Qualcuno vuole “farlo fuori”. Paolo Berdini, assesore all’Urbanistica, sta vivendo così gli ultimi giorni da separato in casa della giunta Raggi, dopo che l’agenzia AdnKronos ha diffuso voci di sue “dimissioni”. Smentite da tutti, dai consiglieri del Movimento 5 stelle e dal diretto interessato. Alla fine anche da Virginia Raggi, che dopo due giorni di pesante silenzio ha spiegato che “con Berdini va tutto bene, ci vedremo la settimana prossima per lavorare”. Ma intanto a quanto risulta a IlFattoQuotidiano.it la rottura tra la maggioranza e l’assessore all’Urbanistica sembra insanabile, specie sulla questione del nuovo stadio della Roma. E lui in un’intervista a Il Messaggero ammette e rilancia: “Sono in corso delle manovre contro di me. Se si costruisce solo l’impianto sportivo senza le altre opere rimango, altrimenti lascio”.
Il malumore nei suoi confronti è noto da tempo: sia ai consiglieri che ai collaboratori della sindaca non sono piaciute diverse uscite recenti dell’assessore. Anche se il nodo principale resta sulla costruzione del nuovo, faraonico impianto sportivo: Berdini vorrebbe addirittura spostarlo in una zona diversa da Tor di Valle, o almeno ridurre le cubature del progetto; ma questo significherebbe far ripartire da zero l’iter burocratico (e forse esporre il Comune ad una causa per danno erariale). È lo stesso Berdini a sancire la frattura in atto. “Io voglio cambiare la delibera sull’utilità pubblica approvata dalla giunta Marino, loro no. Vogliono piccole modifiche in conferenza dei servizi”, spiega nell’intervista. Siamo ormai all’“io e loro”, dove per loro si intende la maggioranza e la linea portata avanti dal vicesindaco Daniele Frongia, il maggior sostenitore in Comune del progetto, e che pare ormai condivisa anche dalla Raggi.
Berdini non ha gradito soprattutto il modo in cui è stata aperta ufficialmente la crisi, ovvero la divulgazione a mezzo stampa di voci di sue imminenti dimissioni. “Chi sta dietro a certe agenzie? Parlamentari del M5s o direttamente il Campidoglio?”, domanda l’assessore, che parla apertamente di “manovre in corso contro di me”. Lui, però, ritiene di essere nel giusto: “Rimango alla campagna elettorale e agli atti conseguenti. La sindaca Raggi ha detto no alle ‘Olimpiadi del mattone’, come le ha chiamate. E adesso che fa, approva il progetto di Tor di Valle leggermente ritoccato? Le due cose, il no ai Giochi e il sì allo stadio, come si tengono in piedi? Non c’è equilibrio”.
Nel duro atto d’accusa nei confronti della sindaca si percepisce anche un velato rimpianto per il ritiro della candidatura olimpica. Non è mai stato un mistero, infatti, che Berdini non fosse del tutto contrario a Roma 2024, vista come un’occasione per rinnovare la Capitale: “Se avessi a disposizione tre miliardi, più o meno i soldi delle Olimpiadi, la città cambierebbe”, ha detto anche di recente all’assemblea dei costruttori. Infatti già all’epoca del ritiro della candidatura si era parlato di un suo possibile addio. Adesso si è arrivati all’aut aut sullo stadio della Roma: “Se si fa solo lo stadio, l’impianto sportivo, rimango. Altrimenti con il progetto originale lascio”, conclude l’assessore. E forse è proprio quello che voleva chi ha messo in giro le voci sul suo conto.
Roberta Lombardi, deputata romana del movimento, dà una sua lettura di quanto accaduto in un’intervista a La Stampa: “Mi sembra una coincidenza fin troppo strana che queste voci di rottura inizino a circolare nello stesso momento in cui sta per mettere le mani nel mondo degli alloggi popolari. Cosa intendo? Mafia Capitale aveva interessi milionari nel dipartimento che fa capo a Berdini. Per questo ho il sospetto che certi veleni arrivino dal suo stesso assessorato“.