centro dell’inchiesta – ha affermato il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho – c’è Saro Azzarà, titolare dell’Ased, nota azienda di raccolta e smaltimento rifiuti. È un imprenditore legato al clan Iamonte”. Anche se mai arrestato, il suo nome compare anche nella sentenza “Ada” dove la società “Ased” viene definita “una riserva di voti alla quale il candidato Costantino (i magistrati si riferiscono a Gesualdo Costantino, ex sindaco del Pd di Melito Porto Salvo arrestato alcuni anni fa, ndr) non può e non vuole rinunciare”.
Il sistema era sempre lo stesso. Da destra a sinistra, i politici coinvolti sono accusati di aver favorito la società “Ased” negli appalti in cambio di assunzioni. Sullo sfondo anche la campagna elettorale per le regionali del 2014 dove erano candidati Francesco Cannizzaro (poi eletto nella lista del centrodestra) e Pasquale Tripodi (Udc). In particolare, Cannizzaro avrebbe promesso alla cosca Paviglianiti “utilità di vario tipo, consistenti nella disponibilità, una volta eletto, a soddisfare gli interessi dell’associazione mafiosa”.
“Questa mattina – scrive in una nota Cannizzaro – mi è stata notificata dai carabinieri una informazione di garanzia a firma del pm della Dda di Reggio Calabria Antonio De Bernardo dal quale si evince che sono indagato per un’ipotesi di reato inerente il vantaggio che avrei ottenuto da parte della cosca Paviglianiti di San Lorenzo in cambio di un appoggio elettorale in mio favore. Per quanto sia scontato aver la massima fiducia degli organi inquirenti, vorrei esternare, accanto alla mia altrettanto scontata serenità personale e professionale, che sono sin da questo momento a disposizione degli organi inquirenti per essere interrogato, ascoltato, sentito affinché si possa chiarire la vicenda in maniera tempestiva e senza che si lasci alcuna ombra su quello che è il mio percorso ed impegno politico sin dalla mia primissima esperienza”.
Dalle carte dell’inchiesta “Ecosistema” emerge che la cosca Paviglianiti avrebbe promesso il suo sostegno non solo a Cannizzaro ma anche Pasquale Tripodi. “Le elezioni regionali del 2014 – scrive infatti il gip Catalano – rappresentano lo specchio della situazione conflittuale che imperversa in seno alla cosca Paviglianiti dove a Paviglianiti Angelo, che appoggia Cannizzaro Francesco, si contrappone Paviglianiti Settimo che, alla stregua di quanto verificatosi in occasione delle consultazioni regionali del 2010, sostiene Tripodi Pasquale Maria”.
Il dibattito interno alla cosca su chi appoggiare alle elezioni viene affrontato anche con l’imprenditore Saro Azzarà secondo cui: “Questi portano acqua e basta …questi portano acqua e basta …Pasquale no…Pasquale ce la può fare”.
“Il personale in forza all’Ased – è scritto sempre nell’ordinanza – rappresenta una parte del bacino elettorale del Tripodi”. Ogni operaio doveva portare almeno cinque voti (“ognuno di loro deve portare almeno cinque voti… sono sessanta”, “e sono già trecento voti…”) che sarebbero andati all’esponente dell’Udc poi non eletto.
I dettagli dell’operazione “Ecosistema” sono stati illustrati stamattina dal procuratore De Raho. Appalti, voti, assunzioni e monnezza. “In quest’indagine – ha affermato il magistrato – ci siamo occupati di rifiuti solidi urbani. Anche se non sono emersi elementi, nel momento in cui un Comune affida un servizio importante come questo alla ‘ndrangheta, a soggetti spregiudicati come gli indagati, non è difficile pensare che si tratta di persone senza scrupoli che avrebbero potuto sversare anche rifiuti radioattivi”.
'ndrangheta
‘Ndrangheta, appalti nei rifiuti in cambio di lavoro: 14 arresti. “Azienda bacino elettorale del politico”
L'indagine Ecosistema della Dda di Reggio ha portato in carcere due imprenditori dei rifiuti e ad accuse di corruzione per diversi politici locali. Contestata l'aggravante mafiosa per aver agevolato le cosche Paviglianiti e Iamonte. Un "sistema" già svelato da inchieste precedenti e, secondo gli inquirenti, ancora intatto. Il gip: "Ogni operaio di Asad doveva portare almeno cinque voti"
Appalti nel settore dei rifiuti in cambio di posti di lavoro. Quattordici persone sono state arrestate stamattina dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Ai domiciliari anche il sindaco di Bova Marina Vincenzo Crupi (Pd), accusato di corruzione e turbativa d’asta, il vicesindaco di Brancaleone Giuseppe Benavoli e l’assessore all’ambiente del piccolo Comune dello Jonio reggino Alfredo Zappia. In carcere sono finiti due imprenditori del settore, l’amministratore unico della società Ased Rosario Azzarà di Melito Porto Salvo e il legale rappresentante della Radi Srl Carmelo Ciccone di Palmi. Quest’ultimo era stato già arrestato dai carabinieri del Noe per reati simili nel 2013 in relazione ad appalti nella Piana di Gioia Tauro. Sono già in carcere, invece, Angelo e Natale Paviglianiti, arrestati nei mesi scorsi in altre inchiesta antimafia.
Hanno ricevuto, invece, un avviso di garanzia il consigliere regionale di centrodestra Francesco Cannizzaro, l’ex consigliere regionale Pasquale Tripodi (Udc), il sindaco di Motta San Giovanni Paolo Laganà (Pd) e il sindaco di Palizzi Walter Arturo Scerbo (Pd).
Quest’ultimo, secondo i pm Antonio De Bernardo e Luca Miceli, sarebbe stato il protagonista di un accorto corruttivo, poi non concretizzatosi, con il titolare della società di raccolta dei rifiuti Rosario Azzara. In particolare quest’ultimo, “concedeva a Scerbo l’indebita utilità di poter indicare soggetti da assumere presso la Ased srl”. “A differenza di quanto verificatosi in altri Comuni, – è scritto però nell’ordinanza – alle promesse non sono seguiti i fatti e Scerbo non risulta aver affidato il servizio di raccolta rifiuti all’Ased avendo preferito, così come comprovato dagli accertamenti esperiti, che dette operazioni venissero svolte dal personale già in forza al Comune di Palizzi”.
I reati contestati dalla Dda di Reggio agli indagati e condivisi dal gip Caterina Catalano che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare vanno dal concorso esterno in associazione di tipo mafioso, alla turbata libertà degli incanti passando per violenza privata, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza tutte ipotesi aggravate dall’aver agito con modalità mafiose e per agevolare le cosche Iamonte e Paviglianiti. I politici locali arrestati, invece, dovranno rispondere di corruzione e turbativa d’asta semplice.
L’inchiesta, denominata “Ecosistema”, prende le mosse da altre due operazioni antimafia: “Ada” e “Ultima spiaggia” che hanno colpito i vertici della famiglia Iamonte e Paviglianiti, padrone incontrastate nei territori del basso Jonio reggino. Stando alle risultanze investigative, inoltre, i Paviglianiti hanno condizionato le elezioni comunali del 2014 di San Lorenzo.
“Al centro dell’inchiesta – ha affermato il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho – c’è Saro Azzarà, titolare dell’Ased, nota azienda di raccolta e smaltimento rifiuti. È un imprenditore legato al clan Iamonte”. Anche se mai arrestato, il suo nome compare anche nella sentenza “Ada” dove la società “Ased” viene definita “una riserva di voti alla quale il candidato Costantino (i magistrati si riferiscono a Gesualdo Costantino, ex sindaco del Pd di Melito Porto Salvo arrestato alcuni anni fa, ndr) non può e non vuole rinunciare”.
Il sistema era sempre lo stesso. Da destra a sinistra, i politici coinvolti sono accusati di aver favorito la società “Ased” negli appalti in cambio di assunzioni. Sullo sfondo anche la campagna elettorale per le regionali del 2014 dove erano candidati Francesco Cannizzaro (poi eletto nella lista del centrodestra) e Pasquale Tripodi (Udc). In particolare, Cannizzaro avrebbe promesso alla cosca Paviglianiti “utilità di vario tipo, consistenti nella disponibilità, una volta eletto, a soddisfare gli interessi dell’associazione mafiosa”.
“Questa mattina – scrive in una nota Cannizzaro – mi è stata notificata dai carabinieri una informazione di garanzia a firma del pm della Dda di Reggio Calabria Antonio De Bernardo dal quale si evince che sono indagato per un’ipotesi di reato inerente il vantaggio che avrei ottenuto da parte della cosca Paviglianiti di San Lorenzo in cambio di un appoggio elettorale in mio favore. Per quanto sia scontato aver la massima fiducia degli organi inquirenti, vorrei esternare, accanto alla mia altrettanto scontata serenità personale e professionale, che sono sin da questo momento a disposizione degli organi inquirenti per essere interrogato, ascoltato, sentito affinché si possa chiarire la vicenda in maniera tempestiva e senza che si lasci alcuna ombra su quello che è il mio percorso ed impegno politico sin dalla mia primissima esperienza”.
Dalle carte dell’inchiesta “Ecosistema” emerge che la cosca Paviglianiti avrebbe promesso il suo sostegno non solo a Cannizzaro ma anche Pasquale Tripodi. “Le elezioni regionali del 2014 – scrive infatti il gip Catalano – rappresentano lo specchio della situazione conflittuale che imperversa in seno alla cosca Paviglianiti dove a Paviglianiti Angelo, che appoggia Cannizzaro Francesco, si contrappone Paviglianiti Settimo che, alla stregua di quanto verificatosi in occasione delle consultazioni regionali del 2010, sostiene Tripodi Pasquale Maria”.
Il dibattito interno alla cosca su chi appoggiare alle elezioni viene affrontato anche con l’imprenditore Saro Azzarà secondo cui: “Questi portano acqua e basta …questi portano acqua e basta …Pasquale no…Pasquale ce la può fare”.
“Il personale in forza all’Ased – è scritto sempre nell’ordinanza – rappresenta una parte del bacino elettorale del Tripodi”. Ogni operaio doveva portare almeno cinque voti (“ognuno di loro deve portare almeno cinque voti… sono sessanta”, “e sono già trecento voti…”) che sarebbero andati all’esponente dell’Udc poi non eletto.
I dettagli dell’operazione “Ecosistema” sono stati illustrati stamattina dal procuratore De Raho. Appalti, voti, assunzioni e monnezza. “In quest’indagine – ha affermato il magistrato – ci siamo occupati di rifiuti solidi urbani. Anche se non sono emersi elementi, nel momento in cui un Comune affida un servizio importante come questo alla ‘ndrangheta, a soggetti spregiudicati come gli indagati, non è difficile pensare che si tratta di persone senza scrupoli che avrebbero potuto sversare anche rifiuti radioattivi”.
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‘Ndrangheta, arrestato boss Marcello Pesce: latitante dal 2010, era nella sua casa a Rosarno
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Salerno-Reggio Calabria: il patto fra imprese e ‘ndrangheta a spese delle casse pubbliche
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Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.
(Adnkronos) - "La scomparsa di Fulco mi addolora profondamente. Con lui ho condiviso anni di passione e impegno per la tutela dell’ambiente: io come presidente del Wwf Italia dal 1992 al 1998 (e membro del Board internazionale con il principe Filippo), lui come figura guida e poi presidente onorario dell’associazione, dopo la breve parentesi politica che lo aveva tenuto lontano. Fulco è stato un punto di riferimento per tutti noi che ci siamo dedicati alla salvaguardia della natura. Le sue idee, la sua capacità di coinvolgere e di trasmettere amore per la biodiversità resteranno un esempio prezioso". Lo afferma Grazia Francescato, già presidente dei Verdi e del Wwf Italia, ricordando Fulco Pratesi.
"Insieme -ricorda- abbiamo sognato e lavorato per un mondo più giusto e sostenibile, dividendoci persino la stessa scrivania pur di coordinare al meglio le nostre iniziative. In questo momento di grande tristezza voglio ricordarlo come un uomo coerente e generoso, che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee e nell’importanza di agire in difesa del nostro pianeta. Ai suoi familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene va il mio sentito cordoglio. Fulco resterà sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Il suo insegnamento e la sua dedizione alla natura continueranno a ispirare il nostro lavoro e le prossime generazioni".
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Vicinanza e solidarietà da parte di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine che anche oggi sono state bersaglio di violenze ingiustificate da parte dei soliti professionisti della violenza ormai sempre più coccolati dalla sinistra locale, che questa volta hanno cercato di colpire la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università bolognese alla presenza del ministro Bernini e al rettore, a cui va la nostra vicinanza”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.